giovedi` 05 dicembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Bet Magazine Rassegna Stampa
01.09.2017 Da generazione a generazione: come trasmettere l'identità
Editoriale di Fiona Diwan

Testata: Bet Magazine
Data: 01 settembre 2017
Pagina: 1
Autore: Fiona Diwan
Titolo: «Faremo e ascolteremo: la lezione di Lev Semionovic Vygotskij»

Riprendiamo dal BOLLETTINO della Comunità ebraica di Milano, settembre 2017, a pag. 1, l'editoriale della direttrice Fiona Diwan.

Immagine correlata
Fiona Diwan

Immagine correlataImmagine correlata
Lev Semionovic Vygotskij

 

 Caro lettore, cara lettrice, «la coscienza si riflette nella parola come il sole in una goccia d’acqua», scriveva Lev Semionovic Vygotskij, il geniale studioso che rivoluzionò la pedagogia del XX secolo, soprannominato il “Mozart della psicologia”, un gigante a lungo misconosciuto per via della morte precoce nel 1934 e della persecuzione antisemita di Stalin. Vygotskij pensava che sono le azioni e le parole che costruiscono la coscienza e il pensiero (e non viceversa, come ci hanno abituato a credere millenni di filosofia greca e platonica; per l’ebraismo, com’è noto, prima si agisce e poi si pensa, è il celebre Naasè venishmà, il faremo e ascolteremo..., perché si impara facendo e solo dopo si pensa e si riflette). La parola, il pensiero dialogico: per questo il Dio ebraico è così ciarliero e accetta addirittura di cambiare idea quando Mosè o Abramo insistono, sommergendolo di argomenti. Azioni e parole che sono alla base del processo educativo e cognitivo ebraico. Vygotskij sapeva che il testo dello Shemà Israel, ad esempio, è un manifesto programmatico di come si trasmettono le idee e il senso dell’agire (... e lo ripeterai ai tuoi figli... vedibarta bam...). Si chiedeva: qual è il segreto della trasmissione ebraica, quel ledor vador che ci permette di dire oggi “eccoci ancora qui, a dispetto di tutto”? In che cosa consiste quest’arte di passare il testimone, quella scommessa sul futuro, quell’ingaggio nella continuità e nel voler durare attraverso figli e nipoti, che poi fa sì che la nostra identità non vada sciupata e dispersa come “lacrime nella pioggia”?

Oggi, alla vigilia di Rosh haShanà, questa domanda mi sollecita più che in altri momenti. Penso a Vygotskij, oggetto di una damnatio memoriae durata più di mezzo secolo e di cui oggi vengono pubblicati, per la prima volta, i Taccuini (in russo e in inglese). Adesso, le sue spoglie mortali sono state traslate accanto alla tomba di Krusciov, nel cimitero degli eroi russi. Il suo genio, finalmente riconosciuto. Ma non il suo ebraismo: negato e demonizzato ancora oggi a tal punto che persino i nipoti se ne vergognano e lo censurano. A lui, così consapevole della propria ebraicità diasporica, la sorte ha negato una discendenza veramente ebraica. A lui, dobbiamo il fatto che seppe tradurre nei linguaggi della moderna psicologia il processo educativo che ha consentito all’ebraismo di durare nella Diaspora. Anche lui aveva capito, come noi oggi, che l’identità ebraica è un paradigma possibile della contemporaneità. Oggi più che mai, con questa moltitudine di diaspore stratificate e sovrapposte. Aveva compreso che il segreto della coscienza ebraica sta nel saper rimanere se stessi accogliendo l’Alterità e facendo della nostra ambivalenza una ricchezza. E che tutto questo sarebbe stato impossibile senza l’arte di trasmettere. Senza aver imparato a godere di una spiritualità che addolcisce, che innalza, che non fornisce risposte per ogni interrogativo ma che dà, forse, serenità, apertura mentale, capacità di accoglienza verso lo straniero, il gher che giace in ciascuno di noi. Shanà Tovà a tutti.

Per inviare al Bollettino la propria opinione, telefonare: 02/483110225, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


bollettino@tin.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT