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La Stampa Rassegna Stampa
06.08.2017 Ong: sapevano 24 ore prima l'arrivo dei migranti sui barconi
Cronaca di Grazia Longo, Rino Giacalone

Testata: La Stampa
Data: 06 agosto 2017
Pagina: 4
Autore: Grazia Longo-Rino Giacalone
Titolo: «Il Blitz in mare delle navi di Tripoli: migranti intercettati e portati a terra»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 06/08/2017, a pag.4, con il titolo " Il Blitz in mare delle navi di Tripoli: migranti intercettati e portati a terra ", la cronaca di Grazia Longo, Rino Giacalone.

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Grazia Longo                                 Rino Giacalone

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Oltre 800 migranti fermati dalla Guardia costiera libica e riaccompagnati sulla terraferma. Continua senza sosta il monitoraggio per affrontare l’emergenza dei flussi migratori dalla Libia. «Grazie alle nostre dieci motovedette contribuiremo a rendere la Guardia costiera libica la più importante struttura nella lotta al traffico di esseri umani», aveva dichiarato appena un mese fa il ministro dell’Interno Marco Minniti. E le operazioni degli ultimi giorni confermano la previsione: la Guardia costiera libica ha «recuperato e salvato» 826 migranti in due diverse operazioni a nord di Sabrata. Lo riferisce il portavoce della Marina militare libica, Ayoub Qassem, in un comunicato. In un primo momento si era anche diffusa la voce che i migranti fossero stati arrestati ma non è stata confermata. I migranti tra cui anche bambini, provengono da Marocco, Tunisia, Algeria, Siria, Libia, Sudan e altri Paesi subshariani. Viaggiavano a bordo di tre gommoni e due barche di legno. Il portavoce ha inoltre riferito che i migranti sono stati consegnati all’organismo di lotta alla migrazione clandestina. Più nel dettaglio, tra gli 826 migranti, ci sono i 464 recuperati dalla Guardia costiera di Zawia da due barconi e 362 persone imbarcate su gommoni bloccati dai guardacoste di Sabrata. I numeri degli sbarchi del mese di luglio, del resto, rivelano un’inversione di tendenza rispetto a un anno fa. Praticamente dimezzati: 11.183 i migranti approdati in Italia via mare rispetto ai 23.552 dello stesso mese del 2016 (-52,5%). Il potenziamento del controllo delle coste libiche, alla pari di quello lungo il confine meridionale della Libia, dà insomma i suoi frutti. E c’è da immaginare che il contrasto alle partenze dei migranti potrà essere rafforzato dalle due navi della Marina militare inviate dal nostro Paese come supporto dell’attività della Guardia costiera libica. Prosegue intanto l’inchiesta della Procura di Trapani che mercoledì scorso ha sequestrato la nave Iuventa dell’Ong tedesca Jugend Rettet. Al momento sono 15 le persone iscritte sul registro degli indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Si tratta dei componenti dei tre equipaggi a bordo della Iuventa durante i tre episodi contestati dal procuratore Ambrogio Cartosio e dai pm Andrea Tarondo e Antonio Sgarella, che hanno condotto le indagini in collaborazione con la Squadra mobile di Trapani e lo Sco (il Servizio centrale operativo della polizia). Sono stati infatti identificati i giovani che il 10 settembre 2016 e il 18 e 26 giugno scorso erano sulla nave. Sono sospettati di essere stati complici dei trafficanti di esseri umani. Le «consegne concordate» sono state fotografate da un poliziotto sotto copertura che ha ripreso scene inequivocabili: migranti non salvati ma accompagnati a bordo della Iuventa, scafisti aiutati a tornare indietro dai volontari tedeschi. Le indagini si concentrano ora sui quindici indagati per accertare contatti telefonici, a conferma che siano stati chiamati direttamente dagli scafisti per andare a recuperare i migranti. Nel decreto di sequestro preventivo della Iuventa firmato dal gip Emanuele Cersosimo si legge che la leader del team, Katrin, e un ragazzo, ignari di essere intercettati in mezzo al mare, «parlano del previsto inizio missione per la mezzanotte del giorno successivo». Com’è possibile che sapessero con 24 ore di anticipo che ci sarebbero stati migranti da soccorrere? Su questo stanno lavorando inquirenti e investigatori. Per quanto concerne, invece, le voci di altre Ong sotto inchiesta, Medici Senza Frontiere (che lunedì scorso non ha firmato il Codice di condotta al Viminale) precisa di «non aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dalla Procura di Trapani né da altre Procure in merito alla presunta inchiesta sulla nostra attività di ricerca e soccorso in mare. Le accuse ci erano state rivolte dai Media già alcuni mesi fa, ma non erano seguite altre azioni o informazioni».

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