Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 28/08/2017, a pag. II, con il titolo "Betlemme capitale palestinese?", il commento tratto dal Jerusalem Post.
Il commento ironico del Jerusalem Post vuole mostrare l'assurdità, da parte araba palestinese, di pretendere che Gerusalemme sia capitale dello Stato palestinese, peraltro inesistente. Perché, dopo Ramallah, non potrebbe essere capitale Betlemme? E' l'occasione, per il Jerusalem Post, per una disamina della fuga dei cristiani da questa città e la vertiginosa crescita della popolazione musulmana e dell'influenza di Hamas.
Ecco l'articolo:
Betlemme
Il mondo si è rivelato assai miope quando ha accettato di dichiarare che il sito del Tempio di Gerusalemme e il Muro occidentale, ultimo resto dei contrafforti del Monte del Tempio, sono islamici e non fanno parte di Israele. Si sa che i palestinesi rivendicano Gerusalemme come loro capitale e il mondo, con queste scelte, sembra volerli assecondare. Ho una soluzione migliore da proporre: facciamo che sia Betlemme la loro capitale”. Così Barry Shaw sul Jerusalem Post.
“I palestinesi non perdono occasione per raccontare al mondo quanto abbiano a cuore il luogo di nascita di Gesù, che loro definiscono ‘un messaggero palestinese’. E sostengono di avere molto a cuore la cristianità, anche se la popolazione cristiana di Betlemme, da schiacciante maggioranza che era nel 1995 quando Israele in un gesto di pace ne cedette il controllo a Yasser Arafat, è precipitata al 12 per cento di oggi. I palestinesi sostengono che questa fuga dei cristiani da Betlemme è stata causata dalla barriera di sicurezza israeliana. Ma non è un po’ strano che, nello stesso periodo, la popolazione musulmana sia aumentata? Secondo le statistiche, la popolazione di Betlemme è cresciuta dai 14.439 abitanti del 1967 agli oltre 27.000 di oggi. Quello che è cambiato è l’equilibrio demografico interno: molti meno cristiani, molti più musulmani. E molto più peso degli estremisti di Hamas. E allora, che Betlemme sia la capitale della Palestina. Mettiamo la questione sul tappeto. Vediamo se il mondo cristiano sarà disposto ad accettare che il suo luogo più santo vanga trasformato nella capitale di coloro che si considerano l’avanguardia del mondo islamico. Betlemme è l’espressione universale della fallimentare politica del porgere l’altra guancia. Coloro che sono rimasti zitti di fronte allo scippo del loro patrimonio cristiano a Gerusalemme quando l’Unesco, su ordine del mondo musulmano, ha convertito il Tempio ebraico (il Tempio di Gesù) in un sacrario esclusivamente islamico; coloro che sono rimasti inerti di fronte al massacro in massa di cristiani nel medio oriente musulmano non muoveranno un dito per Betlemme. […]
Bisognerebbe chiedersi: ma di quante capitali hanno bisogno i palestinesi? Hamas, che ha la sua capitale a Gaza, si considera il vero capofila della causa palestinese. L’Autorità palestinese cerca di mantenere il potere nella sua capitale Ramallah, dove è sepolto l’eroe fondatore Yasser Arafat. Che bisogno hanno di una terza capitale? Dopo la distruzione delle Torri gemelle da parte di terroristi musulmani l’11 settembre 2001, alcune anime pie suggerirono di erigere al loro posto una moschea some espressione della ‘tolleranza’ occidentale. Forse lo stesso spirito di ‘tolleranza’ consentirà ai palestinesi di traslare i resti di Yasser Arafat, l’arciterro - rista islamico originario, nella piazza della Mangiatoia accanto alla Basilica della Natività. Insistiamo, dunque, a proporre Betlemme come capitale palestinese. In fondo, non ha molto più senso che insistere perché lo sia Gerusalemme”.
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