Riprendiamo dalla NAZIONE di oggi, 20/08/2017, a pag.8, con il titolo "Così mi sono arruolato fra i jihadisti" la cronaca di Roberto Giardina.
Roberto Giardina
Berlino - Come diventare un terrorista dell'Isis? Lo racconta Björn Suitzel, giornalista della Bild Zeitung, che per mesi ha finto di volersi arruolare nelle file dei jihadisti fino al punto di chiedere ai suoi interlocutori votati alla Jihad istruzioni per compiere un attentato. Il cronista è riuscito a fingere sera destare sospetti. Ovviamente ha informato le autorità tedesche che hanno controllato lo scambio di messaggi. Un doppio gioco iniziato nel luglio dell'anno scorso, prima degli attentati avvenuti in Germania, a Würzburg e Ansbach, tutti compiuti da terroristi isolati, da cani sciolti come vengono definiti, mentre in realtà sono manovrati e aiutati da lontano dalle centrali operative dell'Isis.
Stritzel è uno dei più noti giornalisti del quotidiano tedesco 'Bild Zeitung' riesce a rinviare il momento di entrare in azione fino alla strage nel mercato di Natale a Berlino, compiuta dal tunisino Amri. «E stato semplice — racconta —, ho chiesto sotto una falsa identità di inviare un video ad Amaq, l'agenzia di notizie dell'Isis, che pubblica i messaggi dei martiri' pronti a morire per la causa. Da quel momento sono rimasto in contatto con loro». Un giorno il giornalista chiede istruzioni su come entrare in azione. Jihadista: «Domanda a Saraya. Lui ti può aiutare. Jundullah parla inglese molto bene». Apparentemente i contatti del giornalista lo chiamano dalla Siria. Abu K, il suo interlocutore, si presenta come un tipo molto gentile. Jihadista: «Fratello, se stai preparando qualcosa, ti avverto di non comunicare via Telegram». Lascia perdere le bombe: noleggia un camioncino e lancialo ad alta velocità sulla folla via solo come mezzo di propaganda. Per organizzare un attentato, invece, considera il social poco sicuro. Jihadista: «AbudalAbdullah ti consiglia di distruggere la tua carta sim... Akhi usa il timer per far sparire ogni messaggio entro un minuto, subito dopo averlo letto». BJÖRN obbedisce, ma fotografa i messaggi con un altro cellulare. I contatti si interrompono. Per alcuni mesi nessuno si fa vivo. Poi una sera il cellulare del cronista si mette a vibrare, poco prima di mezzanotte. Dall'altra parte della cornetta c'è il fratello' tedesco di Björn. Vuole ricordargli il suo dovere... L'impegno assunto di impegnarsi in un attacco omicida. Jihadista: «Come stai fratello? Abbiamo avuto problemi con Internet e quindi non siamo stati in grado di contattarti per un po' di tempo». Il I8 luglio, il profugo afgano Riaz Ahmadzai, 17 anni, attacca su un treno a Würzburg, una famiglia di turisti cinesi, con un coltello e un'ascia. Il giovane ferisce gravemente quattro persone. Fugge a piedi e viene abbattuto dalla polizia. Qualche giorno dopo, il 24, il profugo siriano Mohammed Daleel, 27 anni, tenta di far esplodere una bomba a una festa popolare a Ansbach, ma a morire è lui. I feriti sono dodici. Entrambi i jihadisti erano controllati dai contatti di Björn. Pochi giorni dopo il secondo attacco Abu K. si fa vivo con il giornalista. Jihadista: «Devi entrare in azione. Colpisci, sarai onorato conte un soldato dello Stato islamico». Ogni volta che viene arrestato un presunto terrorista in Germania, arriva al cronista un messaggio dal suo contatto tagliagole. Jihadista: «Come stai, fratello? Tutto a posto?». I terroristi non conoscono la vera identità di Björn e per questo ogni volta controllano che non sia lui a essere finito in galera. Il 17 agosto viene arrestato un jihadista a Eisenhüttenstadt. Subito al cronista arriva un consiglio dai tagliagole. Jihadista: «Stai attento, tieni unprofilo basso. Non dare nell'occhio». Björn: «Come preparo una bomba? Tutti i miei tentativi di prepararne una sono falliti. Voglio passare all'attacco». Jihadista: «Lascia perdere, è complicato. Il minimo errore e rovini tutto». Björn: «Voi potete aiutarmi a costruirla». Jihadista: «Hai visto cosa ha combinato Daleel? Ha fatto esplodere una bomba ma si à ammazzato solo lui... E neanche un infedele». Björn: «Come devo fare, allora?». Jihadista: «Affitta un camion o rubalo... A quel punto guidalo in mezzo alla folla e travolgi i passanti». Björn: «Ma non ho la patente». Il cronista della Bild sa che l'attentato con un camion era stato consigliato a Riaz, anche lui senza patente. Comprende che ora il suo contatto è il famigerato' Jihadi Mohamed Mahmoud. Non un tipo qualsiasi... L'islamista ha scontato quattro anni di galera prima di arrivare in Germania. Ha guidato il gruppo Millatu Ibrahim i cui membri sono stati espulsi dal Paese. Ora agiscono dalla Libia e dall'Egitto. In passato Björn aveva scritto di lui con il suo vero nome. In tutta risposta Mahmoud lo aveva invitato in Siria per tagliargli la testa. Adesso il terrorista si mette in contatto con il giornalista, fa sapere che è proprio lui il suo interlocutore. Mahmoud lo guida all'azione e al martirio. Björn cerca di guadagnare tempo. Jihadista: «Ogni giorno aumenta il pericolo che la polizia scopra i tuoi piani. Devi agire in fretta, mio fratello tedesco. Usa un coltello. Loro non se lo aspettano. Vai in un monastero, o in un ospedale, un ricovero per anziani, entra di notte nel reparto dei malati gravi e macellali. Colpisci velocemente, più tempo prendi e più errori possono capitare. Non appena il piano è pronto, basta avere fiducia in Allah». Björn: «Non me La sento di usare un coltello». Il cronista vuole vedere fino a che punto il suo interlocutore si mostrerà paziente con lui che, dal canto suo, si finge del tutto incompetente come tagliagole. Jihadista: «Hai visto conte i nostri due fratelli hanno sgozzato il prete in Normandia? Ti manderemo al più presto un video per farti vedere come si usa un coltello». BJÖRN interrompe il contatto. A Natale si verifica l'attentato al mercatino di Natale a Berlino, in cui perde la vita anche una giovane italiana. Il terrorista falcia la folla con un camion, come era stato consigliato a Björn. I servizi tedeschi hanno controllato i colloqui del giornalista con l'Isis. Eppure non furono prese precauzioni. Ecco il prezziario dei terroristi « I Omila euro per combattere» «Mi hanno fermato per strada. Guarda quanti soldi abbiamo, mi hanno detto. Ma se ti arruoli li puoi avere anche tu». Il volto coperto, la voce camuffata. Così un giovane immigrato ha raccontato la sua esperienza a un giornalista. Il prezziario dell'Isis. «Noi viviamo alla grande e mandiamo anche tanti soldi ai nostri familiari» insistevano gli jihadisti. Per fare la scorta a un alto ufficiale la paga è di 500 euro. A chi decide di andare a combattere arrivano 1Omila euro; 50mila euro pagati in anticipo alla famiglia di chi, invece, sceglie la strada del martirio facendosi esplodere in un attentato. «No, io non ho accettato ma un mio amico sì» racconta ancora il giovane. «È stato mandato a combattere in Libia e in Tunisia. So che gli hanno dato una montagna di soldi. Ha combattuto in strada e in Libia ha partecipato ad attentati contro i poliziotti. Non so se è ancora vivo. Di lui non ho avuto più notizie. Quello che so è che i terroristi possono colpire ovunque».
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