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Manfred Gerstenfeld
Israele, ebrei & il mondo
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L’omicidio di Sarah Halimi e la salute mentale della Francia 17/07/2017
L’omicidio di Sarah Halimi e la salute mentale della Francia
Commento di Manfred Gerstenfeld e Irena Kuruc

(Traduzione di Angelo Pezzana)

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L'omicidio di Sarah Halimi riportato su un giornale israeliano

Il 4 aprile 2017, Sarah Halimi, una ebrea di 66 anni, è stata uccisa dal 27nne Kada Traorè. Entrato con la forza in casa in piena notte, l’ha torturata, poi l’ha gettata dalla finestra del suo appartamento al quarto piano nel quartiere di Belleville a Parigi. Dei testimoni hanno udito Traorè, un musulmano di orine africana, urlare Allahu Akbar –Allah è grande- mentre la gettava in strada. Traorè aveva nel passato apostrofato la Halimi e i suoi famigliari con insulti antisemiti, tra i quali “sporchi ebrei”. Le autorità hanno cercato di minimizzare o ignorare la natura antisemita dell’omicidio. Hanno sostenuto che l’assassino era un malato mentale, anche se nessuno se n’era mai accorto. I giornali, anche importanti, hanno ignorato la motivazione religiosa del crimine. Gilles-William Goldnadel, l’avvocato che rappresenta la famiglia Halimi, ha definito gli omicidi commessi da fanatici musulmani antisemiti La psichiatrizzazione sistematica”. All’inizio di questo secolo, il sociologo francese Shmuel Trigano, aveva già classificato un atteggiamento simile alle autorità francesi.

Tra la fine del 2000 e l’inizio del 2001, c’è stato un forte aumento della violenza antisemita in Francia. Quasi tutti i colpevoli erano immigrati da paesi musulmani o loro discendenti. Trigano ha scritto che la violenza antisemita è largamente ignorata dai giornali e dalle autorità pubbliche. Aggiunge che vi erano indizi concreti per affermare che alla comunità ebraica era stato chiesto dal governo a guida del socialista Jospin di non dare troppa pubblicità agli attacchi subìti. Il motivo era che, non così facendo, la situazione sarebbe unicamente peggiorata. Il governo francese voleva mantenere quella che allora era l’illusoria “pace sociale” L’espressione “pace sociale” in un contesto simile è un eufemismo per ignorare o sbianchettare le aggressioni antisemite dei musulmani. Uno studio recente di antisemitismo in sette paesi europei così concludeva: “Fra i dati raccolti sui responsabili delle violenze in Europa occidentale spiccano quelli di origine musulmana, non così in Russia, dove sono in maggioranza da attribuirsi a estremisti di destra. Confermano questo quadro i dati che riferiscono come le violenze antisemite sono più diffuse tra i musulmani che non tra le altre popolazioni europee. Trigano aveva anche citato il caso di un omicidio ideologico nascosto,che non aveva relazione con gli ebrei: “ Nel 2002, il vice sindaco di Beziers, una città del sud della Francia, fu ucciso da un musulmano. La versione ufficiale disse che l’assassino era un pazzo.” Il sindaco della città accusò poi il Ministro dell’Interno, Daniel Vaillant, di averla imposta alla municipalità. Il sindaco disse che, dopo l’omicidio, Vaillant venne a Beziers dove confermò la versione del pazzo come ”verità ufficiale”.

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Shmuel Trigano

Trigano poi rivelò “ Furono i servizi di intelligence francesi a scoprire che l’omicidio era legato a Al Qaeda”. Nel 2003, Sebastien Selam, un disc jockey ebreo, venne ucciso da Adel Amastaibou, suo vicino di casa e compagno di giochi quando erano ragazzi. Sottoposto a esami clinici venne giudicato malato di mente. I giudici accettarono questa conclusione, per cui i fatti impedirono al processo di rubricare come l’antisemitismo di una parte rilevante della comunità musulmana francese venisse discussa. Richard Prasquier, allora presidente del CRIF, l’associazione nazionale dell’ebraismo francese,che aveva seguito il caso, disse che era uno scandalo che Amastaibou fosse stato ricoverato in un ospedale per malati di mente, dove i ricoverati potevano uscire per i weekend. “I medici hanno ritenuto che fosse utile per la sua salute mentale ritornare a casa – disse Prasquier – ma non hanno mai considerato la salute e la sicurezza dei Selam, la famiglia della vittima”. Nel 2006, Ilan Halimi, un giovane ebreo venne rapito e torturato per 24 giorni prima di essere ucciso. I suoi rapitori, con a capo Youssuf Fofana, si definivano “Banda di Barbari”.

Quando cominciò il processo nel 2009, Fofana gridò “Allahu Akbar”, dichiarandosi un “ arabo africano in rivolta dell’esercito barbaro salafita”. Nel 2012, Mohammed Merah, un musulmano francese di origine algerina, assassinò un professore ebreo e tre bambini davanti alla loro scuola Otzar Hatorah, a Tolosa. All’inizio del mese aveva ucciso tre soldati francesi. Il fratello, Abdelghani Merah, pubblicò un documento nel quale descriveva come i genitori li avessero educati ad un antisemitismo fanatico. Anche la sorella Souad e l’altro fratello Abdelkader lo erano. Dato che Mohammed Merah venne ucciso in un conflitto a fuoco con la polizia, non ci fu bisogno di dichiaralo malato di mente. Nel 2015, Amedy Coulibaly, un musulmano africano, uccise quattro ebrei nel supermercato Paris Hiper Casher, venendo a sua volta ucciso poi dalla polizia. Ma qualcosa è cambiato, gli ebrei non rimangono più in silenzio come facevano all’inizio del secolo. A marzo c’è stata una marcia nel quartiere di Belleville per protestare contro il silenzio della stampa. Parecchi intellettuali, alcuni non ebrei, hanno firmato un documento sul carattere antisemita dell’omicidio di Sarah Halimi.

Il presidente del CRIF, Francis Kalifat, ha pubblicato un editoriale sul quotidiano Le Figaro dove ha scritto “ è evidente che si tratta di un chiaro caso di omicidio antisemita. Questo crimine odioso non è stato riconosciuto per quello che è”. Ha poi aggiunto che Sarah Halimi “è stata massacrata per l’unica e sola ragione: essere ebrea”. Kalifat ha anche scritto che continuerà a fare pressione sulle autorità finchè la verità non verrà a galla. La Francia è il paese con in assoluto il numero più alto di musulmani nell’Europa Occidentale, circa 4.7 milioni secondo la ricerca Pew del 2010. Cioè il 7.5% della intera popolazione. Molti ebrei francesi si rendono conto che i maggiori problemi che incontrano legati all’antisemitismo sono dovuti all’odio e alle aggressioni da parte di larga parte della presenza musulmana unita alla mancanza di volontà delle autorità; tutto questo non aiuta ad arrivare alla verità. I problemi degli ebrei francesi sono di struttura, non accidentali. In Francia vi sono 751 aree classificate come “zone urbane sensibili”, anche se una parte sarebbe più corretto chiamarla “ aree off limits”. Trigano disse che l’antisemitismo è il barometro che misura la perversione della società francese. Il nuovo presidente francese, Emmanuel Macron, ha promesso un profondo cambiamento, la sua retorica è molto ambiziosa. Considerando l’omicidio Halimi e le sue conseguenza, Macron potrebbe anche aggiungere la salute mentale della Francia.

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Manfred Gerstenfeld è stato insignito del “Lifetime Achievement Award” dal Journal for the Study of Antisemitism, e dall’ International Leadership Award dal Simon Wiesenthal Center. Ha diretto per 12 anni il Jerusalem Center for Public Affairs.
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