Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 04/09/2017, a pag. I, con il titolo "La storia riscritta con un'ascia", il commento tratto dal Figaro.
Un monumento a Cristoforo Colombo
Mathieu Bock-Côté
Negli eventi seguiti a Charlottesville, Bill de Blasio, sindaco di New York, ha considerato di tirare giù la statua di Cristoforo Colombo, perché sarebbe offensivo per i nativi americani. Secondo lui, questa statua probabilmente provoca l’odio, come molti simboli associati all’espansione europea e alla colonizzazione delle Americhe. In Canada, un’associazione di insegnanti dell’Ontario ha proposto di rinominare le scuole intitolate a John A. MacDonald, uno dei padri fondatori del paese. In Gran Bretagna si propone la distruzione della statua di Nelson, accusato di aver difeso la schiavitù. Ci sono molti altri esempi di questa caccia alle statue nelle ultime settimane”. Mathieu Bock-Côté, intellettuale franco-canadese, critico del multiculturalismo, sul Figaro parla di “manifestazione di incultura” e di “furiosa purificazione che eccita la folla” analizzando la recente ondata di iconoclastia che divampa in America, in Inghilterra, in Canada e in Australia. Si abbattono non soltanto le statue degli eroi sudisti, ma anche quelle dei missionari cattolici, e dei grandi colonizzatori che, come nel caso dell’Australia, scoprono nuovi continenti portandovi la civiltà.
“Come spiegare questa rabbia improvvisa che, in nome della decolonizzazione interna degli stati occidentali, vuole estirpare la memoria? Ci troviamo di fronte a uno scoppio particolarmente violento di febbre, che testimonia il potere del riflesso penitenziale nella cultura politica occidentale contemporanea. La mania penitenziale, come vediamo, colpisce ovunque in occidente. Si smantellano le statue, si riscrivono i libri di testo, si moltiplicano le scuse a questa o quella comunità. Questa visione della storia, terribilmente semplicistica, prende la forma di un processo che si rivolge innanzitutto agli eroi a lungo ammirati. Prima o poi, ci prenderemo le statue di de Gaulle, Churchill, Roosevelt e molti altri, come se fossimo invitati a un nazificazione retrospettiva del passato occidentale. L’Europa non sa cosa fare con il suo passato coloniale, che molti sono tentati di assimilare a un crimine contro l’umanità. La storia dell’Europa sarebbe una prigione e porterebbe direttamente al sistema concentrazionario. Si invitano i giovani americani, la gioventù canadese e quebecchese a credere di essere eredi di una storia odiosa che devono ripudiare con ostentazione. E li si educa a odiare la propria civilizzazione. Come non possiamo vedere in questo una forma di controllo ideologico? Ognuno si ritira in una storia fatta di lamentele ed esige il monopolio della storia collettiva, altrimenti si moltiplicano contro di lui le accuse di razzismo. Si tratta di un nuovo dispositivo ideologico in fase di creazione, che contribuisce a ridefinire i contorni della rispettabilità politica. La storia dei popoli non può essere riscritta facendo un uso arrabbiato dell’ascia”.
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