Gent.ma sig.ra Deborah Fait, seguo quotidianamente il sito di IC, con tutti gli stupendi articoli/analisi di U.Volli, F.Nirestein, A.Pezzana, degli altri collaboratori e la sua rubrica sulle nefandezze regolarmente sbugiardate trasmesse dalle tv, riguardo allo stato di Israele. Seguo anche la pagina Facebook di Noi che amiamo Israele. Proprio su questo sito mi è capitato più volte di vedere come i militari dell' IDF, anche dopo un attentato compiuto dai terroristi palestinisti, si adoperano per salvare o in qualche modo portare soccorso a questi luridi soggetti. Tutto questo lo trovo ingiusto: Ma come ? Tu mi lanci i missili. Mi accoltelli delle persone inermi. Ti lanci con l'auto contro i passeggeri in attesa dell'autobus. Ed io ti devo soccorrere? Personalmente, non solo lo trovo ingiusto, ma altamente offensivo nei confronti delle persone che hanno subìto gravi danni per mano di questi luridi terroristi assassini, che non meritano la benchè minima assoluzione/comprensione. Conoscendo la sua lucida razionalità, pragmatismo e conoscenza del mondo ebraico, vorrei una sua opinione su questo comportamento da parte dei militari dell'IDF. Un enorme mazal tov ed un sincero shalom.
Roberto Marelli
p.s.: ......e sempre W Israele !!!
Gentile Roberto,
Capisco il suo punto di vista e capisco come questo possa risultare a volte incomprensibile ma senza il rispetto di questa etica non potrebbe esistere l'IDF, cioè un esercito del popolo per il popolo, un esercito fatto di tutti i figli di Israele che non potrebbero comportarsi diversamente. Le faccio un esempio personale, l'anno prossimo si arruolerà mio nipote e, se non si comportasse secondo le regole prescritte fin dal primo giorno della sua esistenza dall'esercito di Israele, ne sarei molto delusa. L'IDF è il nostro orgoglio oltre che la nostra possibilità di sopravvivenza in un mondo arabo che ci vorrebbe tutti morti e non si potrebbe essere orgogliosi, non potremmo amare tanto i nostri ragazzi e ragazze se non si comportassero come è stato loro insegnato a casa. La loro casa non è solo quella della famiglia ma di tutto il popolo, la loro casa è Israele. La sua lettera però mi porta a fare un altro ragionamento, lei è la prima persona che nota questa armonia tra il dovere di difendere la patria e la volontà di restare bravi ragazzi e di aiutare, in caso di bisogno, anche il nemico e per questo la ringrazio. Durante la festa della Giornata dell'Indipendenza un grido esce dal nostro cuore "Per lo splendore di Israele" e il nostro esercito, fatto di figli e figlie, è parte preponderante, se non la più importante di questo splendore.
Un cordiale Shalom