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Informazione Corretta Rassegna Stampa
29.07.2017 Giordania: tutte le decisioni sbagliate
Analisi di Mordechai Kedar

Testata: Informazione Corretta
Data: 29 luglio 2017
Pagina: 1
Autore: Mordechai Kedar
Titolo: «Giordania: tutte le decisioni sbagliate»

Giordania: tutte le decisioni sbagliate
 Analisi di Mordechai Kedar

 (Traduzione dall’ebraico di Rochel Sylvetsky, versione italiana di Yehudit Weisz)

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Israele ha danneggiato in misura non trascurabile immagine e sicurezza. Va cambiato l’ atteggiamento con il Regno Hascemita.

 Il Consiglio di Sicurezza di Israele ha deciso di rimuovere tutti i metal detector e le telecamere agli ingressi del Monte del Tempio - e forse anche quelli alla Porta dei Leoni e ad altre Porte della Città Vecchia di Gerusalemme - che erano stati posizionati solo qualche giorno dopo l’assassinio a sangue freddo, compiuto da tre terroristi arabi israeliani, di due ufficiali drusi della polizia di confine, Haiel Sitawe di 30 anni e Kamil Shnaan, di 22 anni.
La decisione era legata alla liberazione , anche se in possesso dell'immunità diplomatica, della guardia di sicurezza nel consolato israeliano, inviata dal capo dello Shin-Bet in missione in Giordania e impegnata in negoziati con i colleghi del Regno hashemita.
Per sostituire i metal detector e le telecamere, la decisione del Consiglio parla di sviluppare “controlli di intelligence” per un costo astronomico di 100 milioni di shekel. Sono disposto a scommettere che niente di significativo sarà pronto nell’immediato futuro e che il discorso di “controlli di intelligence” è rivolto soltanto al pubblico, per far credere all'uomo della strada che il governo troverà un modo per mantenere la sovranità israeliana sulla Città Vecchia e in particolare sul Monte del Tempio.
Inoltre, anche se per miracolo si sviluppasse una nuova tecnologia, non c'è nulla che potrebbe essere piazzato senza suscitare disordini.

 Per i musulmani che odiano Israele, non esiste alcuna differenza tra i metal detector, le telecamere o qualsiasi altra tecnologia, poiché qualunque cosa si metta, esprimerebbe la sovranità ebraica, e questo sarebbe in contrasto con il concetto base dell’Islam, secondo cui gli ebrei devono vivere come dhimmi sotto protezione, costretti a soddisfare le volontà del governo islamico e pagare la ğizya, l’umiliante imposta pro capite, detta “di compensazione”, secondo i dettami coranici.

 Senza dubbio, il governo israeliano ha ceduto e ha abbandonato la decisione di mettere in atto sistemi di sicurezza agli ingressi del Monte del Tempio. Da oggi in poi, solo gli ebrei ed i turisti dovranno sottoporsi a umilianti controlli per essere sicuri che non portino filatteri e libri di preghiera quando salgono al Monte del Tempio.
I musulmani, invece, che hanno dato prova di essere dei terroristi il 14 luglio scorso, potranno continuare ad entrare nel luogo santo senza perquisizioni né controlli, con la libertà di far entrare armi sul Monte del Tempio.

Sul governo israeliano sono state fatte pressioni da ogni direzione: dagli arabi israeliani, dai residenti nei territori dell’Autorità Palestinese, da Paesi arabi e musulmani, dall’ Europa e dagli USA. La capitolazione di Israele, quando si trova di fronte a queste pressioni, è di grandiissima importanza. Il primo errore sta nel fatto che il governo di Israele non aveva coordinato i suoi provvedimenti con il governo degli Stati Uniti, in particolare con Jason Greenblatt, l’inviato speciale di Trump in Medio Oriente. Il governo non si aspettava l’ ondata dell'opposizione islamica, per cui non aveva discusso in anticipo il sostegno americano per le misure di sicurezza. Eppure ogni americano comprende la necessità di queste misure alla luce della realtà terroristica in cui si trova il mondo civilizzato.

I musulmani odiatori d'Israele hanno ricevuto enormi incoraggiamenti da questa vicenda. In futuro le loro richieste saranno molto più grandi, dato che l'appetito vien mangiando. Si scopre che il terrorismo è redditizio, e lo Stato di Israele cerca soluzioni semplici, immediate e temporanee ai problemi, invece di affrontare le sfide in modo forte e chiaro e poter così aver la meglio su coloro che vogliono farci del male.
Il popolo ebraico pagherà un prezzo assai elevato per questa "realizzazione temporanea di una zona tranquilla”, che non è affatto sicuro che sarà garantita.

La rimozione dell’apparato di sicurezza ha messo in evidenza che i musulmani hanno segnato un’altra vittoria sugli ebrei. Ancora una volta è emerso che il governo israeliano ha abbandonato quella determinazione che era stata una caratteristica del popolo ebraico quando era stato creato lo Stato di Israele nel 1948 e ben presente durante le guerre che da allora hanno accompagnato la nostra vita nella Terra dei nostri avi. Nessuna dichiarazione per quanto enfatica possa essere, che sia pronunciata dal Presidente, dal Primo Ministro, da ministri, ufficiali, comandanti dell’IDF o della polizia, può nascondere la verità amara e umiliante: i terroristi hanno costretto il governo a cedere e ritirarsi dalla corretta e completamente giustificata decisione presa in origine.

Come potrà il governo guardare negli occhi i famigliari dei due poliziotti di confine uccisi? Che cosa potranno dire, tutti quei ministri irresponsabili, ai famigliari delle vittime del terrorismo, che sicuramente saranno in aumento grazie alla loro debole e scandalosa decisione di togliere l’apparato di sicurezza che protegge la capitale d’Israele?
Come potrà la polizia israeliana affrontare l’ondata di terrorismo che la miopia di questo governo avrà causato, senza essere dotata degli strumenti necessari per la propria attività? Quale Paese con la volontà di vivere, cede al terrorismo in questo modo?

 Gli errori commessi con la Giordania

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Re Abdallah di Giordania

Fin dalla firma dell'accordo di pace del 1994 con il regno hashemita, i rapporti di Israele con la Giordania sono stati pieni di errori, derivanti dallo “ statuto speciale" che Israele le aveva concesso riguardo al Monte del Tempio. La pace si sarebbe potuta ottenere senza quel dono inutilmente generoso, perché Hussein aveva bisogno della pace con noi più di quanto noi ne avessimo con lui. A parte questo, quale nazione normale concederebbe ad un’altra nazione uno statuto speciale nella sua capitale e nel luogo più sacro per il suo popolo?
Lo statuto speciale e l'autorità concessa alla Giordania sul Monte del Tempio costituiscono il peccato originale. Ma il più grande peccato che Israele ha commesso per quanto riguarda la Giordania è stata la "polizza assicurativa" che ha fornito al Regno Hashemita negli ultimi 23 anni, nella illusoria convinzione che l'esistenza della monarchia avrebbe fatto da zona-cuscinetto per la difesa di Israele dai pericoli periodici che lo minacciano da Est: l'Iraq di Saddam Hussein, l'Iran degli Ayatollah, Al Qaeda e l'ISIS.

Come risultato di questa supposizione, la famiglia reale Hashemita, il cui potere ha origini in Arabia Saudita, continua a basarsi sul sostegno di una minoranza beduina che vive in Giordania per poter controllare una maggioranza araba palestinese.
Ciò ostacola un adeguato processo di trasformazione della Giordania o in uno Stato a maggioranza arabo palestinese o in una Giordania divisa in due, con uno Stato arabo palestinese nella sua regione nord-occidentale, popolato solo da palestinesi e uno Stato beduino distribuito nel resto del Paese.
La continuità del regno hashemita e la mancata istituzione di uno Stato arabo palestinese in Giordania, sono all’origine delle richieste affinché Israele consenta la creazione di uno Stato arabo palestinese sulle colline di Giudea e Samaria, luogo di nascita del popolo ebraico. Questo Stato arabo palestinese avrà i suoi addestrati mirini puntati su Beit She’an e Afula nel Nord fino a Beer Sheva e Dimona nel Sud, e farà uso di armi da fuoco, razzi e missili per imporre il proprio potere.
Invece di cedere al re giordano sulle misure di sicurezza a Gerusalemme, Israele avrebbe dovuto dirgli chiaramente: “L'attacco omicida del 14 luglio ha dimostrato che non hai corrisposto alle tue responsabilità sul Monte del Tempio. Di conseguenza, non hai mantenuto quella parte del nostro accordo di pace e hai rinunciato allo statuto speciale che Israele [stupidamente] ha dato a tuo padre nel 1994.

Per quanto riguarda la guardia di sicurezza che si è difesa ad Amman, hai un'ora per consegnarcela sana e salva. Fino a quando questo non avviene, Israele non trasferirà le decine di milioni di metri cubi di acqua che ha promesso a tuo padre negli accordi di pace ". Questo è il modo in cui Israele dovrebbe comunicare con il re di Giordania, soprattutto perché lui ha guidato la decisione anti-Israele dell'UNESCO su Gerusalemme. È questo il comportamento di un Paese che ha un accordo di pace con noi? Quando Israele ha messo le attrezzature di sicurezza sul Monte del Tempio circa dieci giorni fa, il re Abdullah II di Giordania si rivolse al governo americano e ai Paesi d'Europa dicendo che le azioni di Israele potrebbero indurre i musulmani in Giordania e altrove a mobilitarsi contro di lui dato il suo "statuto speciale" a Gerusalemme, minacciando la stabilità della monarchia.
Per proteggere il trono traballante, chiese quindi a Israele di rimuovere l'apparato di sicurezza. C'è una richiesta più ridicola di questa? Israele dovrebbe mettere i propri cittadini in pericolo per proteggere quello che il re ha ereditato dal nonno Abdullah I, messo lì dagli inglesi nel periodo coloniale? Il comportamento vergognoso israeliano è lampante quando si tratta della Giordania. Israele preferisce servire interessi tattici, immediati e a breve termine anziché gli interessi strategici a lungo termine che deriverebbero dalla caduta della presente monarchia Hashemita e dalla trasformazione della Giordania in uno Stato arabo palestinese.
Gli ultimi giorni hanno dimostrato che l'accordo di pace con la Giordania non fa altro che mettere vincoli su Israele, permettendo che vengano imposte pressioni da una monarchia illegittima che vive alla giornata, che può crollare da un momento all’altro, così come è successo ai nostri vicini e ad altri regimi arabi molto più stabili. La monarchia Hashemita deve la sua vita a Israele e Israele non ha bisogno di cedere a tutto ciò che richiede.

Ma è difficile aspettarsi che un governo che si spaventa possa percorrere in modo sicuro lungo le strade tortuose del Medio Oriente. Israele dovrà investire molti sforzi per riabilitare la propria immagine, gravemente danneggiata dalla decisione del governo. Forse è giunto il momento per gli israeliani di chiedersi se non sarebbe meglio avere un leader irremovibile, che ha il coraggio di affrontare le sfide che potrebbero portare alla sicurezza, nell'area tormentata dal terrorismo in cui lo Stato ebraico vorrebbe avere il piacere di sopravvivere.

Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi.
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