Riprendiamo da SHALOM di giugno 2017, a pag. 25, con il titolo "Quando l'antisemitismo porta voti", l'analisi di Sarah Tagliacozzo.
L'immagine utilizzata da Beppe Grillo per illustrare l'intervento dal titolo "Le banche ombra gestiscono il mondo"
Le elezioni nazionali si avvicinano e le pagine Facebook dei politici italiani di ogni schieramento si riempiono quotidianamente con post in cui si vantano successi, si fanno analisi più o meno profonde e tante sono le promesse, le critiche, gli autodafè mediatici. C’è chi sbaglia congiuntivi a gogò, risbagliandoli nuovamente mentre sostiene la vacuità della polemica di chi invece difende l’integrità della lingua italiana e dell’eloquenza ciceroniana. C’è chi è intercettato e si difende rocambolescamente, c’è chi ammicca all’estrema destra, c’è chi è antisionista, chi ce l’ha con i migranti, chi è ‘velatamente’ filo russo, chi filoamericano e chi ammira il governo di Maduro.
Trovo tuttavia veramente interessante, non ciò che pensa Salvini, Renzi o Grillo (con tutto il rispetto dovuto), ma ciò che pensano i loro elettori. Molti commenti sono frutto di una sofisticata analisi politica, molti sono espressione un tifo da hooligan più o meno educato e poi ci sono gli ultimi commenti che hanno ripescato una moda europea della stagione 1930/1940: i commenti antisemiti. No, non sto parlando di antisionismo mascherato da antisemitismo (quello è un altro discorso), ma di veri insulsi commenti antisemiti. Chi li scrive appartiene a schieramenti politici diversi, ma mi duole constatare che spesso oltre che dei neofascisti di Casa Pound, molti dei commenti sono anche dei sostenitori del Movimento Cinque Stelle, il partito favorito alle prossime elezioni, quello che sta raccogliendo il malcontento popolare e punta a stravincere le prossime elezioni. Sotto molti dei post degli esponenti dei Cinque Stelle compaiono sempre più frequentemente immagini che fra slogan e foto di politici, nascondono spesso una stella di David oppure una kippah. Sotto un post del 20 maggio 2017 della pagina Facebook di Grillo è comparso anche un commento ‘situazione politica attuale’ con un disegno degno del giornale ‘La difesa della razza’ con un personaggio maschile dal naso estremamente pronunciato che indossa una kippah con la stella di David e tiene in mano i simboli dei partiti politici. I riferimenti agli ebrei sono sempre più frequenti nella comunicazione visuale di chi commenta i post dei ‘grillini’ soprattutto sulla pagina Facebook dello stesso Grillo.
Sull’educazione, il razzismo, l’antisemitismo di chi commenta non si può fare niente se non garantire un’adeguata educazione scolastica che evidentemente manca, ma almeno Grillo o chi per lui gestisce la sua pagina, potrebbe prendere le distanze da questi individui. Forse, basterebbe un intervento contro ogni tipo di discriminazione (previsto dall’art. 3 della Costituzione) oppure, potrebbero almeno cancellare i commenti apertamente o subdolamente antisemiti. E’ vero, la democrazia o meglio, l’olocrazia del web è un sistema magnifico per garantire la libertà di espressione di parola, ma delle regole per chi commenta le pagine social dei politici servono, no? Altrimenti una malfidata lettrice come la sottoscritta potrebbe ridicolmente pensare che forse il Movimento Cinque Stelle (o una parte dei suoi esponenti) sia d’accordo con i commenti antisemiti e le neanche troppo velate insinuazioni dell’esistenza di un complotto giudaico-massonico. In fondo, anche l’ultimo post di Grillo del 22 maggio 2017 sul sistema bancario presentava allegata l’immagine di un uomo con il naso pronunciato, la gobba e quella che sembra essere una kippah. Ok, basta complottismo, è ridicolo, sono certa che nessuno nel 2017 vorrà insinuare neanche lontanamente che la crisi politica o economica dell’Italia sia colpa degli ebrei come mostrato in quell’immagine del 20 maggio che campeggia ancora fra i commenti del post di Grillo. O sbaglio?
Per inviare a Shalom la propria opinione, telefonare: 06/87450205, oppure cliccare sulla e-mail sottostante