BDS in Europa: come gli Usa possono combatterlo
Manfred Gerstenfeld intervista Benjamin Weinthal
(Traduzione di Angelo Pezzana)
Benjamin Weinthal
Benjamin Weinthal è membro della Foundation for Defense of Democracies- un think tank indipendente sulla sicurezza a Washington e corrispondente del Jerusalem Post.
“BDS fece la sua comparsa durante una campagna contro Israele nel 2005. Il progetto si ispirava alla conferenza delle Ong anti-razziste di Durban, Sud Africa, nel 2001. Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni, BDS, si è diffuso nell’ultimo decennio. Le stesso fenomeno, senza etichetta, esisteva già in Europa dal 1967. “Non esiste ancora uno studio approfondito sul BDS in Europa. In base alle mie ricerche si è sviluppato molto soprattutto nei paesi dell’Europa occidentale. Un appello online di BDS-Francia ha ottenuto l’adesione di circa 70 associazioni francesi.
“Le sezioni BDS sono come un incendio che si dirama in tutti gli aspetti della vita europea. È presente nei sindacati, nei gruppi che si occupano di diritti umani, nelle chiese e istituzioni religiose, ecc. “I governi europei finanziano le organizzazioni BDS attive in Europa e in Medio Oriente. NGO Monitor, che opera a Gerusalemme, ha pubblicato molta documentazione sul sostegno dei governi europei alle iniziative BDS.
Leila Khaled in vecchia immagine dei tempi di Arafat
“Per capirne la centralità e il funzionamento, è utile ricordare la decisione della UE del 2015 quando ha imposto l’etichettatura dei prodotti provenienti dai territori contesi. Il conflitti di Israele con i palestinesi è l’unico caso in cui la UE ha adottato misure punitive. Ha ignorato l’occupazione della Turchia della parte nord di Cipro e quella del Marocco del Sahara occidentale. Ci sono delle forze che si sono schierate contro il finanziamento del BDS nel parlamento svizzero, ma i paesi UE non hanno preso posizione di fronte al fatto che il denaro dato alle iniziative BDS provenisse dalle tasse dei cittadini. Ci sono anche dei legami tra i finanziamenti ai gruppi terroristi in Europa e i gruppi BDS, lo dimostra il collegamento con la nota terrorista del PFLP Leila Khaled. Malgrado il fatto che il PFLP sia stato classificato in Europa e Usa come organizzazione terrorista, Spagna,Germania,Austria,Olanda e altri paesi europei le permettono di organizzare tour con manifestazioni violente contro Israele promuovendo iniziative BDS.
“Dopo la mia inchiesta sulle banche che avevano aperto conti alle organizzazioni BDS che finanziavano la Khaled, la banca austriaca BAWAG ha chiuso i conti del gruppo e del loro centro culturale Austria-Arab. Il capo del BDS del Sud Africa, Farid Esak, un teologo islamista, spesso in Europa, è risultato un finanziatore di Leila Khaled. Un hotel privato ha annullato un contratto con BDS Austria quando si è saputo delle sue losche attività. Ci sono foto di Leila Khaled sul sito web di Sud Africa BDS, dove si vede chiaramente come il denaro raccolto veniva consegnato al PFLP. Purtroppo queste indagini sui rapporti tra BDS e terrorismo sono soltanto all’inizio, dopo essere state largamente sottovalutate.
“Gli Stati Uniti possono dare a Israele, l’alleato più importante in Medio Oriente, un forte aiuto, spingendo la UE a chiudere ogni rapporto con il BDS. Negli Usa, quasi la metà degli stati hanno leggi anti-BDS. Il Congresso ne sta preparando una a livello federale. Gli Usa hanno preso delle misure contro il BDS europeo. Per esempio, hanno chiesto ad alcune banche di chiudere i conti correnti. Dal Congresso sono partite richieste di investigazioni nelle banche tedesche che aiutano i gruppi BDS, non solo la chiusura dei conti. L’ex senatore Mark Kirk ha chiesto che venissero indagati i conti correnti BDS presso la Commerzbank, la seconda per importanza in Germania, che ha dovuto chiudere il conto nel 2016. Spero che il governo USA dica apertamente che le banche straniere non solo interrompano i loro sostegni al BDS, ma che vengano sanzionate penalmente. Questo riguarda anche le banche americane, PayPal e altre istituzioni di servizi online. Le misure punitive dovrebbe poi diventare legge. Il passaggio della legge Usa anti-BDS al livello federale, sarebbe un passo molto importante, un messaggio alle istituzioni europee coinvolte nel BDS. Impedire l’accesso al mercato Americano a queste compagnie sarebbe il migliore fra tutti i rimedi contro le imprese europee che vanno a nozze nel discriminare i prodotti israeliani.
“Gruppi della società civile dovrebbero far partire delle campagne per combattere le azioni BDS messe in atto dai sindacati,il mondo accademico e le chiese. Il mondo del lavoro in America è largamente pro-Israele. I sindacati americani dovrebbero contattare le loro controparti europee per renderli consapevoli quanto il BDS sia una organizzazione fascista anti-sindacale. Il Comitato Ebraico Lavoratori di New York City ha svolto un eccellente lavoro nel mondo sindacale per fermare il BDS. Nel 2007 ha ottenuto il sostegno del più importante sindacato tedesco, il DBG, che si è schierato contro il BDS. Combattere efficacemente il BDS richiederà anche una forza organizzativa di base. Andranno trovate più risorse e iniziative all’interno della società civile”.
Manfred Gerstenfeld è stato insignito del “Lifetime Achievement Award” dal Journal for the Study of Antisemitism, e dall’ International Leadership Award dal Simon Wiesenthal Center. Ha diretto per 12 anni il Jerusalem Center for Public Affairs.
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