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Avvenire - L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
21.07.2017 Stampa cattolica: il ribaltamento di causa ed effetto per demonizzare Israele
Lo stesso modello su Avvenire, Osservatore Romano

Testata:Avvenire - L'Osservatore Romano
Autore: le redazioni di Avvenire, Osservatore Romano
Titolo: «Ucciso un palestinese. Allarme per la Spianata - Mobilitazione palestinese a Gerusalemme»

Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 21/07/2017, a pag. 20, la breve "Ucciso un palestinese. Allarme per la Spianata"; dall' OSSERVATORE ROMANO, a pag. 3, la breve "Mobilitazione palestinese a Gerusalemme".

Le brevi dei due quotidiani cattolici sono strutturate in modo molto simile. Ecco come cominciano: "Un palestinese, che ha tentato di accoltellare una soldatessa israeliana, è stato ucciso ieri da altri militari ad un posto di blocco all'ingresso del villaggio palestinese" (Avvenire); "La questione dei metal detector installati dalle forze di sicurezza israeliane nell'area della moschea di Al Aqsa a Gerusalemme mantiene alta la tensione in tutta la città" (OR).
Gli argomenti sono diversi, ma in entrambi i casi il nesso causa-effetto viene rovesciato per incolpare Israele della situazione, e non il terrorismo palestinese, che è evidentemente il motivo che ha spinto a "uccidere un palestinese" (terrorista, ma questo Avvenire lo omette) e a installare metal detector all'ingresso della Spianata delle moschee (per gli ebrei il Monte del Tempio) dopo il recente sanguinoso attentato terroristico (omissione di OR). Nulla di nuovo: è la prassi della stampa cattolica in Italia il rovesciamento delle responsabilità per demonizzare lo Stato ebraico.

Ecco gli articoli:

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AVVENIRE: "Ucciso un palestinese. Allarme per la Spianata"

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Gerusalemme. Un palestinese, che ha tentato di accoltellare una soldatessa israeliana, è stato ucciso ieri da altri militari ad un posto di blocco all'ingresso del villaggio palestinese di Teqoa, in Cisgiordania. Nessun soldato è rimasto ferito. L'assalitore è un ventenne di Teqoa, identificato come Mohammad Hussein al-Tanuh. Quello di ieri è il quarto tentativo di accoltellamento in una settimana e mezzo dopo un periodo di relativa quiete. Intanto, dopo le crescenti tensioni per la chiusura della Spianata delle Moschee, a seguito di un attentato, 5 battaglioni dell'esercito israeliano resteranno mobilitati in Cisgiordania per far fronte ad eventuali situazioni di emergenza durante le preghiere del venerdì nella Spianata di Gerusalemme.

L'OSSERVATORE ROMANO: "Mobilitazione palestinese a Gerusalemme"

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La questione dei metal detector installati dalle forze di sicurezza israeliane nell'area della moschea di Al Aqsa a Gerusalemme mantiene alta la tensione in tutta la città. Mentre le autorità israeliane stanno valutando la possibilità di rimuovere i controlli, che erano stati intensificati dopo l'attentato nel quale sono rimaste uccise cinque persone, da parte palestinese è stata annunciata per domani, in occasione della preghiera del venerdì, una mobilitazione di massa. Fonti di stampa israeliane riferiscono infatti che il premier Benjamin Netanyahu, attualmente in visita di stato in Ungheria, ha avuto ieri una consultazione telefonica con responsabili alla sicurezza in merito alle misure antiterrorismo adottate presso alcuni accessi dell'area circostante la moschea di Al Aqsa. Secondo le stesse fonti lo Shin Bet, il servizio di sicurezza interno, non si opporrebbe alla rimozione dei metal detector. Di parere opposto sarebbero invece i responsabili della polizia israeliana.

Come detto, i palestinesi si stanno intanto mobilitando per manifestare il loro dissenso contro quello che considerano un impedimento alla loro pratica religiosa. Il Mufti di Gerusalemme, Muhammad Hussein, ha disposto che venerdì tutte le moschee della città resteranno chiuse. E ha fatto appello ai fedeli di convergere in massa per pregare nell'area circostante la moschea di Al Aqsa — se nel frattempo i metal detector israeliani saranno rimossi — oppure nelle strade vicine, se essi saranno ancora in funzione. Proprio a causa della situazione di altissima tensione che si respira a Gerusalemme e in tutta la Cisgiordania, il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha deciso di interrompere la visita ufficiale in Cina e di rientrare al più presto a Ramallah, nel suo quartier generale, e seguire da vicino la crisi. Al suo arrivo a Ramallah, ha reso noto il suo portavoce Nabil Abu Rudeina, Abbas presiederà una riunione di urgenza dei vertici del governo. Rudeina ha precisato, inoltre, che Abbas è in contatto con diversi leader arabi e mondiali per evitare un'ulteriore escalation della situazione a Gerusalemme. E intanto, ieri un appello alle autorità israeliane a «rispettare la libertà di culto e i luoghi santi» è giunto dall'Egitto. In una nota diffusa dal ministero degli esteri si mette in guardia lo stato ebraico dalle «conseguenze derivanti dall'escalation di sicurezza alla moschea Al Aqsa». Preoccupazione per l'attuale situazione è stata espressa dai patriarchi e i capi delle Chiese a Gerusalemme che in un comunicato hanno rinnovato l'appello al rispetto dello status quo dei siti in questione.

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