Riprendiamo dal MANIFESTO di oggi, 26/08/2017, a pag.7 con il titolo "Fosse comuni a Tal Afar, 500 giustiziati dall'Isis" la cronaca di Michele Giorgio.
Quando Michele Giorgio non è ossessionato dall'osservare in maniera distorta Israele e si guarda intorno, è in grado di vedere i risultati delle stragi compiute nel nome di Allah. Come in questa cronaca, che è sfuggita agli altri media, che rende sempre più simili i metodi del terrorismo musulmano a quelli del Terzo Reich. Che poi l'etichetta si chiami ISIS non ne cambia il contenuto.
Michele Giorgio
Nel giorno in cui ha fatto il giro del mondo il nome di Ivana Walid, la ragazza irachena yazida che ha riconosciuto in tv «Abu Ali», uno dei mercanti delle schiave dell'Isis e suo aguzzino, intervistato tra gli sfollati e l'ha denunciato su Facebook, le forze di sicurezza irachene hanno annunciato ieri il ritrovamento nei pressi della prigione di Badush, a nord-ovest di Mosul, di altre due fosse comuni contenenti i resti di 500 persone giustiziate dagli uomini del Califfato.
UNA PIÙ PICCOLA con 30 corpi e l'altra con 470, probabilmente le centinaia di sciiti massacrati nel 2014 quando l'Isis prese il controllo del carcere. A marzo, sempre nel complesso di Badush, erano stati scoperti altri 500 cadaveri. Questi nuovi macabri ritrovamenti confermano la regola di morte applicata dal calif fo Al Baghdadi nei confronti di coloro che rifiutavano la sua autorità, degli sciiti e dei membri delle minoranze religiose. Ieri si è anche appreso che i miliziani dello Stato islamico hanno dato fuoco a otto civili, incluso un bambino, nella provincia irachena di Kirkuk dove i jihadisti controllano ancora Hawija e parti dei distretti di Dibis e Daqoq. Due civili invece sono morti e altri otto sono rimasti feriti in due diversi attentati ieri a Baghdad. Il primo ordigno è esploso nelle vicinanze di un mercato nel distretto di Tarmiya, il secondo nel quartiere di Shaab. Il mese scorso, secondo i dati della missione Onu per l'Iraq, Unami, 241 civili iracheni sono stati uccisi e altri 277 sono stati feriti in attentati terroristici, violenze e conflitti armati. Infuria nel frattempo la battaglia di Tal Afar, l'ultimo bastione dell'Isis tra Mosul e la Siria Le forze governative irachene e le milizie alleate avevano sfondato le linee nemiche, difese da 1.500 uomini, il 22 agosto procedendo da otto direttrici. Dopo aver liberato i quartieri di HayTali'ah, Al NasireAroba, ieri l'esercito ha raggiunto la città vecchia di epoca ottomana e la polizia ha preso il controllo di Kifah, a nord di Tal Afar, spegnendo le ultime sacche di resistenza dell'Isis. Le Unità di mobilitazione popolare irachene (milizie a maggioranza sciita) hanno liberato il quartiere di al Saad e sono entrate a Qadisiya non lontano dal centro. Due giorni fa avevano liberato i quartieri di al Mualmen e Al Jazeera, dove ora è in corso la bonifica dell'area dalla presenza di ordigni esplosivi.
SI TEME PER I CIVILI intrappolati nella città. Il loro numero non è noto. Ieri Sayyed Ahmed al Safi, inviato della massima autorifà religiosa sciita irachena, l'ayatollah Ali al Sistani, ha visitato il fronte di Tal Afar. Nell'estate del 2014, dopo la proclamazione del Califfato a Mosul e nel nord dell'Iraq da parte di Al Baghdadi, Sistani chiamò tutti gli uomini validi a difendere Baghdad e il resto del paese.
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