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Il Foglio Rassegna Stampa
03.07.2017 L'Occidente nutre il coccodrillo dell'islam
Non basta sventare attentati, occorre un'educazione europea

Testata: Il Foglio
Data: 03 luglio 2017
Pagina: 1
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «Occidente, smetti di appagare l'islam»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 03/07/2017, a pag. I, con il titolo "Occidente, smetti di appagare l'islam", l'analisi tratta da National Interest.

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Dal Corano alla violenza: la genesi del terrorismo islamico

Il recente attacco terroristico di Londra, immediatamente successivo a quello di Manchester, è l’ultimo di una serie di attacchi in tutta Europa ad aver messo in luce l’inquietante brutalità della violenza perpetrata in nome dell’islam”, ha scritto il politologo della Florida Atlantic University Robert G. Rabil, sul National Interest. “Il primo ministro britannico Theresa May ha condannato l’attacco e ha assertivamente dichiarato che ‘quando è troppo è troppo’. Ha giurato di intraprendere una profonda revisione della strategia antiterroristica britannica, nonostante l’apparato di sicurezza britannico goda di formidabili leggi di sorveglianza e sicurezza. Questo ha provocato un dibattito nazionale sull’equilibrio esistente tra libertà civili e sicurezza. Il problema, tuttavia, va ben oltre la necessità di sventare nuovi attacchi terroristici o la revisione delle strategie antiterrorismo. Il problema è come smantellare politiche decennali di promozione di un multiculturalismo senza freni, che ha permesso alle ideologie dell’islamismo e del salafismo di permeare la nascente società musulmana europea (…)”.

 

 

 

“L’arrogante quanto autosprezzante pensiero contemporaneo occidentale ben riflette quanto sia difficile comprendere il problema, impedendo una civile e onesta critica dell’incapacità dell’islam di riformare le proprie perversioni interne. In particolare, la Gran Bretagna ha adottato una politica di conferimento della cittadinanza piuttosto liberale e ha approvato una legislazione progressista per gestire il pluralismo razziale. Il principio guida del governo è stato il multiculturalismo, che ha incoraggiato i gruppi di migranti a istituire organizzazioni proprie e a mantenere le proprie tradizioni culturali e religiose. Nonostante non sia stato originariamente istituito per gestire questioni religiose, la politica statale britannica del multiculturalismo ha rinforzato la già trincerata struttura dedita all’accomodamento delle religioni provenienti dall’esterno del paese. (…) Lo stato si è ripetutamente e consapevolmente sforzato di appagare l’islam per renderlo parte integrante della società pluralistica britannica. (…) Così, nel frattempo, attratti dal multiculturalismo e dalle politiche liberali e pluralistiche del Regno Unito, molti individui e gruppi islamisti e salafisti sono emigrati a Londra, che alcuni hanno cominciato a chiamare ‘Londonistan’. La libertà concessa dal governo gli ha permesso di promuovere le proprie ideologie fondamentaliste nelle moschee, nei circoli di apprendimento islamico, nelle organizzazioni islamiche, nelle librerie e persino nelle scuole islamiche, tutte istituzioni spuntate come funghi sull’intero territorio nazionale”.

La conclusione di Rabil è pertanto che “l’Europa deve aiutare a modellare un islam europeo in linea con la cultura occidentale, e che per questo non può esimersi dal confronto con l’islamismo e il salafismo, e con i loro apolegeti”.

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