Riprendiamo dal MANIFESTO di oggi, 01/09/2017, a pag. 8, con il titolo "Israele festeggia: Unifil 'aggiustata' ", il commento di Michele Giorgio.
Michele Giorgio, pur nella totale disinformazione e demonizzazione dello Stato ebraico, riporta talvolta notizie ignorate dagli altri quotidiani. E' il caso di oggi.
La missione Onu Unifil nel Libano meridionale, che dovrebbe impedire ai terroristi di agire indisturbati, è di fatto connivente con i terroristi stessi e di conseguenza, anziché una soluzione, è una parte del problema. Non crediamo che qualcosa cambierà fino a quando sarà questo il comportamento delle forze internazionali che, invece, dovrebbero garantire la salvaguardia della pace.
Ecco l'articolo:
Michele Giorgio
Cantava vittoria ieri l'ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite Danny Danon per la modifica del mandato dell'Unifil, la forza di interposizione dell'Onu schierata nel Libano del sud e a guardia delle coste libanese.
MERCOLEDÌ NOTTE il Consiglio di Sicurezza Onu ha approvato il rinnovo del mandato dell'Unifil con “aggiustamenti”. In effetti sul campo le modifiche sono limitate. I caschi blu dovranno riferire in tempi più rapidi che in passato se, durante i pattugliamenti insieme all'esercito libanese, si troveranno di fronte ad aree chiuse da Hezbollah.
DAL PUNTO DI VISTA POLITICO e diplomatico invece quei cambiamenti rappresentano un successo per Israele se si considera che inizialmente Francia e Russia si erano opposte a qualsiasi modifica del mandato dell'Unifil. Resta alta nel frattempo la tensione tra Libano e Siria da un lato e Iraq dall'altro. Baghdad ha condannato l'accordo di tregua con lo Stato Islamico, mediato dal movimento sciita libanese Hezbollah, che ha visto il trasferimento di 310 jihadisti dalla regione siriana del Qalamoun (vicina al confine con il Libano) a Boukamal, nel distretto di Deir Ezzor, a ridosso della frontiera con l'Iraq.
SECONDO PONTI IRACHENE i miliziani andati a Boukamal sarebbero già passati nella regione di Anbar. Ieri il leader sciita iracheno Muqtada Sadr ha chiesto al governo di Haider al Abadi di impegnarsi con ogni forza disponibile per garantire la sicurezza dell'area adiacente alla frontiera con la Siria.
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