Merkel vola nei sondaggi e visita la prigione della Stasi Commento di Roberto Giardina
Testata: La Nazione Data: 12 agosto 2017 Pagina: 8 Autore: Roberto Giardina Titolo: «Merkel nella prigione della Stasi, quelle ombre sul passato»
Riprendiamo da NAZIONE/CARLINO/GIORNO di oggi, a pag. 8, con il titolo "Merkel nella prigione della Stasi, quelle ombre sul passato", il commento di Roberto Giardina.
Roberto Giardina
Angela Merkel
VIAGGIO nel passato per Angela Merkel. A due giorni dalla ricorrenza della costruzione del muro (13 agosto 1961) la Cancelliera è andata in visita alla prigione della Stasi, la polizia segreta della DDR, a Hoeheschönhausen, un quartiere di Berlino. Un luogo di terrore, dove finivano senza processo gli opposiori del regime. Frau Angela ha deposto una corona insieme con una delle vittime di allora, Arno Brefke, ha ricordato con poche parole l'oppressione della dittatura rossa, che lei ha conosciuto, ma che ha superato indenne, senza compromessi, anche se continuano a girare voci senza prove su sue presunte complicità con la Stasi. Il suo governo ha stanziato nove milioni di euro per trasformare la prigione in un museo, un memoriale per le vittime della Germania comunista. Una visita elettorale, a cinque settimane dalle elezioni (il 24 settembre). Sembra più che improbabile che non vinca per la quarta volta e rimanga al potere per altri quattro anni, eguagliando l'era di Helmut Kohl (16 anni). Se si votasse domenica prossima, la CDU/CSU della Merkel otterrebbe il 40 per cento, e l'SPD dello sfidante Martin Schulz si fermerebbe al 24. Sarà invitale una replica della Grosse Koalition, ma si potrebbe avere un'alleanza risicata dei cristianodemocratici con i liberali, con un margine dell'uno per cento e circa sette deputati. In Germania potrebbero bastare.
Il logo della Stasi
SONO stati i socialdemocratici a spingere la Cancelliera alla visita, insieme con i verdi, nella speranza di metterla in difficoltà. Lei, in fondo, è una figlia dell 'est, e ricordarlo — si spera — potrebbe far guadagnare qualche voto. Non tanto togliendolo alla Merkel, quanto all'estrema sinistra della Linke, che a 28 anni dalla caduta del muro, in molte regioni all'est supera l'SPD. Ma i nostalgici arrabbiati è probabile che scelgano l'AfD, i populisti della destra. Da un estremo all'altro. Angela e la Stasi, un passato mai chiarito? Ci credono più all'estero che in Germania. Quando il muro divise Berlino, lei aveva compiuto otto anni. Nata nella ricca Amburgo, ad ovest, fu il padre, il pastore luterano Horst Krasner (scomparso nel 2011) a portarla a pochi mesi nella DDR, che lui considerava terra di missione. Per i comunisti era un pazzo o una spia, e la Stasi controllò la famiglia giunta dall'ovest fin dal primo giorno. Alle elementari, la maestra chiedeva alla piccola Angela «che dice tuo padre a casa?» Era allenata a convivere con gli Spionen. Quando riuscì a iscriversi alla facoltà di fisica, l'Università di Berlino Est pullulava di agenti e di collaboratori, gli IM, Informale Mitarbeiter. Chiesero anche a lei di diventare un'informatrice. Se la cavò con furbizia: «Non vi conviene, rispose, ich quatsch zu sehr», chiacchiero troppo. Una pettegola non è adatta a fare la spia.
FACEVA parte della FDJ, la gioventù comunista, se si fosse rifiutata non sarebbe stata ammessa all'Università, e lavorava per il sindacato. Su di lei è stato trovato un dossier della Stasi, era controllata dall'agente Frank Schneider: si trovano registrate tutte le sue scappatelle amorose, il matrimonio con il coetaneo Ulrich Merkel, il divorzio, la lunga relazione con il professore Joachim Sauer, iniziata negli Anni Ottanta, quando si credeva che il muro sarebbe rimasto ancora per un secolo.
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