Riprendiamo dal TEMPO di oggi, 21/09/2017, a pag. 11, con il titolo "Mossad: 'l'Isis cerca la ribalta Rischio attacco in Vaticano' ", il commento di Francesca Musacchio.
Francesca Musacchio
L'Isis è a caccia di visibilità per dimostrare che la sua potenza non è in crisi. Le pesanti sconfitte subite tra Siria e Iraq hanno offuscato l'immagine del gruppo terroristico e quindi serve una risposta adeguata, un attacco spettacolare. Quale migliore obiettivo se non il Vaticano? E' questo il presupposto dal quale è partita la simulazione dell'Itc, Herzliya International Institute for Counter-Terrorism Conference, a cui hanno partecipato anche alcuni ex ufficiali del Mossad e dell'esercito israeliano. Uno scenario spaventoso, messo in campo per immaginare come potrebbe svolgersi un attacco terroristico a San Pietro, da sempre considerato l'obiettivo numero uno dello Stato islamico. La simulazione, fatta anche attraverso un inquietante gioco di ruoli dove i leader Isis erano interpretati da alcuni 007, è stata attuata per ricreare possibili scenari, motivazioni e organizzazione degli jihadisti.
E' stata persino inscenata una riunione tra i vertici del Califfato per pianificare il mega-attacco che avrebbe l'ambizione di dimostrare che l'Isis è ancora esistente, nonostante le sconfitte subite in Siria. Il tutto è avvenuto, per tragica coincidenza, il giorno prima dell'esplosione nella metropolitana di Londra. La Gran Bretagna, però, non è un obiettivo facile, vista la difficoltà di entrare liberamente, e neanche uno dei più importanti dal punto di vista mediatico. I terroristi sconfitti in Siria e Iraq cercano l'azione eclatante Nonostante l'attacco a Person Green non abbia sorpreso gli esperti israeliani, la loro analisi li ha portati a considerare uno scenario ben più appetibile per gli jihadisti: l'Italia e in particolare il Vaticano. Boaz Ganor, fondatore del think tank, ha interpretato il ruolo del leader dell'Isis, Abu Bakr al-Baghdadi. L'ex capo di Mossad, Naftali Granot, ha invece svolto la parte del capo del consiglio militare dell'Isis. Nello scambio di battute previste dalla simulazione, il concetto dei terroristi suona come una profezia: «Negli ultimi anni abbiamo subito delle sconfitte militari. Ma questa non è sicuramente la fine. Ora ci concentreremo principalmente su ciò di cui siamo più capaci: colpire gli infedeli in vari Paesi usando gli attacchi suicidi e altre operazioni terroristiche. Per noi sarà molto più semplice che combattere una vera e propria campagna militare. Questa nuova fase sarà una lunga campagna terroristica».
L'organo dell'Isis Dabiq minaccia un attacco al Vaticano
L'attacco a San Pietro, dunque, avrebbe «un grande valore simbolico in quanto è il simbolo del cristianesimo». Nella simulazione sono stati persino utilizzati dettagli operativi come il numero di kamikaze che potrebbero essere messi in campo, l'uso di droni e di componenti esplosivi che si possono facilmente acquistare per costruire bombe artigianali. Proprio in merito ai droni, inoltre, gli specialisti hanno spiegato come sia facile reperirne di ottima qualità su Amazon al costo di 700 dollari. Insomma, la simulazione di uno scenario devastante, ma allo stesso tempo realizzabile, che allerta anche su un possibile attacco in contemporanea nelle stazioni metro nei pressi di San Pietro. Secondo l'analisi utilizzata per progettare la simulazione, l'Isis avrebbe inviato in Europa la maggior parte dei combattenti stranieri. Tutti mujaheddin pronti a compiere attacchi nei Paesi d'origine e già in possesso di armi, esplosivi e munizioni per «avviare una vera e propria campagna di terrore». Non è la prima volta che da Israele arrivano avvertimenti sul rischio di attentati in Italia. I servizi segreti israeliani hanno segnalato tra gli obiettivi il Vaticano e il Papa, oggetto anche della propaganda jihadista nel web. Mai come questa volta, però, è inevitabile pensare alla ormai famosa copertina di Dabiq, il magazine online dello Stato islamico, dove si vede issata la bandiera nera dell'Isis sull'obelisco di piazza San Pietro.
Un'immagine che negli anni ha simboleggiato più di ogni altra le intenzioni dell'Isis: arrivare a Roma, conquistarla, sottometterla e sostituire tutti i simboli del cristianesimo con quelli dell'Islam. Le informazioni delle varie intelligence e la continua propaganda sul web, inoltre, hanno contribuito ad innalzare l'allerta per possibili attentati nel nostro Paese, come durante il Giubileo quando Roma si è blindata. Tra le immagini agghiaccianti che continuano ad affollare gli incubi di quanti devono occuparsi della sicurezza in Italia, ci sono le foto postate nel corso degli ultimi tre anni da alcuni account Twitter in cui si vedono Roma e piazza San Pietro a ferro e fuoco, mentre la terribile bandiera nera dello Stato islamico sventola sulla città eterna. In un'altra immagine, invece, la mappa della Libia sovrasta Roma e sotto la frase: «Le armi degli ottomani sono state lanciate e hanno accerchiato Roma dopo avere conquistato la Libia a sud dell'Italia. Chi vuole prendere Roma e l'Andalusia deve cominciare dalla Libia». La simulazione israeliana dei giorni scorsi, quindi, evoca gli scenari più volte temuti dagli esperti e da non sottovalutare.
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