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Gentilissima Signora Fait, ho appena letto l’articolo di Frattini sulle vendite di beni immobili in Israele di proprietà della Chiesa greco-ortodossa. Purtroppo, mi indigna, ma non mi sorprende affatto l’opposizione palestinese a qualunque vendita ad ebrei. Mi sorprende molto, invece, apprendere che fra i beni venduti vi sia l’area archeologica di Cesarea, che, da italiana, davo per scontato che facesse parte del demanio israeliano. A questo punto, sarei molto interessata a sapere quale sia la legislazione israeliana sulla proprietà delle aree archeologiche, che in Israele costituiscono un patrimonio storico-artistico straordinario: se possono essere di proprietà di privati o di istituzioni religiose, è previsto un diritto di prelazione dello Stato nel caso che vogliano venderle, almeno nel caso di vendita a soggetti stranieri o a privati (anziché ad altre istituzioni in qualche modo collegate al venditore)? e, se esiste e non è rispettato, lo Stato può acquistarle di sua autorità? Mi piacerebbe anche sapere quale sia la situazione giuridica delle aree archeologiche ‘oltre la linea verde’, almeno nelle zone amministrate da Israele. P.S.: Prego più che mai per la pace di Gerusalemme e spero che non scoppino tumulti per la questione dei metal detector agli ingressi al Monte del Tempio riservati ai musulmani. Che, ovviamente, non è una questione di rispetto della libertà religiosa, ma di opposizione musulmana a qualunque esercizio di sovranità da parte di Israele. Quanto allo ‘status quo’ (con la minuscola), sospetto che molti degli oppositori ai metal detector sognino il ritorno allo status quo dei tempi in cui solo i musulmani potevano accedere ai Luoghi Santi musulmani, inclusi quelli di origine ebraica o cristiana. Gentile Annalisa, Israele si è sempre tenuta fuori dalle beghe tra le varie Chiese presenti nel Paese, ogni comunità è padrona di se stessa e dei propri edifici o terreni purchè paghino le tasse sulle proprietà che danno proventi e spesso questo è un problema difficile da risolvere. Le Chiese cattoliche, i collegi, i conventi sono tutti di proprietà dello stato del Vaticano che può farne cio' che vuole, allo stesso modo le proprietà della Chiesa greca o di altre confessioni ad esempio il Tempio Bahai di Haifa. La Corte suprema ha stabilito varie volte che il denaro del Patriarcato non può subire nessun tipo di controllo. La confusione è grande perchè la burocrazia arcaica dell'Impero Ottomano non ha lasciato informazioni molto chiare e pochi documenti. Non credo che lo Stato possa acquistare d' autorità aree archeologiche appartenenti ad altri ma so che può avviare trattative per comprarle con diritto di prelazione. Uno dei problemi, oltre alla confusione dei documenti rimasti, è la continua lite che vede le varie confessioni cristiane una contro l'altra. Le aree archeologiche, diciamo laiche, cioè senza legami alcuni con questa o quella confessione, oltre la linea verde nel territorio C, ad amministrazione israeliana, appartengono a Israele, fino a prova contraria però. Se saltano fuori documenti che attestino che l'area appartiene ad altri allora sorgono problemi da risolvere in tribunale. Una cosa è certa, niente da queste parti è semplice. La ringrazio per la sua partecipazione ai nostri problemi con la violenza palestinese, la questione dei metal detector non è stata che una scusa per dare inizio alla guerriglia. Un cordiale Shalom |
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