Riprendiamo da ITALIA OGGI, a pag. 12, con il titolo "Le feste per Lutero sono un flop", il commento di Roberto Giardina.
Quest'anno ricorre il 500° anniversario dalle 95 tesi con cui cominciò di fatto la Riforma luterana. Lutero, in materia di antisemitismo, costituisce uno degli esempi di riferimento dell'età moderna. Il suo libello "Degli ebrei e delle loro menzogne" ha avuto nei secoli enorme diffusione in Germania, ed è stato un riferimento perfino per i nazisti. E' dunque necessario, anche nell'anno delle celebrazioni luterane, non dimenticare la violenza antisemita sdoganata da Martin Lutero.
Ecco l'articolo:
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Roberto Giardina
Lutero e il suo testo antisemita
Lutero è un flop. II monaco ribelle non attira turisti, e non rende. Quest'anno dedicato alla celebrazione della sua riforma: 500 anni fa appese le sue tesi sul portone della cattedrale di Wittemberg (sembra che non sia storicamente vero, ma non importa), e la Chiesa protestante ha programmato dieci mesi di eventi fino alla data fatidica del 31 ottobre, ma finora si è rimasti molto al di sotto delle aspettative, ed ormai si spera poco in un recupero in extremis durante l'estate. Un po' si è esagerato: da alcuni anni si continua a ricordare la riforma, con libri, convegni, e manifestazioni, che dovevano essere preparatori al 2017. Si è ottenuto l'effetto opposto di saturazione. L'unico successo, finora, è riportato dalla Playmobil che ha messo sul mercato la figurina di Lutero, alto sette centimetri e mezzo, con in pugno la penna, e la sua Bibbia: le vendite hanno superato ogni aspettativa, un milione di esemplari in pochi mesi, un record mai sfiorato da ogni altro esemplare della Playmobil. Non si fa in tempo a esaudire le ordinazioni, anche via internet.
Per il resto, un fallimento, riconosce nella sua sezione economica la Frankfurter Allgemeine am Sonntag, il domenicale del quotidiano di Francoforte. Il 31 ottobre è stato proclamato una tantum festa nazionale in Germania, ma non basterà. La chiesa e gli organizzatori locali hanno investito milioni in pubblicità senza risultato, nella speranza di realizzare una Sommermärchen, una favola d'estate, come nel 2006 in occasione dei mondiali, ma Lutero tira meno del calcio. L'ente per il giubileo di Wittemberg, a meno di un centinaio di chilometri da Berlino, ha investito 50 milioni di euro. La Sassonia, Anhalt ha previsto un budget doppio, oltre cento milioni. II governo federale ha stanziato 40 milioni. E non si calcolano le spese per i restauri dei luoghi luterani, il miglioramento delle infrastrutture, le campagne statali per propagandare l'evento all'estero, e i fondi ottenuti dall'Unione europea. Il bilancio preciso non può essere stilato, ma secondo la Faz si arriva, tutto compreso, intorno al mezzo miliardo di euro. Difficile averne un ritorno sia pure parziale: Lutero chiuderà in rosso acceso.
La mostra sulla Riforma al Martin Gropius Bau a Berlino ha attirato appena 30 mila visitatori, un record disastroso per il museo. A Wittemberg avevano calcolato di ricevere almeno mezzo milione di turisti, a metà giugno ne sono giunti meno di 40 mila. A fine mese, l'ente responsabile non ha voluto comunicare nuovi dati: «Aspettiamo la fine di luglio», una prudenza che non fa sperare bene. Anche per il grande avvenimento a metà maggio, il Kirchentag, il raduno religioso, a Berlino, si era previsto l'arrivo di 140 mila fedeli, ma sono stati 106 mila. Un buon terzo in meno, ed era stato l'appuntamento più atteso, e meglio organizzato. Lo shuttle per portare i fedeli a Wittemberg era stato predisposto per 200 mila passeggeri, sono stati circa 120 mila. Peggio è andato negli altri luoghi luterani, tutti nella ex DD, l'ex Germania comunista.
II giubileo doveva servire al rilancio turistico della Sassonia e della Turingia. Si è sottovalutato il fatto che i Länder orientali erano e sono i meno credenti, con la più alta percentuale europea di atei. A Lipsia, ad esempio, erano attesi 50 mila visitatori, sono stati 35 mila, ma quelli paganti appena 7 mila. «La Chiesa ha sopravvalutato il suo potenziale di richiamo», ha commentato il teologo Friedrich Wilhelm Graf, i legami tra i fedeli e la loro Chiesa sono molto tenui, il fallimento del giubileo è la prova della crisi del protestantesimo in Germania».
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