Riprendiamo dal VENERDI' di REPUBBLICA di oggi, 07/07/2017, a pag. 25, con il titolo "La causa di Renee ha atterrato El Al e ultraortodossi ", il commento di Pietro Veronese.
Avevamo già riportato la notizia su IC un anno e mezzo fa, il 1° marzo 2016: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=61582 In Israele il dibattito su questioni del genere è ampio e aperto, non si insabbia niente.
Ecco l'articolo:
Pietro Veronese
Renee Rabinowitz
Renee Rabinowitz ha 82 anni e qualche difficoltà deambulatoria: quando cammina si aiuta con un bastone. È nata in Belgio, ma quando di anni ne aveva 6, nel 1941, la sua famiglia dovette scappare perché era di religione ebraica e la Germania nazista aveva appena invaso il suo Paese. Fuggì a Cuba e da lì negli Usa, dove si stabilì. Renee si sposò, ebbe figli, fece l'avvocato. Poi, vedova e in pensione, si trasferì in Israele.
La signora Rabinowitz va spesso a trovare figli e nipoti negli Stati Uniti. È stato sul volo di ritorno da uno di questi viaggi, il 2 dicembre 2015, poco prima del decollo da Newark, che lo steward della El Al le propose con qualche insistenza di cambiare posto. Lì per lì Renee non capì la ragione dell'offerta; poi realizzò che il suo vicino era un ebreo ultraortodosso e non voleva sedere vicino a una donna. Con buon senso dell'umorismo gli fece notare che aveva 81 anni. L'uomo rispose che era la Torah a chiederlo; lei, religiosa e praticante, ribatté che la Torah non chiede nulla di simile. Ma poiché il volo sarebbe durato 11 ore, non volendo restare accanto a una persona così sgradevole, accettò di spostarsi.
Episodi del genere sono ricorrenti sui voli da e per Israele, e non solo. Tanto che su change.org una petizione ha chiesto che la El Al mettesse fine alle «intimidazioni e discriminazioni contro le donne». Tornata a casa, Renee Rabinowitz ha deciso di fare causa alla compagnia aerea. Il mese scorso il giudice Dana Cohen-Lekah le ha dato piena ragione. La sentenza crea un precedente vincolante: la El Al non potrà più chiedere a nessuno, «per qualunque motivo, di cambiare posto a causa del suo sesso».
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