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La Stampa-Il Giornale Rassegna Stampa
03.08.2017 ONG e Scafisti: un elogio alla Procura di Trapani
Cronaca e commenti: Grazia Longo, Fausto Biloslavo

Testata:La Stampa-Il Giornale
Autore: Grazia Longo-Fausto Biloslavo
Titolo: «'Accordi con i trafficanti di uomini' sequestarta nave dell'Ong tedesca-Il libro nero delle Ong ribelli»

a destra: Ambrogio Cartosio, Procuratore della Repubblica presso la Procura di Trapani

Grazie alla Procura di Trapani, risulta ormai chiaro il rapporto tra Ong e scafisti, video e telefonate registrati lo dimostrano. Per ora è toccato alla sola nave tedesca, ma è probabile che gli stessi accordi siano avvenuti anche con le altre Ong. Ci auguriamo che il ministro Minniti non si lasci intimidire da quell'area -vasta più di quanto si può immaginare- di società italiana di fatto complice, sicuramente interessata al commercio di esseri umani presentato come salvataggio.
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Ong Jugend Rettet

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 03/08/2017, a pag.2, con il titolo "Accordi con i trafficanti di uomini' sequestarta nave dell'Ong tedesca" di Grazia Longo.Dallo stesso quotidiano segnaliamo anche l'analisi di Francesco La Licata, esplicito nel chiarire le responsabilità delle Ong.
Dal GIORNALE, a pag,1/2 l'articolo di Fausto Biloslavo, chi sono le Ong in questione.

La Stampa-Grazia Longo:"Accordi con i trafficanti di uomini, sequestarta navel dell'Ong tedesca"
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Grazia Longo

 Lunedì pomeriggio l’Ong tedesca Jugend Rettet non ha firmato il Codice di condotta voluto dal Viminale in accordo con l’Unione europea, perché contraria alla presenza della polizia giudiziaria a bordo della Iuventa. Un rifiuto che ora pesa come un macigno di fronte all’inchiesta della procura di Trapani e della polizia che travolge l’Ong con la pesante accusa di «favoreggiamento dell’immigrazione clandestina». La nave Iuventa, battente bandiera olandese, ieri è stata sequestrata nel porto di Lampedusa su ordine del gip Emanuele Cersosimo. Al momento il fascicolo è ancora a carico di ignoti e riguarda almeno tre episodi, avvenuti il 18 e il 26 giugno scorsi e il 10 settembre 2016. Ma non sono esclusi nuovi sviluppi di indagine, anzi. «Sulla nave si sono alternati diversi equipaggi - precisa il procuratore di Trapani Ambrogio Cartosio - e al momento non pare abbiano percepito compensi». Per il resto, il quadro è davvero desolante. Con il team della Iuventa che interviene praticamente a ridosso delle coste libiche, arrivando persino ad una distanza minima di 1,3 miglia, per caricare i migranti trasportati dai trafficanti. Questi sono stati fotografati mentre scambiano i saluti con l’equipaggio dell’Ong e se ne tornano tranquillamente in Libia riprendendosi il motore del gommone. E in alcuni casi il viaggio di ritorno degli scafisti viene persino agevolato dall’Ong. Le indagini della squadra mobile di Trapani e dello Sco (il servizio centrale operativo della polizia) hanno scoperchiato un sistema di collusione tra i trafficanti di esseri umani e l’equipaggio della Iuventa. Ma non basta. Emerge anche uno spaccato inquietante, in termini più generali, con le Organizzazioni non governative interessate più che altro a raccogliere fondi e donazioni. Per non parlare di singolari «volontari» che in realtà arrivano a guadagnare fino a 10 mila euro al mese. L’intesa tra l’equipaggio della Iuventa e i trafficanti è stata certificata da intercettazioni, fotografie - grazie anche a un agente di polizia sotto copertura a bordo di una nave di un’altra Ong vicina - e testimonianze di due operatori della Vos Hestia, imbarcazione della Ong Save the Children. Ecco dunque emergere situazioni in cui i migranti spesso non vengono salvati, ma consegnati dagli scafisti agli attivisti della Iuventa. In particolare sono tre gli episodi specifici agli atti dell’inchiesta. Ma ve ne sono altri che secondo il procuratore Cartosio e il pm Andrea Tarondo configurano come «abituale» il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Le indagini sono state avviate nell’ottobre del 2016, e hanno avuto ulteriori accelerazioni a giugno. Utili si sono rivelate le testimonianze dei due attivisti vicini a Save the Children. Ritenute peraltro genuine perché anche i due sono stati intercettati e le loro parole in privato rispecchiavano i loro racconti ufficiali forniti alla polizia e ai magistrati. «In un soccorso datato 10 settembre 2016 - ha spiegato uno dei due operatori ai pm - abbiamo notato che durante un trasbordo dalla Iuventa alla nostra nave di 140 migranti soccorsi da quella imbarcazione, si allontanava un gommone dirigendosi verso le coste libiche con a bordo solo due uomini di colore. Questa circostanza ci faceva ritenere che l’equipaggio della Iuventa avesse trasbordato i 140 migranti dal gommone che rientrava sulla costa con a bordo gli scafisti». Della circostanza venne informato l’Aise. Stessa cosa sarebbe accaduta il 14 febbraio 2017. Il secondo operatore della Ong ha raccontato ai pm che durante le operazioni di soccorso «un legno di sei metri, con due persone di colore a bordo, si sarebbe allontanato dalla Iuventa verso le coste libiche a forte velocità».

Il Giornale-Fausto Biloslavo: " Il libro nero delle Ong ribelli"

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Fausto Biloslavo

S oldi Usa, della Ue e dell'Onu ad Msf, che si rifiuta di firmare il codice di condotta del ministero dell'Interno sul soccorso ai migranti. Minacce di «radicalismo umanitario» e assalto alla «fortezza Europa» per far entrare tutti, profughi e clandestini. Strani sponsor e finanziatori per le sette Ong che fanno spallucce al governo italiano mostrando il loro vero volto di talebani dell'immigrazione senza barriere sulle spalle degli italiani.
MEDICI SENZA FRONTIERE Le entrate di Msf, nel 2016 di 56,8 milioni di euro, si basano soprattutto su 319.496 donatori privati. Impossibile controllarli tutti. L'Ong ha investito nel recupero dei migranti nel Mediterraneo un milione e mezzo di euro. Il 6% delle donazioni arrivano da aziende e fondazioni, anche in Italia, ma Msf è finanziata pure da lotterie, governo americano, istituzioni europee e Nazioni Unite. Soldi che cozzano con il niet all'Italia sul codice di condotta, ma che al momento continuano a venire garantiti.

JUGEND RETTET Ieri la procura di Trapani ha sequestrato la nave dell'Ong tedesca per «favoreggiamento dell'immigrazione clandestina». Fin dall'inizio dell'intervento nel Mediterraneo la Jugend Rettet si scagliava contro «la Fortezza Europa» che tiene lontani i migranti «con nuovi muri e ne limita la mobilità». Il 9 maggio, davanti alla Commissione Difesa del Senato, la vicepresidente dell'organizzazione umanitaria, Lena Waldhoff, dichiarava impunemente: «La collaborazione con la Guardia costiera (italiana, ndr) non comporta, però, anche l'identificazione degli scafisti».

SEA EYE Un'altra Ong tedesca, che sbarca i migranti da noi, ma attacca duramente l'Italia. L'organizzazione umanitaria annuncia sul suo sito che «ha bisogno di 500mila euro per portare avanti le operazioni». E in una lettera indirizzata ai donatori si scaglia contro Roma per il piano di addestramento e rafforzamento della Guardia costiera libica: «Cooperare e appoggiare una tale organizzazione di criminali e mercenari è semplicemente inaccettabile». Per l'Ong conta solo far arrivare tutti in Italia grazie «agli obblighi derivanti dalla convezione di Amburgo, che non fanno distinzioni tra rifugiati e migranti economici».

SEA WATCH La terza Ong tedesca, che non ha neppure partecipato alle riunioni al Viminale per il codice di condotta, ha sempre ribadito che «non accetteremo la presenza a bordo di un ufficiale di polizia giudiziaria». E aggiunto: «In quanto organizzazione non governativa siamo neutrali mentre la polizia è di parte». L'aspetto più grave è che Lion Kircheis, dall'ufficio dell'Ong a Berlino, spiegava che nelle polemiche sui migranti «puoi solo contrastare il radicalismo dell'estrema destra con il radicalismo umanitario». Sul sito di Sea Watch il no al codice di condotta viene giustificato da Violeta Moreno-Lax, lettrice di un'università londinese che bolla il regolamento del governo italiano come «ridondante o semplicemente illegale».

PROACTIVE OPEN ARMS L'Ong spagnola ha preso tempo promettendo di firmare il codice di condotta, anche se non è chiaro quando. L'organizzazione umanitaria ha speso 1,4 milioni per le sue navi, ma la raccolta fondi supera i 2,1 milioni. Oscar Camps, direttore di Proactive Open Arms ha rivelato che fra i donatori spiccano squadre di calcio come il Manchester City e l'attore Richard Gere assieme «ad altri importanti personaggi» non meglio specificati. In passato l'Ong ha utilizzato anche il vascello di lusso Astral del milionario italiano Livio Lo Monaco.

LIFE BOAT Fra i partner conta sull'organizzazione «sorella» Sos Mediterranee e la Fc St. Pauli, una società sportiva di Amburgo diventata famosa non per meriti calcistici, ma per l'attivismo a favore dei talebani dell'immigrazione. Fra gli altri sponsor si segnalano università, il soccorso in mare tedesco, ma pure portali specializzati come Yacht on line.

SOS MEDITERRANEE Nel 2016 ha dichiarato costi per 4 milioni sostenendo che spende 11mila euro al giorno per far navigare Aquarius di fronte alla Libia. Fra i promotori dell'organizzazione umanitaria tedesca anche una Onlus italiana specializzata sull'immigrazione che ha ricevuto 46mila euro da Open society, l'associazione filantropica di George Soros. Sos Mediterranee scrivendo al Viminale per respingere il codice di condotta ribadisce che i poliziotti italiani «non devono stazionare stabilmente a bordo della sua nave e portare armi in contrasto con i principi umanitari di neutralità e indipendenza».

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