Quando è lo storico a falsificare la Storia
Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana
Tzvetan Todorov
Che cosa può spingere una persona colta, un intellettuale, uno storico, in poche parole chi avrebbe il dovere di rispettare la verità storica prima di tutto verso se stesso e poi verso gli altri a travisarla completamente, perché soltanto partendo da una menzogna può renderne credibile un’altra ? Ho riletto in questi giorni “I sommersi e i salvati” di Primo Levi, un libro che bisognerebbe leggere più di una volta per le riflessioni e i pensieri che suscita.
Non ricordavo la prefazione di Tzvetan Todorov, filosofo di origine bulgara poi naturalizzato francese, morto alcuni mesi fa, i cui studi sul linguaggio e sul totalitarismo – con particolare attenzione ai campi di concentramento e sterminio nazisti e comunisti - gli hanno dato fama e riconoscimenti internazionali. Acute e condivisibili in gran parte le sue considerazioni su Primo Levi, come i richiami ad altri stermini e l’analisi sul significato della parola ‘memoria’. Giustamente Todorov rimprovera chi non ha saputo trarre lezione dal passato, soprattutto se in qualche misura ne è stato coinvolto, personalmente o in quanto governo. Todorov prosegue però con queste parole “I dirigenti israeliani non ignoravano niente, se ne può essere certi, delle persecuzioni subite dagli ebrei durante la guerra; ciò non ha impedito loro, in diversi momenti della storia recente, di perseguitare a loro volta i palestinesi che avevano il torto di trovarsi ancora su quella terra che aveva smesso di essere la loro”. Todorov conosce la Storia, non gli si può imputare di non conoscerla. Sa benissimo che quella ‘terra’ non ha mai conosciuto uno Stato palestinese, ma, volendo partire dall’antichità, lo Stato del popolo ebraico, Israele, distrutto dai romani nel 70 e.v. ‘Terra’ che è stata poi oggetto di molte dominazioni nell’arco di due millenni, tra le quali anche una islamica, durata fino alla caduta dell’Impero Ottomano durante la prima guerra mondiale. Ma anche durante tutti quei secoli, la maggioranza relativa degli abitanti di Gerusalemme - che il Corano non cita mai, nemmeno una volta, era composta da ebrei.
Il paragone antisemita Gaza=Auschwitz, una invenzione per condannare lo Stato ebraico
Sostenere oggi che vi sia stata anche solo una parvenza di organizzazione statuale arabo-musulmana nell’ex Impero Ottomano – e la si attribuisca retroattivamente alla popolazione che viene definita palestinese - è una menzogna indegna per qualsiasi storico. Mentire sulla Storia di Israele è una abitudine che non ha mai suscitato indignazione, come insegna la storia recente dell’Unesco, che sembra fotocopiare l’affermazione di Todorov. Dalle sue parole sorge una domanda, alla quale non è mai stata trovata un risposta definitiva: come si diffonde l’antisemitismo? Essendo ovvio che è un non senso pretendere che tutti conoscano la storia di Israele e del Medio Oriente, così come succede per altri stati e popoli, perché sugli ebrei e su Israele menzogne e pregiudizi hanno trovato terreno fertile, tanto da sovrastare la verità storica? “L’ha scritto anche Todorov”, chissà quanti l’hanno pensato e detto, evitando di verificare se rispondeva al vero? E quanti sono i Todorov, responsabili nella stessa misura, che hanno attribuito a Israele calunnie e menzogne spacciandole per vere?
Angelo Pezzana