Riprendiamo da TUTTOSPORT di oggi, 02/09/2017, a pag 1/45, con il titolo " Giro d'Italia senza confini, Gerusalemme è pronta " la cronaca di Andrea Schiavon sul Giro d'Italia in bicicletta in trasferta a Gerusalemme.
Immagine dellla Maratona italiana a Gerusalemme
Una corsa senza confini: questo sarà il Giro d'Italia 2018 che, per la prima volta nella storia delle grandi corse a tappe, uscirà dall'Europa. Le partenze dall'estero non sono certo una novità ma in questo caso la scelta ha ricadute che vanno ben oltre il mondo dello sport: la prima tappa si svolgerà a Gerusalemme. In Israele nei prossimi giorni il sindaco di Gerusalemme Nir Barkat darà l'annuncio ufficiale e la risonanza sarà planetaria, perché la corsa si disputerà in maggio, proprio nelle settimane in cui si celehrerà il 70 anniversario della fondazione dello Stato di Israele. Una corsa senza confini in una terra che si confronta quotidianamente con le frontiere. Una manifestazione che ha una storia più lunga del Paese che la ospita. ll Giro può scrivere una pagina storica con questa partenza in Israele, perché tra le squadre attese al via ci sono anche la Bahrain Merida di Vincenzo Nibali e la Uae Emirates guidata da Beppe Saronmi. Due formazioni che portano le bandiere del Golfo Persico sulle divise, in gara sulle strade di Israele. Questa è diplomazia su due ruote.
SQUADRA DI CASA In Israele si stanno attrezzando per schierare (grazie a una wild card) anche una propria squadra: nelle ultime settimane la Israel Cycling Academy è stata particolarmente attiva sul mercato, ingaggiando non solo i norvegesi Sondre Holst Enger e August Jensen, ma pure il belga Ben Hermans e lo spagnolo Rubén Plaza. E il manager della squadra, il 29enne Ran Margaliot, sta monitorando con attenzione anche l'evoluzione della crisi Cannondale, per attingere eventualmente anche dall'organico della squadra statunitense.
Il budget del team non è certo quello della Sky, ma in Israele hanno senza dubbio deciso di investire in maniera massiccia nel ciclismo: solamente per organizzare le prime tre tappe del Giro, è stata stanziata una cifra intomo ai 10 milioni di dollari.
SICUREZZA Le spese non riguardano solo i soldi che verranno corrisposti agli organizzatori e quelli che saranno spesi per la logistica, ma anche quelli necessari per la sicurezza, tema imprescindibile in Israele. II Paese ospita regolarmente manifestazioni internazionali: giusto in questi giomi a Tel Aviv c'è la nostra Nazionale di basket per il girone degli Europei, mentre nel 2013 Israele ha ospitato gli Europei Under 21 di calcio, quelli che l'Italia di Mangia ha perso in finale (a Gerusalemme), contro la Spagna.
Garantire la sicurezza all'interno di uno stadio o di un palazzetto però è cosa ben diversa che farlo in strada: giusto due giorni fa alla Vuelta il russo Maxim Belkov è stato aggredito e sbattuto contro le transenne da un malato di mente. Impossibile scortare uno a uno duecento corridori, soprattutto nelle fasi di gara in cui il gruppo si presenta sgranato. La sicurezza sarà uno dei temi più dibattuti nei prossimi mesi, ma questa non è certo una novità per Israele. La grande incognita è come il Giro verrà accoIto da tutti quelli che non riconoscono lo Stato ebraico. Un'invasione di biciclette è cosa ben diversa da un'invasione di carri arenati. Ma per qualcuno non fa alcuna differenza.
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