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Tzahal, grazie 02/07/2017

Nel leggere l'articolo di L.Foschi Totò avrebbe detto:'' Che sckifezza!'' e questo sono pronto a ripeterlo. Diciamolo senza peli sulla lingua e in barba ai decantati dialoghi:la guerra dei sei giorni con la sua vittoriosa conclusione è stata ed è una spina nella gola per molti ambienti cristiani e non solo cristiani. Contavano sulla vittoria delle armate arabe e credevano fermamente che per Israele era giunto il fatidico momento della resa dei conti, senza nessun rimorso per quello che avevano fatto e fanno agli ebrei. Ma hanno fatto male i loro conti, come si dice '' senza l'oste'' dove l'oste è D-o Benedetto. Liquidare Israele dalla Storia è l'obiettivo costante di questi signori spesso ammantato da nobili ideali quali la razza o la resistenza(terrorismo n.d.r.). Ma è impossibile: è D-o che non vuole!

 Fulvio Canetti , Gerusalemme

Gentile Fulvio,

Che D.o non voglia la distruzione di Israele è un interpretazione, io però sono propensa a credere che non lo vogliamo noi israeliani e che l'oste, in caso di guerra contro gli arabi, sia Zahal. E' grazie al nostro esercito del Popolo e al suo coraggio che Israele esiste ancora, oltre, naturalmente, alla profonda fiducia che noi israeliani abbiamo nei nostri soldati, fiducia che permette a tutti noi di non sprofondare nella paura e che ci rende uno dei popoli più felici della terra.

Un cordiale Shalom


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