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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Soros: contano i fatti o l’origine ebraica? 13/07/2017
Soros: contano i fatti o l’origine ebraica?
Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana

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Nel maggio 2016, IHRA (International Shoah Remembrance Alliance) ha approvato in forma ufficiale la definizione di antisemitismo, con il voto di tutti i 31 paesi membri, tra i quali Stati Uniti, Canada più 24 stati dell’Unione Europea. Ad esempio, è antisemitismo applicare il “doppio standard quando si pretende da Israele un comportamento che ad altri stati democratici non viene richiesto”. Quindi, promuovere il BDS, che si applica soltanto a Israele, è antisemitismo. Questo ha scritto su IC Manfred Gerstenfeld a commento nelle nuove regole che ci permettono, a livello internazionale, di riconoscere senza ombra di dubbio quando ostilità, pregiudizi, boicottaggio sono riconosciute forme di antisemitismo. Lo ricordiamo oggi in seguito al caso Soros, dopo che il partito del premier ungherese Viktor Orban aveva tappezzato i muri con manifesti che ritraevano la faccia sorridente di George Soros con la scritta “non lasciamo a Soros l’ultima risata”.

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Attacco dovuto alle attività anti governative abbondantemente finanziate da Soros, soprattutto la difesa dei migranti che arrivano in Europa e la propaganda per la totale apertura dei confini tra i paesi europei. Un avversario politico, dunque, anche se si limita a sostenere le opposizioni. Cosa che non è piaciuta al governo ungherese che ha risposto con le affissioni ricordate. Soros, un miliardario americano, di origine ungherese, ebreo, che lasciò Budapest per fare fortuna in America; ci riuscì grazie alle sue indiscusse capacità finanziarie, diventando nello stesso tempo un finanziatore a livello internazionale di gruppi, Ong, movimenti che riflettono il suo pensiero politico, in Europa ma anche in Israele, dove presiede il New Israel Fund, attraverso cui arrivano enormi fondi a tutte le Ong che diffondono il Bds, la delegittimazione di Israele, in pratica Soros finanzia chiunque operi per sovvertire la democrazia israeliana.

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Benjamin Netanyahu

Qui esplode la polemica, che vede da un lato gli ebrei ungheresi, divisi tra chi accusa il governo di antisemitismo e chi avverte il pericolo che un attacco diretto contro Soros possa risvegliare un passato neanche troppo lontano, dall’altro la dichiarazione del Premier israeliano Bibi Netanyahu, che ha dato istruzioni al Ministero degli Esteri ovvero dichiarare che l’antisemitismo è sempre una brutta faccenda, ma che Soros è un obiettivo lecito perché lo merita, in quanto è “una persona che ha sempre combattuto i governi israeliani democraticamente eletti, finanziando organizzazioni che diffamano lo Stato ebraico cercando di indebolirne la difesa, e quindi la sicurezza nazionale”. Parole che richiamano la definizione di antisemitismo sottoscritta da IRHA. Netanyahu, nel rivolgersi a Soros, si è basato sui fatti, non tenendo in nessuno conto se Soros è ebreo oppure no. Ha giudicato i suoi comportamenti nei confronti di Israele, e ne ha tratto le conclusioni. A difendere Soros ci sono in prima fila i suoi beneficiati israeliani, preoccupati che la Knesset fra non molti giorni dovrà decidere se approvare o no la legge che proibirà ogni finanziamento a organizzazioni, anche non profit, che agiscono contro la sicurezza del paese.


Angelo Pezzana

P.S. E’ di oggi l’annuncio che il governo ungherese eliminerà tutti i manifesti con l’immagine di George Soros da partire dal 15 luglio, tre giorni prima dell’incontro tra il Orban e il Premier Benjamin Netanyhau. È stata così accolta, in via diplomatica, la protesta di coloro che vedevano in quei manifesti potenziali valutazioni antisemite, vista la notorietà di Soros. Rimangono le iniziative delle organizzazioni che finanzia in favore dell’ingresso generalizzato degli immigrati in Ungheria, una azione che va contro la politica di Orban. Così come le organizzazioni e i gruppi israeliani finanziati dallo stesso Soros agiscono contro il governo di Gerusalemme. Se di odore di antisemitismo si deve parlare, allora è Soros a dover essere indicato quale responsabile. Soltanto un ingenuo lo può ritenere ignaro delle conseguenze della sua politica e il suo essere di origine ebraica non può essere una attenuante.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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