Egr. Sig.ra Fait, condivido il contenuto del suo articolo e arrivo a comprendere la sua acrimonia quando parla di terrorismo e mafia palestinese; ne ha tutte le ragioni! Trovo del tutto ingiustificate e offensive le affermazioni sugli italiani che sarebbero a suo dire, "ammiratori del terrorismo palestinista" che addirittura, secondo lei, avrebbero "origine nell'ammirazione che hanno per quelle cosche mafiose cher sono gli arabi cosiddetti palestinisti". Essere ebrei non giustifica l'insulto generalizzato nei confronti dei propri concittadini, perchè, ritengo che lei viva in Italia e sia cittadina di questa nazione.
Giovanni Battista Vargiu
Gentile signor Vargiu,
Noto nel suo messagio una punta di veleno del tutto ingiustificata. Io non mi sento autorizzata a criticare la simpatia di molti italiani per il terrorismo palestinista in quanto ebrea ma in quanto italiana. A causa del mio impegno per Israele sono costretta a frequentare molto i social che, come lei sa bene, sono la pancia dei sentimenti di chi, in anonimato o meno, esprime liberamente i propri pensieri che, se riguardano Israele o gli ebrei, sono spesso al limite della denuncia, molti lo superano considerevolmente. L'Italia politica dei governi di sinistra ha sempre appoggiato i palestinisti arrivando a far fuggire dal territorio nazionale terroristi che avevano assassinato italiani. Sappiamo che il terrorista Arafat è stato paragonato a Mazzini e a Garibaldi proprio da un premier italiano. Abbiamo sentito un Presidente italiano esclamare "Cosa vogliono questi ebrei" subito dopo l'assassinio di Stefano Tachè nella sinagoga di Roma. Ad ogni congresso di Italia-Israele dovevamo essere protetti dai bravi ragazzi dei centri sociali e attivisti politici da cordoni di polizia e carabinieri. Come vede quindi sono altamente e umanamente autorizzata come italiana a criticare i miei connazionali (non tutti ovviamente) per la loro incomprensibile simpatia nei confronti del terrorismo palestinista. Shalom
Deborah Fait, italiana e israeliana