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Il Venerdì di Repubblica Rassegna Stampa
22.09.2017 Alessandria d'Egitto: per la prima volta fondi statali per restaurare un'antica sinagoga
Ma il commento di Simona Verrazzo è fuorviante

Testata: Il Venerdì di Repubblica
Data: 22 settembre 2017
Pagina: 31
Autore: Simona Verrazzo
Titolo: «Una presidenza Unesco val bene una sinagoga?»
Riprendiamo dal VENERDI' di REPUBBLICA di oggi, 22/09/2017, a pag. 31, la breve "Una presidenza Unesco val bene una sinagoga?" di Simona Verrazzo.

Il commento alla interessante notizia ripresa dal Venerdì è fuorviante, perché concedere il finanziamento per il restauro di una sinagoga non è una buona pubblicità presso molti Paesi che dell'Unesco fanno parte. Tanto più, dunque, è da apprezzare la decisione dell'Egitto di Al Sisi.

Ecco la breve:

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La sinagoga Eliyahu Hanavi di Alessandria

«Un grande progetto per tutti gli egiziani». Così è stata lanciata dalle autorità del Cairo la ristrutturazione della storica sinagoga Eliyahu Hanavi di Alessandria, una delle più grandi e antiche tra Nord Africa e Medio Oriente. In Egitto, Paese musulmano sunnita in cui la minoranza cristiana copta conta oltre 10 milioni di fedeli, la comunità ebraica che ancora vive in città è ridotta ad appena una ventina di persone, anche se fino agli anni 30 ha contato 20 mila fedeli e in passato ha raggiunto quota 50 mila. I numeri però non hanno impedito al governo del Cairo di stanziare oltre due milioni di dollari per riportare all'antico splendore la sinagoga: uno strappo alla regola, poiché per legge le spese sarebbero dovute essere a carico dell'autorità religiosa ebraica.

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L'interno della sinagoga

Costruita ne11354,distrutta nel 1798 da un bombardamento durante l'occupazione francese e ricostruita dalla dinastia di Mehmet Ali nel 1850, la sinagoga ha una capienza di 700 posti. La decisione del governo egiziano, in particolare quella di finanziare il restauro, non è stata gradita dall'ala musulmana più tradizionalista, mentre ha incassato il sostegno della diaspora degli ebrei egiziani, a cominciare dall'associazione Nebi Daniel, che da tempo spingeva per un intervento. soprattutto dopo il crollo del tetto nella zona riservata alle donne, che l'ha fatta poi chiudere. La notizia ha avuto vasta eco anche fuori dal Paese e viene vista come un segnale verso le minoranze per la preservazione dei loro luoghi di culto. Ma per l'Egitto del discusso dittatore Al Sisi - hanno notato alcuni - è anche una mossa politica in vista, a ottobre, dell'elezione del nuovo direttore generale dell'Unesco. Per il vertice dell'organizzazione, Il Cairo ha una sua candidata: Moushira Khattab, diplomatica di lungo corso, che è stata anche il primo ambasciatore egiziano nel Sudafrica post-apartheid.

Per inviare la propria opinione al Venerdì di Repubblica, telefonare 06/49823128, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


segreteria_venerdi@repubblica.it

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