Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 04/07/2017, a pag.15, la breve "Incendiò la chiesa della moltiplicazione: ultrà ebreo giudicato colpevole di 'crimine d'odio' ".
Per una volta Avvenire riporta in modo corretto notizie provenienti da Israele. In questo caso si tratta della condanna di un estremista ebreo responsabile di un incendio alla Chiesa della moltiplicazione dei pani e dei pesci, presso il Lago di Tiberiade. La breve riporta la posizione del governo israeliano e di Benjamin Netanyahu contro l'estremismo, anche ebraico. Israele, un paese dove la giustizia non procede a senso unico.
Ecco l'articolo:
La Chiesa della moltiplicazione dei pani e dei pesci
Un giovane estremista ebreo, Yinon Reuveni, è stato riconosciuto colpevole dal tribunale distrettuale di Nazareth di aver appiccato un incendio nel giugno 2015 alla Chiesa della moltiplicazione dei pani e dei pesci sul Mar di Galilea. Yehuda Asraf, pure lui un ultrà della "Gioventù delle colline" è stato invece scagionato dal giudice George Azulai. La pena di Reuveni - che rischia alcuni anni di detenzione per essere implicato in altri episodi del genere - sarà annunciata in seguito, ma il suo legale ha già anticipato che ricorrerà in appello alla Corte Suprema. Il giudice ha definito l'incendio «un crimine d'odio» dovuto ad una «ideologia estremista che mira a scardinare il regime democratico israeliano e ad avvicinare una pretesa "salvazione del popolo ebraico"». L'incendio alla chiesa dei pani dei pesci - uno dei più importanti luoghi di pellegrinaggio in Israele - fu visto come un attacco alla comunità cristiana locale. Su istruzione del premier Benjamin Netanyahu lo Shin Bet, il servizio di sicurezza interno israeliano, arrestò diversi ultrà della destra ebraica, ma in mancanza di prove concrete fu costretto a rilasciarli. Lo stesso atto di accusa precisa che Reuveni condusse l'attacco alla chiesa con alcuni complici che non sono stati ancora individuati. La pubblica accusa ha comunque espresso soddisfazione perché, ha spiegato, in crimini del genere è molto difficile raccogliere prove sufficienti a giungere ad una condanna in tribunale.
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