Elezioni in Germania: ecco che cosa cambia Commento di Roberto Giardina
Testata: Italia Oggi Data: 26 settembre 2017 Pagina: 6 Autore: Roberto Giardina Titolo: «I tedeschi sono tutti nazisti?»
Riprendiamo da ITALIA OGGI del 26/09/2017, a pag. 6, con il titolo "I tedeschi sono tutti nazisti?" l'articolo di Roberto Giardina, un esempio di cronaca che tiene conto di tutte le posizioni, esattamente l'opposto di quanto hanno fatto gran parte dei giornali italiani.
Roberto Giardina
Una dimostrazione contro l'islamizzazione in Germania
Prevedibili i commenti all'estero, dopo il successo dell'estrema destra in Germania. Ecco tornano i nazisti, i tedeschi non cambiano, e cantano ancora Deutschland über alles. Era quasi scontato che i populisti dell'AfD entrassero al Bundestag ma non in queste proporzioni. Avevo temuto al massimo un 10 per cento, hanno raggiunto il 12,6, conquistando la terza posizione. Chi vota per l'Alternative fur Deutschland è un nostalgico del III Reich? L'analisi è complessa, ma solo il venti per cento dovrebbe essere formato da neonazisti. Sempre troppi, e sempre meno rispetto ai seguaci di Madame Le Pen in Francia, o dei razzisti in Gran Bretagna. Sull'Italia ognuno ha le sue opinioni: i fascisti sono sempre gli altri. A Berlino sono velocissimi a spiegare gli spostamenti di voti da un partito all'altro. Ben un milione e 40mila vengono dalla Cdu/Csu di Frau Angela, mezzo milione dall'Spd di Martin Schulz, 470 mila dai postcomunisti della Linke. Diciamo che destra e sinistra hanno perso alla pari. Tutti neonazi a loro insaputa? E 50 mila li hanno ceduti i liberali, conservatori ma niente affatto estremisti. Un milione e 400 mila sono i voti di quanti si erano astenuti quattro anni fa. Infatti, la partecipazione è salita dal 71 al 75 per cento.
Martin Schulz, cattivo perdente, durante la tavola rotonda tv neanche un'ora dopo la chiusura delle urne, ha attaccato la Merkel: «La sua è stata una campagna elettorale scandalosa, senza contenuti politici, e ha lasciato un vuoto occupato dall'Afd». E lui dov'era? Ha condotto la sua Spd al minimo storico (poco più del 20%), ha puntato sulle ingiustizie sociali, i ricchi sempre più ricchi, ma ai tedeschi non è mai andata così bene. E non si è accorto che per il 70 per cento il pericolo più grave veniva dalla presenza di troppi profughi, e dagli attentati terroristici. Quattro su cinque hanno votato AfD per paura di perdere la propria cultura, il loro piccolo mondo a causa della presenza di troppi estranei, in maggioranza islamici. Non sono nazionalisti che si battono per la grande Germania, ma sentono in pericolo la loro Heimat, parola che gli italiani hanno imparato a conoscere, la piccola patria, il luogo dove si vive.
La Merkel ha fatto bene a non chiudere le frontiere all'inizio di settembre 2015, lasciando entrare oltre un milione di disperati in quattro mesi. Troppi in breve tempo, e le strutture di accoglienza sono saltate. Chi non aveva diritto all'asilo doveva essere espulso. Ma le procedure sono burocratiche e lentissime. I profughi non sono stati distribuiti in rapporto agli abitanti di città e paesi, ma sono finiti in gran parte in provincia, che si sta spopolando, perché qui si trovano più case vuote e hotel chiusi. In villaggi di un migliaio di abitanti sono stati mandati 3 o 400 stranieri, in maggioranza giovani musulmani senza famiglia. La paura, sia motivata o meno, va compresa. Accusare di nazismo chi è intimorito, provoca una reazione opposta. «Dobbiamo riguadagnare chi ci ha lasciato, ha detto domenica sera la Merkel, comprendere le sue preoccupazioni, o paure.» A Gelsenkirchen, per fare un esempio, nel cuore della Ruhr, dove si sono chiuse le miniere e spenti gli altiforni, gli stranieri sono il 20 per cento, e non tutti si adeguano alle abitudini locali. E qui, roccaforte rossa da sempre, è stato eletto un deputato AfD con un mandato diretto. Diverse le motivazioni nella ex Ddr. In Sassonia l'Alternative für Deutschland ha raggiunto il primo posto con il 27 per cento, un punto in più della Cdu. Dresda è da sempre la roccaforte dei neonazi del gruppo Pegida.
L'Afd è il secondo partito nella ex Germania Est, e a Berlino nei quartieri orientali ha raggiunto il 24 contro il 14 dei socialdemocratici. Per un confronto, nella Saar al confine con la Francia, l'AfD si è fermata all'8,9. E gli stranieri all'Est sono meno numerosi che all'Ovest. Ma in Ddr si è vissuto per quasi 40 anni con la convinzione che i «cattivi tedeschi» abitassero tutti al di là del «muro». E il paese, inventato a tavolino dai vincitori, mancava di radici e di identità nazionale. Oggi si crede di conquistarla nel confronto con gli «inferiori» che vengono da fuori. Certamente, alcuni leader AfD hanno cercato di raccogliere voti dei nostalgici. Pochi giorni fa Alexander Gauland ha reso omaggio ai soldati dell'ultima guerra, come se la Wehrmacht non avesse compiuto stragi come in Italia. E Björn Höcke mesi fa ha criticato il «monumento della vergogna», che nel cuore di Berlino ricorda le vittime della Shoa. Ma oltre la metà degli elettori ha invitato i leaders a moderare i toni. Hanno votato per protesta, non per nostalgia. La ex capa del partito, Frau Petry ha annunciato ieri di non voler entrare nel gruppo parlamentare per non sedersi accanto a compagni estremisti. Alla guida del partito troviamo ora Alice Weidel, consigliera di azienda di 38 anni, lesbica dichiarata che convive in Svizzera con una produttrice cinematografica dello Sri Lanka. Due pregiudizi spenti in un colpo. La comunità omosessuale tedesca si sente più tutelata dall'AfD che dai partiti tradizionali. Fino ad ieri, Berlino era per gli omosessuali una città sicura. Ora si ripetono le aggressioni da parte di musulmani. Attaccare frontalmente i populisti è controproducente, come seguirli sul loro terreno.
Un dato passato in secondo piano è il crollo della Csu partito gemello ma distinto dalla Cdu della Merkel, i cristianosociali che si presentano solo in Baviera. II leader Hors Seehofer ha attaccato duramente la Cancelliera per la politica dell'accoglienza, ed è arrivato a minacciare di denunciarla alla Corte costituzionale. Era preoccupato di perdere voti a favore della Afd, come è puntualmente avvenuto. Sul tema sicurezza i bavaresi si sono sentiti più protetti dalla Alternative. Da oltre il 49 % di quattro anni, la Csu è precipitata al 38. Ma se si presenta solo nel Land, e i voti vanno conteggiati a livello nazionale, rischia di non superare lo sbarramento del 5 per cento. Domenica la discesa si è fermata al 6, a un passo dal baratro. Se i voti della Csu fossero stati cancellati sarebbe stato un autentico terremoto politico. Seehofer è stato preso dal panico e minaccia di formare un gruppo distinto al Bundestag, come dire è tutta colpa di Angela. La Merkel invita tutti a un comportamento responsabile per il bene del paese, sicura di poter formare il nuovo governo. I populisti scompariranno o caleranno prima o poi, come è sempre avvenuto in passato. ll pericolo viene dalla reazione scomposta di compagni di partito e ex alleati. Imitazione o demonizzazione dell'AfD sono risposte suicide.
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