Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 04/07/2017, a pag. 15, con il titolo "Qatar, 48 ore e una lettera segreta per trattare", la cronaca di Viviana Mazza.
Il Qatar deve decidere da che parte stare. Perchè Trump non cambia destinazione alle basi militari americane che tuttora mantiene in Qatar?
Viviana Mazza
Poco prima dello scadere dell’ultimatum, il Qatar ha consegnato la sua risposta: una lettera scritta a mano dall’emiro Tamim bin Hamad Al Thani, consegnata dal suo ministro degli Esteri al sovrano 88enne del Kuwait, lo sceicco Sabah Al Sabah. I funzionari kuwaitiani e qatarini non hanno voluto rivelare cosa ci sia scritto nella lettera. Una foto dell’incontro mostra lo sceicco Sabah, che fa da mediatore nella grave crisi che da un mese colpisce i Paesi del Golfo, mentre la legge impassibile in volto. Dal 5 giugno Arabia Saudita, Emirati, Bahrein ed Egitto hanno isolato il Qatar ritirando gli ambasciatori, chiudendo i confini, sospendendo i trasporti aerei, e costringendo i propri cittadini a tornare in patria. Persino esprimere simpatia per il Qatar è diventato un crimine: si rischiano dai 5 ai 15 anni di carcere. L’accusa, respinta dal Qatar, è di appoggiare il terrorismo, ma le 13 richieste «non negoziabili» presentate dai suoi vicini includono, oltre alla fine dell’appoggio per gruppi terroristici come Isis e Al Qaeda, la sospensione di ogni contatto con i Fratelli Musulmani, la chiusura della tv «Al Jazeera» (che ha diffuso contenuti sgraditi ai suoi vicini), l’estromissione dei militari turchi dal proprio territorio, la riduzione dei rapporti con l’Iran (con cui l’emirato condivide un gigantesco giacimento di gas naturale). Insomma, una politica estera del tutto allineata a quella regionale. L’emirato aveva tempo fino a ieri per piegarsi alle richieste.
Grazie al Kuwait ha ottenuto altre 48 ore, ma se queste saranno sufficienti a risolvere la crisi è difficile a dirsi. Nonostante la segretezza della lettera, gli Al Thani hanno detto chiaramente nei giorni scorsi che non avrebbero ceduto a richieste considerate una «violazione della sovranità» e forse persino fatte apposta per essere respinte. Se la rivalità regionale era da tempo latente, la crisi si è già allargata al di fuori del Golfo: la Turchia, che ha appoggiato il Qatar inviando alimenti e accelerando lo schieramento di ulteriori truppe, non intende chiudere la propria base aerea nell’emirato. Cosa succederà se il Qatar rifiuta le condizioni per la riconciliazione? I quattro Paesi che lo hanno isolato si incontreranno domani per discutere sul da farsi. I funzionari emiratini hanno detto ieri alla tv inglese Bbc che le sanzioni politiche ed economiche diventeranno permanenti. Le banche regionali, per esempio, potrebbero ricevere l’ordine di ritirare depositi e prestiti interbancari da Doha. Hanno aggiunto che il Qatar verrà «ostracizzato», il che suggerisce che potrebbe essere espulso dal Consiglio di Cooperazione del Golfo. Finora il piccolo ma ricchissimo emirato non ha sofferto particolarmente: è il maggiore esportatore di gas naturale al mondo e i traffici continuano via nave. Ma c’è una certa apprensione per il futuro e gran parte degli investimenti legati ai Mondiali di calcio del 2022 sono in sospeso.
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