Riprendiamo da LIBERO di oggi, 24/09/2017, a pag.13, con il titolo " L'Iran spara un missile. L'obiettivo è Israele" l'analisi di Carlo Panella.
Carlo Panella Corea del Nord, Iran la vera minaccia
Con non casuale coincidenza, l'Iran ieri si è affiancato alla Corea del Nord nella sfida provocatoria a Donald Trump e alle democrazie, in particolare a Israele. La televisione di Stato diTeheran Ibis ha infatti annunciato il lancio di un nuovo missile, il Korramshar che ha la portata di 2.000 chilometri. Un missile che ha senso solo se dotato di testata nucleare. Questo, dopo che dal palco dell'Onu, Trump ha giudicato «imbarazzante» l'accordo sul nucleare siglato con l'Iran da Barack Obama, aggiungendo che ha preso una decisione a proposito, senza però specificare quale. Gli Usa infatti ritengono che l'accordo sul nucleare con l'Iran implichi il divieto di nuovi test missilistici. Interpretazione nettamente rigettata dagli ayatollah, tanto che il presidente Rohani ha sfidato e irriso Trump con un discorso irriverente: «Sarebbe un peccato se l'accordo fosse distrutto da canaglie principianti della politica». Due giorni dopo queste parole, l'esperimento missilistico. Una minaccia cogente e terribile per Israele che è in pieno alla portata di questo missile, che si somma alle manovre aggressive che l'Iran sviluppa in Siria, con l'incremento parossistico delle forniture di missili a corto e medio raggio alle milizie di Hezbollah che presidiano ormai anche i confini tra lo Stato ebraico e la Siria, tanto che l'aviazione israeliana compie settimanalmente raid contro i depositi di nuove armi iraniane in Siria.
La contemporaneità della provocazione iraniana con quelle della Corea del Nord non è affatto casuale: da più di dieci anni infatti i due Paesi hanno concretizzato un'intensa collaborazione tecnico-scientifica in campo militare. Il missile Khorramshar infatti è assolutamente simile al Musadan prodotto e lanciato provocatoriamente da Pyongyang sui cieli del Giappone- così come i missili iraniani Shahb3 sono identici ai nordcoreani Nodong e gli Shahab2 iraniani sono uguali ai nordcoreani Hwasoong.
Trump e tutti i Paesi democratici si trovano dunque ora a fronteggiare in contemporanea due «Stati canaglia», come giustamente li definiva George W. Bush, che hanno due sistemi politici ben diversi, ma che non a caso hanno intessuto una collaborazione militare intensissima per sviluppare strategie oltranziste e provocatorie assolutamente simili. Si pensi che l'impianto nucleare che gli iraniani avevano costruito in Siria a Deir Ezzor e che l'aviazione israeliana rase al suolo nel 2007 era la copia degli impianti nucleari nordcoreani, a testimonianza di una collaborazione iniziata da lungo tempo. Non basta: mesi fa è stata intercettata una nave nord coreana che trasportava materiale militare verso la Siria a conferma di una ipotesi più che allarmante: l'Iran sta usando del territorio di quello che è ormai diventato un suo Stato vassallo, per sviluppare quei programmi militari e nucleari che sono proibiti dal trattato siglato con Obama. Una sorta di outsourcing aggressivo. Non è chiaro quale sia la strategia che Donald Trump intenderà ora sviluppare nei confronti dell'Iran, se sia di rottura completa dell'accordo sul nucleare o di sua usura. Ma è chiaro invece che Israele è assolutamente determinato a contrastare con la sua abituale durezza i progetti iraniani, a partire da quello ormai evidente di trasformare la Siria in un formidabile avamposto iraniano per distruggere Israele, impegno che da sempre gli ayatollah, incluso il «riformista» Rohani, proclamano a gran voce.
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