Riprendiamo dalla STAMPA e dal GIORNALE di oggi, 23/09/2017, due servizi sulle Ong sotto inchiesta per i loro rapporti con gli scafisti, Rino Giacalone a pag.19 sulla Stampa, Fausto Bilostavo a pag.10 sul Giornale.
La Stampa-Rino Giacalone: " Il tribunale conferma il sequestro della Iuventa"
Rino Giacalone La nave iuventa
Il Tribunale del riesame di Trapani ha respinto il ricorso presentato dalla Ong tedesca Jugend Rettet, contro il sequestro della nave “Iuventa” disposto dal gip di Trapani, per immigrazione clandestina. Gli equipaggi della Iuventa, per la Procura, avrebbero avuto stretti contatti con i trafficanti libici di esseri umani, agevolandoli nel trasporto dei migranti. La Ong ha sempre negato e semmai ha accusato gli agenti della security Imi service, imbarcati sulla Vos Hestia della Ong Save the children, di avere «alterato le prove» utilizzate per il sequestro. Ma nell’inchiesta in verità c’è altro. Oltre alle dichiarazioni di un capo équipe medica, la circostanza, ritenuta fondata dai giudici del riesame, che per i tre episodi di immigrazione clandestina contestati (tra il settembre 2016 e il giugno 2017) le partenze dei migranti dalla costa libica hanno avuto origine quando la Iuventa si trovava ferma al limite delle acque territoriali davanti Sabratha, se non addirittura dentro le acque libiche. Quindi i trafficanti sapevano della presenza della nave, pronta a prendere i migranti. L’Ong adesso pare ricorrerà in Cassazione: «La nostra Ong - ha replicato ieri Kathrin Schmidt, capo missione - rimane bersaglio di una campagna politica con il fine di fermare la migrazione in Europa». I pm trapanesi frattanto hanno fatto perquisire gli uffici di Pietro Gallo, agente della security a bordo della Vos Hestia. I pm cercano materiale non consegnato. Peraltro è indagato a Trapani proprio il comandante di questa nave, Marco Amato, ma per non avere denunciato dei migranti trovati in possesso di ingente droga, da lui fatta gettare in mare.
Il Giornale-Fausto Biloslavo: " Guerra tra Ong: indagata anche Save the children"
Fausto Biloslavo La nave save the children
E adesso l'inchiesta della procura di Trapani coinvolge Save the children, la seconda Ong a finire sotto la lente degli investigatori per i disinvolti, se non peggio, recuperi di migranti al largo della Libia. Sotto indagine per l'ipotesi di reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina è finito Marco Amato, il comandante di nave Vos Hestia utilizzata dall'organizzazione umanitaria per la operazioni nel Mediterraneo. «Ribadiamo con forza che Save the Children ha sempre agito nel rispetto della legge durante la missione di ricerca e salvataggio e confermiamo, ancora una volta, che l'Organizzazione non è indagata», ci tiene a precisare l'Ong. Una sottile foglia di fico tenendo conto che a bordo di Vos Hestia c'era una squadra di Save the children ed un capo team, che rispondeva al quartier generale a Roma e coordinava le operazioni di recupero dei migranti proprio con il comandante indagato. Un filmato mandato in onda giovedì sera da Matrix, su Canale 5, mostra chiaramente l'andazzo al largo della Libia fino ad un paio di mesi fa. Le immagini girate in giugno da bordo di uno dei gommoni di salvataggio di nave Vos Hestia riprendono in primo piano un grande barcone azzurro stracolmo di migranti. Il mare è piatto, nessun pericolo. Accanto al barcone si notano perfettamente un paio di natanti più piccoli con a bordo gli scafisti che hanno accompagnato i migranti fin davanti alla nave di Save the children. I figuri attendono di recuperare il barcone o il motore. L'aspetto più incredibile è che uno di questi sale a bordo del barcone e con un tubo di gomma ordina ai migranti cosa fare menando frustate. Il tutto avviene sotto gli occhi della squadra di recupero di Save the children sul gommone a pochi metri di distanza. Nessuno sembra porsi il problema di fare da taxi del mare dei trafficanti libici. Il comandante Amato è stato indagato grazie alle testimonianze di due addetti alla sicurezza ingaggiati dalla Ong e da un agente sotto copertura a bordo della nave. In realtà a chiamare in causa Save the children è stata anche la difesa della prima Ong coinvolta nell'inchiesta, la tedesca Jugend Rettet, per il sequestro di Iuventa la loro nave. L'avvocato Leonardo Marino ha fatto una ricostruzione «parallela», che secondo il legale smonta «le false accuse» dell'inchiesta di Trapani. E chiama in causa altre Ong: «A coordinare le operazioni di soccorso non eravamo noi con la Iuventa bensì la Vos Hestia, sotto il costante e diretto controllo della Guardia costiera» e nella zona operava, a poca distanza, la nave Seefuchs di Sea Eye, un'altra Ong oltranzista tedesca. L'accusa descrive un episodio del 18 giugno con tanto di documentazione fotografica che mostra un gommone degli umanitari riportare verso la Libia un barcone poi riusato dai trafficanti per caricare altri migranti. Secondo la difesa di Jugend Rettet «i gommoni nelle fotografie non sono della Iuventa, ma di Vos Hestia», la nave di Save the children. Ieri il tribunale del riesame di Trapani ha respinto l'istanza di dissequestro di nave Iuventa presentata il 19 settembre. Non solo l'inchiesta sta coinvolgendo altre Ong, ma le stesse organizzazioni umanitarie per difendersi chiamano in causa la Guardia costiera italiana, che segnalava i barconi dei migranti. La forza navale sotto il controllo del ministro Graziano Delrio ha svolto un ruolo a dir poco ambiguo. L'avvocato Marino, legale della Ong tedesca Jugend Rettet, è ancora più netto: «O si indagano tutti, Guardia costiera compresa, oppure nessuno».
Per inviare la propria opinione, telefonare:
La Stampa: 011/65681
Il Giornale: 02/ 85661
oppure cliccare sulla e-mail sottostante