Incursione nella chiesa vicino a Gerusalemme, parte la ricerca dei responsabili Ma Avvenire già incolpa 'estremisti ebrei'
Testata: Avvenire Data: 22 settembre 2017 Pagina: 21 Autore: la redazione di Avvenire Titolo: «Raid nella chiesa di Santo Stefano a Beit Jimal»
Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 22/09/2017, a pag. 21 la breve "Raid nella chiesa di Santo Stefano a Beit Jimal".
In attesa di conoscere l'identità dei responsabili dell'atto vandalico nella chiesa di Santo Stefano a Beit Jimal, non possiamo non sottolineare come le posizioni e l'atteggiamento del Vaticano in relazione a Israele (non nominata come tale ma con l'espressione "Terra Santa") possano essere incubatori di violenza. Ogni atto vandalico è da condannare, aspettiamo di saperne di più prima di attribuire la responsabilità a estremisti ebrei. Avvenire, invece, incolpa preventivamente "estremisti ebrei", rivelando ancora una volta un doppio standard di giudizio.
Ecco l'articolo:
La chiesa di Santo Stefano a Beit Jimal profanata
Ai «danni ingenti» provocati dalle distruzioni delle statue e delle vetrate, si aggiunge il profondo dolore causato «al fanatismo di questi gruppi di persone, che non vogliono accettare la diversità e la fede dell'altro». Così monsignor Giacinto-Boulos Marcuzzo, neo vicario patriarcale per Gerusalemme e la Palestina, commenta ad AsiaNews l'attacco portato nella serata di mercoledì «da alcuni fanatici» (come lui stesso li definisce e con tutta probabilità «estremisti ebraici») alla chiesa di Santo Stefano a Beit Jimal, vicino Gerusalemme. Il luogo di culto è parte di un complesso gestito dai salesiani che comprende un monastero e un cimitero, teatro nel 2016 di una profanazione. «Siamo in un periodo di festa - aggiunge Marcuzzo - per il Capodanno ebraico e musulmano. In questo clima di gioia e celebrazioni, abbiamo ricevuto ieri la notizia di questo nuovo attacco.
I vandali hanno fatto irruzione all'interno della chiesa e hanno distrutto le croci, la statua della Madonna e le vetrate artistiche, oltre che i volti dei santi». Il danno, prosegue il vescovo, non è solo economico ma è dovuto «al messaggio fanatico che questo attacco racchiude: una ideologia che non accetta la fede, la visione dell'altro. Nell'Antico Testamento c'è scritto di distruggere le statue perché simbolo di idolatria». Ecco, «queste persone distorcono le Scritture e promuovono il fanatismo. Forse non è un attacco diretto ai cristiani, ma certo è un messaggio contro quanti non condividono la loro ideologia e fa paura, perché mostra che non vi è rispetto per gli altri, viene minata la convivenza sociale». L'attacco è stato condannato anche dall'Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa: «È con dispiacere e rabbia - ha sostenuto Wadie Abunassar a nome dell'Assemblea di Terra Santa - vedere noi stessi impegnati nella condanna di simili atti criminali che si sono ripetuti molte volte nei recenti anni, mentre al tempo stesso non vediamo né sicurezza né trattamento educativo da aperte delle autorità dello Stato contro questo fenomeno pericoloso».
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