Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 15/09/2017, a pag.17 con il titolo "Kim vuole sconvolgere l’Asia. Missile sorvola il Giappone", la cronaca di Francesco Semprini.
Francesco Semprini
Kim Jong-un
Kim Jong-un non si ferma. La Corea del Nord lancia un nuovo missile da una postazione nei pressi di Pyongyang, che sorvola l’isola giapponese di Hokkaido, quella più a nord rispetto al resto del Paese. Le autorità di Tokyo hanno diramato lo stato di allerta su scala nazionale, consigliando ai cittadini di trovare opportuno riparo. Il timore di un’irrefrenabile escalation pervade la comunità internazionale ed ora inizia a serpeggiare un sentimento di paura non solo nella regione dell’Alto Pacifico ma anche negli Stati Uniti. Il giovane leader sembra essere senza freni, anche di fronte alla mobilitazione sempre più ampia che ha portato all’approvazione di nuove e più severe sanzioni da parte del Consiglio di sicurezza Onu, con l’assenso di Cina e Russia, tradizionali partner del regime.
Kim lo aveva annunciato tra le righe proprio ieri minacciando di voler cancellare Giappone e Stati Uniti con la potenza delle sue atomiche. «Una minaccia - aveva replicato Tokyo - estremamente provocatoria e oltraggiosa», mentre il segretario alla Difesa Usa, Jim Mattis, si reca in visita a una base nel Nord Dakota che ospita arsenali nucleari. Il messaggio è chiaro: l’America è una potenza atomica matura che non si lascia intimidire dalle minacce di una «giovane nazione». A frenare su una escalation nucleare nella penisola è il presidente sudcoreano Moon Jae-in che ribadisce d’altro canto di voler mantenere un canale aperto per il dialogo.
Intanto i sismologi di CTBTO e NORSAR rettificano al rialzo l’intensità delle scosse registrate il 3 settembre dopo il test tanto da ritenere che la bomba H non sia stata di 120 kilotoni, pari a 120 milioni di chili di tritolo, ma di 250 kilotoni, ovvero un quarto di megatone. Anche se, per alcuni analisti, la potenza dell’esplosione potrebbe essere riconducibile a una concatenazione di deflagrazioni tradizionali (dinamite e tritolo) programmate dagli scienziati, piuttosto che dalla potenza in sè dell’ordigno.
Preoccupano tuttavia le immagini raccolte dai satelliti Synthetic Aperture Radar (SAR), più accurati di quelli convenzionali, che rivelano i cambiamenti ambientali seguiti alla esplosione termonucleare. Sono evidenti mutazioni morfologiche intorno al Mount Mantap, oltre a un abbassamento della vetta, a conferma che il test è avvenuto nel complesso di tunnel del sito Punggye-ri, dove sono stati compiuti anche quelli del 2009, 2013 e 2016. Dalle immagini si evidenzia un cratere di forma rettangolare a ridosso del monte e, secondo alcuni rapporti, lo stesso potrebbe essere a rischio di collasso a causa dell’indebolimento indotto. I SAR rivelano infine aumenti nel drenaggio delle acque che potrebbero portare radionuclidi (come lo Xenon-133) in superficie. Fattori di rischio che si aggiungono alla dispersione di radioattività seguita al test, ma negata con forza dalle autorità nordcoreane secondo cui le «sofisticate tecnologie di compressione» impiegate per la bomba H avrebbero impedito ogni impatto ambientale.
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