Riprendiamo dal MANIFESTO di oggi, 01/09/2017, a pag. 8, con il titolo "Guterres: 'Gaza rinchiusa, è un disastro umanitario' ", il commento di Michele Giorgio; da L'OSSERVATORE ROMANO, a pag. 3, la breve "Il segretario generale dell'Onu visita Gaza".
A destra: Antonio Guterres
Michele Giorgio e OR, come di consueto, non perdono occasione per disinformare contro Israele. Oggi riportano con enfasi le frasi pronunciate da Antonio Guterres, segretario dell'Onu in visita a Gaza, dove i terroristi di Hamas lo hanno accolto nel modo migliore.
Come abbiamo scritto su IC il 30 agosto (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=999920&sez=120&id=67449) Israele è talmente ben disposto nella ricerca di una soluzione da ospitare nella residenza del Presidente Rivlin anche il segretario dell'Onu Antonio Guterres, il quale ha fatto affermazioni sorprendenti di stima e considerazione nei confronti di Israele che contraddicono i fatti che avvengono all'Onu, tutti sbilanciati a favore della narrativa palestinista. Gli ospiti vanno trattati con educazione, ma l'ipocrisia dell'ospite Guterres è a livelli stratosferici. Ecco alcune delle affermazioni di Guterres:
1) "Gli appelli alla distruzione di Israele sono una forma moderna di antisemitismo e non li permetteremo"
2) "Le Nazioni Unite tratteranno Israele con imparzialità"
Corrette invece le parole pronunciate da Benjamin Netanyahu nel suo incontro con Guterres:
1) "Teheran vuole costruire siti per la produzione missilistica in Siria e Libano ed utilizzare queste armi contro Israele, una cosa che l'Onu non dovrebbe accettare"
2) "La missione dell'Onu Unifil (United Nations interim force in Lebanon) ha 'fallito miseramente' nel suo mandato di prevenire l'incremento dell'arsenale militare del movimento terroristico sciita di Hezbollah"
Ecco gli articoli:
IL MANIFESTO - Michele Giorgio: "Guterres: 'Gaza rinchiusa, è un disastro umanitario' "
Michele Giorgio
Tutta colpa di chi controlla Gaza, tutta colpa di Hamas. È secco il giudizio di Jason Greenblatt, l'inviato di Trump in Medio oriente, sulle cause delle spaventose condizioni in cui versa la Striscia di Gaza. Nessuno spazio per le responsabilità di Israele e dell'Egitto o per l'occupazione, nessun riferimento ai bombardamenti di Israele che nel 2014 hanno ridotto in macerie migliaia di case, nessuna considerazione per il blocco terrestre e navale che soffoca la Striscia.
TUTTA COLPA DEGLI ISLAMISTI e dei loro razzi anche se da tre anni non li lanciano più. «Hamas ha sostanzialmente danneggiato la popolazione di Gaza — ha affermato Greenblatt — e i palestinesi che vivono a Gaza devono fronteggiare delle difficoltà a causa dell'impegno di Hamas in attività terroristiche». Perciò ha sollecitato il ritorno di Gaza sotto il controllo dell'Anp sorvolando sulla stretta decisa dal presidente Abu Mazen che ha tagliato stipendi e sussidi agli ex dipendenti pubblici e i finanziamenti al settore dell'energia per costringere Hamas alla resa. Sinora queste misure hanno colpito solo la popolazione civile.
PAROLE QUELLE di Greenblatt che escludono altre interpretazioni della condizione di due milioni di palestinesi chiusi in quella che, giustamente, viene chiamata la «prigione a cielo aperto più grande del mondo». Ben diverse sono state le dichiarazioni del segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, entrato due giorni fa a Gaza. Guterres ha chiesto con forza la «rimozione» della «chiusura» della Striscia. «Sono molto scosso di essere qui oggi, sfortunatamente testimone di una delle più drammatiche crisi umanitarie a cui ho mai assistito in tanti anni di lavoro alle Nazioni Unite. (E necessario) un programma di interventi per migliorare le condizioni di vita del popolo palestinese», ha commentato parlando a Beit Lahiya in una scuola dell'Unrwa, l'agenzia dell'Onu che assiste i profughi. Occorre, ha aggiunto, «riaprire ciò che è stato chiuso, aprire le chiusure in linea con la Risoluzione 1860 del Consiglio di Sicurezza». Poi si è rivolto alla comunità internazionale: «La soluzione dei problemi del popolo di Gaza non è umanitaria», ha sottolineato richiamando quanto aveva detto negli incontri avuti a Gerusalemme con il premier israeliano Netanyahu e a Ramallah con Abu Mazen.
IL MIO PRIMO APPELLO - ha concluso—è all'unità: Gaza e Ramallah sono parti della stessa Palestina. Per questo, in linea con i principi dell'Olp, invoco unità. Le divisioni non fanno che minare la causa del popolo palestinese». Il secondo appello è stato per la realizzazione della soluzione a Due Stati attraverso «un processo politico credibile». Le parole di Guterres serviranno a scuotere una comunità internazionale indifferente verso la condizione di Gaza e la questione palestinese? Spingeranno l'Anp di Abu Mazen e Hamas a mettere da parte la loro inutile lotta per un potere e a ricostruire l'unità palestinese? I dubbi sono forti e gli abitanti di Gaza non riescono neppure ad immaginare la fine del blocco e la riconciliazione tra palestinesi, mentre le misure decise da Abu Mazen per colpire Hamas aggravano la crisi umanitaria conseguenza diretta di quella politica. A Gaza si va avanti con due-tre ore di elettricità al giorno, con l'acqua in gran parte non potabile secondo gli standard Oms, con un sistema sanitario che vacilla, con una disoccupazione da record mondiale, con un'economia in ginocchio —è sufficiente girare per la Striscia per rendersene conto — anche se qualche «esperto», misurando il Pil, la vede in crescita.
GAZA SOPRAVVIVE SOLO grazie agli aiuti umanitari garantiti finora delle agenzie dell'Onu e dalle Ong internazionali. La realtà è questa. E accanto alla miseria diffusa, la mancanza di lavoro, le distruzioni, cresce la disperazione. L'aumento dei suicidi è sensibile: qualche giorno fa un altro ragazzo si è tolto la vita. Ma la colpa, ci spiega Greenblatt, è solo di Hamas, in definitiva degli stessi palestinesi.
L'OSSERVATORE ROMANO: "Il segretario generale dell'Onu visita Gaza"
Guterres, condotto da israeliani, ispeziona uno dei "tunnel della morte" di Hamas lungo il confine di Gaza.
La situazione umanitaria a Gaza è «drammatica» e va rimosso il blocco alla striscia. Il segretario generale dell'Onu António Guterres, alla sua prima visita nel territorio palestinese, ieri, si è detto «profondamente emozionato» e ha fatto subito appello alla comunità internazionale per sostenere «con forza l'aiuto umanitario». Poi ha annunciato, per dare immediata concretezza alle sue richieste, di aver deciso di «destinare, dalle limitate risorse del fondo centrale dell'emergenza delle Nazioni Unite, quattro milioni di dollari a favore delle attività dello staff dell'Onu» che sta lavorando a beneficio del popolo di Gaza. «La soluzione dei problemi di Gaza non è umanitaria» ha tuttavia precisato, richiamando due concetti già espressi negli incontri avuti a Gerusalemme e in Cisgiordania. «Il mio primo appello — ha spiegato — è all'unità: Gaza e Ramallah sono parti della stessa Palestina». Poi ha chiesto «un processo politico credibile che consenta la soluzione dei due stati», israeliano e palestinese. Il segretario generale Guterres ha quindi annunciato “un programma di interventi per migliorare le condizioni di vita del popolo palestinese. E importante — ha aggiunto — trovare soluzioni in linea con la risoluzione 1860 del consiglio di sicurezza”.
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