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Informazione Corretta Rassegna Stampa
15.07.2017 Forse 6 mesi in carcere per essere interrogata senza processo
Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana

Testata: Informazione Corretta
Data: 15 luglio 2017
Pagina: 1
Autore: Angelo Pezzana
Titolo: «Forse 6 mesi in carcere per essere interrogata senza processo»

Forse 6 mesi in carcere per essere interrogata senza processo
Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana

Immagine correlata
Khalida Jarrar, dietro le ispiratrici, tra cui Layla Khaled

Khalida Jarrar, esperta legislativa palestinese, appartenente al Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, una organizzazione dichiarata terrorista da Stati Uniti, Canada, Australia e Unione Europea, verrà trattenuta in carcere per sei mesi senza processo, a meno che venga revocato l’ordine del Comando di Tzahal. Era stata arrestata alcuni giorni fa a Ramallah con l’accusa di essere a capo di una struttura che promuove azioni violente coordinate con il FPLP. Non è la prima volta che viene arrestata, ha dei precedenti nel 2015 e 2016, sempre con la stessa accusa: incitamento alla violenza. Per chi vive in un paese democratico, non sotto attacco da gruppi terroristi, l’accusa di organizzare iniziative violente può persino lasciare indifferenti, o essere giudicata eccessiva se comporta il carcere preventivo senza processo. Non così in Israele, dove l’istigazione alla violenza,ha come scopo non una protesta,lecita, ma l’uccisione con armi da fuoco o coltelli. Tra chi la mette in pratica, terroristi fanatizzati che cercano il martirio secondo quanto gli è stato insegnato, e chi aveva l’incarico di preparare il terreno, ci sono le Khalida Jarrar o altri come lei, la cui prestazione è meno appariscente ma sostanziale. Per questo l’interrogatorio deve precedere il processo, fin tanto che la rete viene scoperta e debellata. Naturalmente l’Olp, in questo caso uno dei massimi leader ‘moderati’, Saeb Erekat, ha subito accusato Israele di un “ piano premeditato contro i palestinesi e i loro leader”, la stessa di associazioni palestinesi che hanno gridato alla violazione delle leggi internazionali. Israele non ha altra scelta per arrivare alle radici del terrorismo se non quella di identificare chi li organizza, per questo l’interrogatorio vale più di una sentenza, anche perché, come si è visto per l’ennesima volta ieri con l’uccisione dei due soldati, chi attacca e uccide, viene ucciso a sua volta per impedire che continui la carneficina. Khalida Jarrar conosce i retroscena degli omicidi, quanto rivelerà negli interrogatori salverà vite innocenti.


Angelo Pezzana


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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