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Che ci fanno i mercenari russi in Siria? nelle scorse due settimane in Israele e negli ambienti vicini ad Israele si discuteva accanitamente se Netanyahu aveva fatto bene o male a togliere i metal detector dalle porte della città vecchia di Gerusalemme che conducono al Monte del Tempio (ma il dato di fatto incontestabile su cui riflettere è che la crisi che allarmava tutti si è sgonfiata e non ha dato luogo né a una sommossa palestinista, né a una mobilitazione generale contro Israele del mondo islamico: http://www.jpost.com/Arab-Israeli-Conflict/Analysis-Reasons-the-Temple-Mount-crisis-did-not-explode-501587 ). E in effetti le analisi dei pianificatori militari israeliani iniziano a includere l'incognita russa nelle analisi di una possibile guerra con Hezbollah e il fronte filoiraniano. Sono analisi molto preoccupanti, che escludono la possibilità di una vittoria totale alla maniera della Guera dei Sei Giorni, ma mettono in conto piuttosto una ripetizione della prima guerra con Hezbollah (per rinfrescarvi la memoria qui trovate una sintesi: https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_del_Libano_(2006 )), che riuscì sì a ristabilire la deterrenza israeliana, tanto che su quel fronte c'è tranquillità da undici anni, ma a prezzo di molte perdite militari e civili di Israele e di un bombardamento delle infrastrutture libanesi che provocò vaste reazioni internazionali. Ora questo stesso scenario si ripeterebbe assai peggiorato, con la prospettiva di migliaia di morti civili in Israele e della necessità dell'uso di armi pesanti sui villaggi libanesi in cui Hezbollah ha annidato le sue rampe missilistiche. Anche il risultato potrebbe essere significativo ma non decisivo come lo fu l'ultimo. Se volete leggere l'analisi compleeta la trovate qui (http://www.inss.org.il/wp-content/uploads/2017/07/adkan20-2ENG_4-59-73.pdf ), se preferite un buon articolo di riassunto, potete leggere questo ( http://www.israelhayom.com/site/newsletter_opinion.php?id=19607 ). Una novità rispetto a 11 anni fa è che Hezbollah è presente anche in territorio siriano. La Russia potrebbe svolgere una funzione positiva, cioè impedire che i combattimenti si estendano anche qui; oppure potrebbe in diversa misura impedire alle forze aeree israeliane di utilizzare la loro superiorità ( Hezbollah non ha aviazione, a quel che si sa), togliendo a Israele una carta decisiva. Come pure potrebbero impedire a Israele la carta dell'attaco di sorpresa, visto che dovrebbe necessariamente essere preavvertita per evitare pericolosi incidenti. Non sappiamo naturalmente come andranno le cose e quali sono i patti negoziati fra Putin, Trump e Netanyahu, che si è opposto allo schieramento russo sul Golan concordato fra Putin e Trump, ma forse solo pro forma, senza l'energia che ha usato per combattere l'accordo fra Obama e l'Iran. Speriamo solo che i militari russi svolgano un ruolo diverso da quelli delle truppe dell'Onu in Libano (spesso, a nostra vergogna, comandate dall'Italia) che contro il loro mandato sono state acquiescienti e silenziose davanti al riarmo di Hezbollah al confine con Israele. Nel frattempo emerge una novità inquietante, di cui di nuovo il pubblico italiano non è stato informato e di cui probabilmente sentite parlare per la prima volta qui. Pare che la Russia abbia in Siria, oltre all'esercito regolare, un gruppo consistente di mercenari (http://jforum.fr/600-mercenaires-russes-sont-morts-en-syrie-video.html ), che ha appena rafforzato notevolmente: ne sarebbero appena arrivati altri 2000 per sostenere lo sforzo del presidio di "zone sicure" fra cui quella al confine con Israele (http://jforum.fr/la-russie-fait-decoller-2000-mercenaires-pour-la-syrie.html) . Sto parlando di mercenari in senso proprio, soldati di professione pagati profumatamente da una parte in un conflitto: in questo caso la Russia, che pure proibisce il reclutamento e lo stazionamento di truppe mercenarie sul suo territorio. E' da qualche mese che si segnalano questi mercenari in Siria (http://news.sky.com/story/revealed-russias-secret-syria-mercenaries-10529248 ), che avrebbero avuto anche delle perdite (https://www.rbth.com/defence/2017/03/07/mysterious-russian-private-military-group-pops-up-again-in-media-reports_715186 ). Si tratterebbe di un gruppo chiamato "Wagner"(https://in.rbth.com/economics/defence/2016/08/31/russias-wagner-group-fighters-sighted-in-syria_625551 ) dal nome di battaglia del loro comandante, un tenente colonnello della riserva russa di nome Dmitri Utkin ( https://themoscowtimes.com/news/more-undocumented-russian-fighters-from-private-wagner-group-die-in-syria-57499 ), che sembra noto per le sue simpatie neonaziste. Il gruppo sarebbe composto da musulmani inguiscezi del Caucaso e avrebbe già avuto un ruolo notevole nell guerra non dichiarata fra Russia e Ucraina. Ho usato il condizionale perché tutta questa storia può sembrare una di quelle narrazioni complottiste di cui in genere bisogna diffidare. Ma a parte la varietà delle fonti che vi ho appena citato, ce n'è una in particolare che è di solito molto seria, la rivista americana Foreign Policy, che ne parla estesamente in un articolo di quelche mese fa: http://foreignpolicy.com/2017/02/10/the-world-first-jihadi-private-military-contractor-syria-russia-malhama-tactical/ . I vantaggi dell'avere mercenari al posto di soldati regolari in un terreno difficilissimo come la Siria sono evidenti: le perdite non sarebbero costose per il Cremlino in termini di politica interna come se si trattasse di militari di leva. E i comportamenti sarebbero certamente meno sorvegliati, più – diciamo – disinvolti sia in termini di diritti umani e di crimini di guerra, che di schieramenti e rispetti degli accordi. Insomma, la presenza di una forza mercenaria russa delle dimensioni di una brigata a pochissimi chilometri dal Golan israeliano è una preoccupazione in più per chi ha la responsabilità della difesa del paese. Anche perché questo tipo di forze non si usano staticamente, come una guarnigione o una forza di garanzia, ma hanno un uso tipicamente attivo e dinamico. Questo è solo un esempio delle molte cose che stanno accadendo in Medio Oriente senza che lo si sappia o se ne parli troppo. La morale è che, anche per giudicare di incidenti tattici come la provocazione terrorista del Monte del Tempio, bisogna sforzarsi di vedere le linee strategiche dello scontro in atto.
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