Un po' di blu nel cielo
di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz)
Nel 5777 Israele ha ulteriormente conseguito ottimi risultati Tuoni di tempesta echeggiano sparsi qua e là per il mondo, e il rumore degli stivali si fa sentire, ma in Israele il cielo resta terso in questo inizio di nuovo anno. Il Paese, che si prepara a festeggiare il settantesimo anniversario della sua ritrovata indipendenza, si dimostra più dinamico che mai. A Tel Aviv, dei lavori veramente faraonici stanno preparando la metropolitana di domani; una linea ferroviaria ultramoderna dal prossimo aprile collegherà la Città Bianca a Gerusalemme in soli 28 minuti. In realtà tutto il Paese sembra un immenso cantiere. Un po’ ovunque, nuove strade avvicinano le periferie al centro. Gli indicatori economici sono soddisfacenti, e la moneta nazionale fa bella figura rispetto al dollaro e all’euro. Le start-up israeliane hanno ottenuto risultati sbalorditivi, e alcune sono state acquistate per un ammontare che supera ogni immaginazione. Anche il turismo gode di una fiorente ripresa, sono sorti nuovi alberghi e presto altri apriranno i battenti. Nonostante gli appelli al boicottaggio, le più prestigiose compagnie internazionali si avvicendano sui palcoscenici del Paese. Sono risultati ancor più straordinari se si considera che l’anno che sta per finire non è stato certamente del tutto tranquillo. Se i servizi di sicurezza sono riusciti a sventare in tempo decine di attentati programmati, il terrorismo ha fatto ancora troppe vittime. Gerusalemme ha conosciuto giorni difficili. La popolazione ha affrontato con coraggio le minacce, e dei semplici civili non hanno esitato, a rischio della propria vita, ad affrontare degli aggressori armati.
Naturalmente non dobbiamo farci illusioni: ci sono alcune nuvole all’orizzonte e i nemici di Israele non disarmano. Sul piano internazionale, l’UNESCO si è di nuovo macchiata di ignominia, avendo negato l’origine ebraica millenaria di Hebron e di altri luoghi. Da un’altra parte, l’Europa comprende nel dolore, che il terrorismo islamico non conosce frontiere e cerca nuove strategie. Ma torniamo a noi: quest’anno, oltre due milioni di bambini, le forze vive di domani, hanno iniziato l’anno scolastico e il rientro è andato bene, nella solita gioiosa baraonda. I genitori hanno finalmente potuto riprendere un po’ di fiato, dopo le lunghe, troppo lunghe vacanze estive. Il Ministro dell’Educazione si è impegnato a ridurre le vacanze per l’anno in corso. Chissà, può darsi che lui mantenga quella promessa che i suoi predecessori avevano fatto ma non mantenuto. Se le squadre nazionali di calcio e di basket non hanno brillato sulla scena internazionale, una giovane sportiva, Linoy Ashram, ha offerto al Paese le sue due prime medaglie di bronzo ai Campionati mondiali di ginnastica ritmica. David Grossman è stato premiato per il suo ultimo romanzo: sta volando verso il Premio Nobel? Infine, “Foxtrot”, il film dell’israeliano Samuel Maoz, ha vinto il Leone d’Argento e il Gran Premio della Giuria alla Mostra del Cinema di Venezia. Shanà tovà a tutti.
Michelle Mazel è una scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron”. Le sue recensioni sono pubblicate sull’edizione settimanale in lingua francese del Jerusalem Post