Ora anche i sionisti americani vogliono boicottare Israele
Commento di Alan Dershowitz
(Versione italiana di Yehudit Weisz)
Ripreso da “Gatestone Istitute”
Alcuni importanti sionisti americani, inclusi i sostenitori di Israele da lunga data, sono così indignati per la recente decisione del governo israeliano riguardo al Muro Occidentale e alla conversione degli ebrei non ortodossi, da giungere al punto di sollecitare gli ebrei americani a ridurre o addirittura ad eliminare il loro sostegno a Israele. Secondo un articolo di Elliott Abrams su Mosaic, Ike Fisher, l’autorevole membro della commissione americana per gli affari pubblici di AIPAC, ha minacciato di “sospendere” ogni ulteriore sostegno finanziario per Israele. Daniel Gordis, importante esponente del Giudaismo Conservatore, ha invitato gli ebrei americani a cancellare i loro biglietti El Al e volare con Delta o United. Ha anche proposto di “non effettuare donazioni agli ospedali israeliani, così con i fondi che scarseggiano cominceranno a vacillare “. Questo tipo di reazione emotiva ricorda lo scatto d’ira del Presidente Obama quando rifiutò il veto all’ONU nella recente Risoluzione anti Israele.
Io sono fortemente in disaccordo sia con la resa del governo israeliano alla minoranza degli ebrei ultra-ortodossi che esercitano troppa influenza sulla politica israeliana, sia con le proposte di ridurre il sostegno a Israele da parte di alcuni miei colleghi, che criticano le recenti decisioni del governo israeliano per quel che concerne la religione. Sostengo fermamente una maggiore separazione tra religione e Stato in Israele, come aveva sottolineato Theodor Herzl nel suo Piano per lo Stato-Nazione del popolo ebraico in “Der Judenstaat” già 120 anni fa: “Noi dobbiamo… impedire che le velleità teocratiche di alcuni nostri rabbini prendano piede. ... Manterremo i nostri rabbini all'interno dei confini dei loro templi”.
Ma David Ben Gurion, Primo Ministro fondatore di Israele, facendo l'accordo con il Rabbinato ortodosso ha violato il mandato di Herzl e ha abbattuto il muro di separazione tra religione e Stato, assegnando all'autorità del Rabbinato centrale molti affari laici, come il matrimonio, il divorzio e la custodia dei figli; inoltre ha posto le basi per la creazione di partiti religiosi la cui presenza è stata necessaria nella maggior parte delle coalizioni del governo israeliano per molti anni. Perciò l'attuale Primo Ministro d'Israele, Benjamin Netanyahu, non ha alcuna colpa per la recente capitolazione. La sopravvivenza del suo governo dipende dalla sua scellerata alleanza con presunti partiti religiosi che minacciano di lasciare la coalizione e di far cadere il suo governo se non si arrende. L'alternativa a un governo di Netanyahu potrebbe essere molto più a destra del governo attuale, sia in materia religiosa che nella prospettive della pace. Le persone ragionevoli possono non essere d'accordo sul fatto che Netanyahu abbia fatto la cosa giusta, ma credo che, dovendo scegliere tra l'attuale governo e quello che potrebbe sostituirlo, il Primo Ministro Netanyahu abbia agito secondo priorità accettabili.
Questo non vuol dire che io sia soddisfatto del risultato finale. Come ebreo non praticante, voglio vedere una parte del Muro Occidentale aperta alle preghiere dei conservatori e a quelle dei riformati. Voglio anche vedere che rabbini conservatori, riformisti e ortodossi moderni siano ritenuti pienamente competenti nel celebrare i riti, compresi il matrimonio e il divorzio. Continuerò a lottare per questi risultati, e credo che alla fine ce la faremo. Ma nel frattempo, continuerò a volare con El Al, a fare donazioni agli ospedali israeliani, a partecipare agli eventi dell’AIPAC e a esortare gli americani a sostenere Israele, sia politicamente che finanziariamente. Comportarsi diversamente significherebbe impegnarsi in una forma di BDS, la tattica attualmente impiegata dai nemici di Israele per delegittimare lo Stato Nazione del popolo ebraico. I sostenitori del BDS punteranno a questi boicottaggi a fin di bene come un modo per giustificare i loro fatti a fin di male. Se il BDS è una tattica immorale, e lo è senza alcun dubbio, lo è anche il punire il popolo di Israele con la caduta del suo governo, compresi anche tutti quegli ebrei che non sono allineati con gli ultra ortodossi.
Amare con severità può essere una risposta appropriata nelle questioni familiari, ma boicottare una nazione in difficoltà che è diventata un paria per lo zoccolo duro della sinistra, non è la risposta adeguata alle recenti decisioni del governo israeliano in materia di religione. La risposta non è il disimpegno, ma piuttosto un impegno ancora più profondo nei confronti di Israele, sui problemi che coinvolgono l'ebraismo mondiale. Anch’io sono furibondo per le minacce arroganti e distruttive dei partiti ultra-ortodossi nell’attuale governo. Anch'io preferirei una coalizione che escludesse i partiti ultra-ortodossi. Anch'io vorrei vedere un alto muro di separazione che lasciasse i Rabbini fuori dalla politica. Ma io non vivo in Israele, e Israele è una democrazia. In definitiva, spetta ai cittadini di Israele cambiare l'attuale sistema. Il ruolo degli ebrei americani deve limitarsi alla persuasione, non alla coercizione. Alla fine riusciremo a persuadere il popolo israeliano a togliere il potere ai religiosi, la coercizione dalle mani della minoranza ultraortodossa, perché sarà un bene non solo per gli israeliani laici, che sono la maggioranza, ma anche per gli israeliani religiosi. La storia ha dimostrato che la separazione dello Stato dalla religione è meglio non solo per lo Stato, ma anche per la religione.
Alan Dershowitz