Roberto Giardina
La locandina della mostra
Il 1937 è l'anno meno ricordato dei dodici dell'era nazista. Nel 1933 Hitler arriva al potere, il 34 a Norimberga avviene il gigantesco congresso del partito, una celebrazione della vittoria, nel 36 il mondo intero ammira le opere compiute del Führer, è l'anno dei giochi olimpici a Berlino, tutti hanno parole di elogio, anche Winston Churchill, ma dopo si preferirà dimenticare. «Datemi quattro anni», aveva detto Hitler, appena diventato cancelliere. Ed ora può dire di aver mantenuto le promesse, i tedeschi sono usciti dalla grande crisi, non hanno più fame, il regime organizza persino le vacanze per i probi cittadini. E che la ricostruzione sembra diretta a un nuovo conflitto, preoccupa solo i pessimisti.
L'anno seguente ci sarà l'Anschluss con l'Austria, ancora un anno e si tornerà in guerra. Sull'anno ingannevole, si è aperta una mostra al Märkisches Museum a Berlino: Berlin 1937- Im Schatten von morgen, nell'ombra del domani, fino al 14 gennaio. «E stato un anno della quiete prima della tempesta», ha detto Paul Spies, il direttore del museo, «ed è difficile raccontarlo. Abbiamo cercato di allestire una mostra sulla vita quotidiana, scegliendo i pezzi più adatti dalla nostra grande collezione che conta quasi 4 milioni e mezzo di reperti».
La macchina da scrivere con un nuovo tasto: "SS"
In estate, i tedeschi alla birra preferiscono una nuova bevanda straniera, la Coca-Cola. Ne berranno quasi 50 milioni di bottigliette prima della guerra nel 39. Strano? Sponsor ufficiale dei giochi olimpici, l'anno prima, fu la Coca-Cola, e ora raccoglie i frutti. Chi lo vuole ricordare oggi negli Stati Uniti? La coca non viene importata ma prodotta in Germania in uno stabilimento appena inaugurato nel quartiere di Lichtenberg, a Berlino. «Abbiamo rinunciato a mostrare gli oggetti più noti», ha spiegato il curatore Gernot Schulinski, preferendo rivelare risvolti della vita di tutti i giorni meno conosciuti, o ignorati». In mostra una macchina da scrivere con uno speciale tasto: sotto il numero «5», anche il simbolo delle «SS». Nei parchi pubblici in agosto compaiono le prime panchine «Nur für Arier», riservate agli ariani, vietate agli ebrei. «I tedeschi non vogliono accorgersi di quel che accade», ha detto Paul Spies.
E in Italia? L'anno inizia senza Capodanno, perché Mussolini l'ha abolito, bisogna al suo posto festeggiare la data della marcia su Roma, nascita del regime fascista. Si abolisce anche il lei: i bravi italiani si danno del voi. Il Duce organizza un evento cinematografico apparendo a Tripoli su un cavallo bianco, spada levata al cielo. E il 25 settembre incontra Hitler a Monaco di Baviera. Si può guardare con ottimismo al futuro. Ma sempre in settembre, il venti, si prova a Berlino un nuovo Bunker. «I berlinesi dimostrano grande disciplina nella prova», scrive il Berliner Tageblatt, non precipitandosi all'ingresso dove si fa la conta di chi viene ammesso e di chi resta fuori. Nella simulazione due bombe cadono sui cittadini provocando 150 vittime. Ma che un giorno la capitale del Reich possa essere esposta ai bombardamenti nemici, «è un'ipotesi irreale».