Riprendiamo da due quotidiani una notizia in due versioni del tutto opposte. Su AVVENIRE di oggi, 01/07/2017, a pag.13, Luca Geronico la racconta giusta, la Siria ha usato il gas nervino, tutti lo sapevano e adesso è l'ONU ha confermarlo. Sul MANIFESTO, invece, Chiara Cruciati scrive esattamente l'opposto, no, Damasco non li ha mai usati, basandosi su un articolo di Seymour Hersh, uscito sul New Yorker, giornalista auto-definitosi investigativo, autore per altro di innumerevoli bufale, la cui ideologia anti Bush prima e anti Trump oggi viene prima di ogni verità storica.
Li segnaliamo ai nostri lettori.
Avvenire-Luca Geronico: " Siria, l'Onu conferma:Usato il gas nervino"
Luca Geronico
Le forze irachene sono avanzate ancora nei quartieri della Città vecchia di Mosul ancora in mano al Daesh, il giorno dopo avere riconquistato le rovine della moschea al-Nuri da dove nel 2014 Abu Bakr al Baghdadi proclamò la nascita del Califfato islamico. II generale Raed Shaker Jawdat ha annunciato che le sue forze hanno riconquistato altri settori dei quartieri di Bab Lakash e Bab al Jadid, compresa la moschea di Kaab bin Malik. Almeno 15mila civili sono ancora intrappolati in un'area ristretta del centro dove un numero imprecisato di jihadisti continua ad opporre un'accanita resistenza. La riconquista dell'area della moschea al-Nuri e del minareto di Hadba, distrutti la settimana scorsa, segna «la fine del falso stato dell'Isis», aveva dichiarato giovedl il premier iracheno Haidar al-Abadi La dichiarazione dellavittoriafinale aMosul, ha affermato ieri un alto comandante dell'esercito iracheno, avverrà «nei prossimi giorni». Intanto, secondo Teheran, Abu Bala-alBaghdadi «è sicuramente morto». La w pubblica una fotografia a supporto dell'annuncio della scomparsa del leader supremo del Daesh: «Il terrorista al Baghdadi è sicuramente morto», ha dichiaratoAli Shirazi, rappresentante della guida suprema della Rivoluzione Iraniana presso le Brigate al Quds, il braccio armato di Teheran che cornbatte a fianco del regime siriano nella guerra al Daesh. Intanto le Nazioni Unite lanciano l'allarme per le crescenti minacce contro civili sospettati di legami con il Califfato islamico nella città di Mosul dove «centinaia di famiglie sono state minacciate di spostamenti forzati», ha dichiarato il portavoce dell'ufficio delle Nazioni Unite Rupert Colville. Sfratti e spostamenti forzati «possono rappresentare una punizione collettiva» per cui l'Onu ha chiesto al governo iracheno di «intervenire per fermare tali imminenti sgomberi o qualsiasi tipo di punizione collettiva». Intanto si stringe sempre più l'assedio al Daesh in Siria. Le Forze democratiche della Siria (Fds) hanno affermato di aver «completamente accerchiato» la roccaforte jihadista nel nord della Siria. L'avanzata delle Fds è stata confermata nel leultime oredall'Osservatorio siriano per i diritti umani. Intanto l'Opac ha confermato ieri che nell'attacco del 4 aprile alla città siriana di Khan Sheikhoun fu usato il gas sari. Per l'Opac i responsabili «devono essere perseguiti per i loro crimini». il direttore generale dell'agenzia, Ahmet Uzumcu, ha condannato come «uri atrocità» quello che ha definito come «un terribile attacco». Le indagini non hanno tuttavia individuato responsabili. Gli esiti saranno utilizzati da un'indagine congiunta Onu- Opac per stabilire le colpe. L'attacco nella cittadina nella provincia siriana di Idlib uccise oltre 90 persone, tra le quali donne e bambini. La Russia ha difeso nuovamente Damasco: il rapporto dell'Opac, sostiene il ministro degli Esteri russo Sergeij Iavrov, non prova le accuse americane contro Damasco su un presunto bombardamento aereo con l'uso di sostanze tossiche. «L'Opac ha diffuso un rapporto in cui si legge che loro non sono sicuri che il san che presumibilmente hanno trovato sia stato lanciato con delle bombe dagli aerei. Loro non sanno come il sarin sia finito 11, capite? E invece in tutti questo mesi sono aumentate le tensioni», ha aggiunto il ministro. Gli inquirenti internazionali non hanno avuto il mandato di indagare su chi sia stato a usare l'arma non convenzionale ai primi di aprile scorso nell'area fuori dal controllo governativo e ripetutamente bombardata da jet russi e siriani. Eattacco, nel quale erano morte un centinaio di persone, tra cui donne e bambini, aveva innescato una reazionemilitareUsa senza precedenti-l'attacco alla base militare governativa di Shayrat, il 6 aprile - seguita da un inasprimento della tensione tra Washington e Mosca.
Il Manifesto-Chira Cruciati: " Damasco non ha usato i gas"
Chiara Cruciati
Nell'attacco del 4 aprile nel villaggio di Khan Sheikhun in Siria è stato usato gas satin. Ad affermarlo, in un rapporto pubblicato ieri, è l'agenzia Onu Opac, l'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche.
GAS C'È STATO e ha ucciso 87 persone, ma su chi lo abbia usato non c'è certezza. Lo determinerà un comitato congiunto Onu-Opac. Anche qui non si sa come: una missione non è stata mai inviata in Siria per le opportune verifiche, prima per il veto russo in Consiglio di Sicurezza e poi per la mancata accettazione della proposta della Russia, che chiedeva che venissero ispezionati sia la base aerea di Shayrat (da cui, secondo il fronte anti-Assad, sarebbe partito il raid a basi di armi chimiche) sia il luogo dell'attacco. La questione non è di lana caprina, ma dirimente: quella base è stata bombardata due giorni dopo, i16 aprile, da 59 missili Tomahawk sganciati dal presidente Usa Trump, lo stesso che negli ultimi giorni è tornato a minacciare Damasco accusandolo di voler usare il gas contro i propri cittadini.
UN NUOVO CASO DI GUERRA preventiva, che sotto la maschera delle armi chimiche nasconde il conflitto totale contro l'Iran. Ora il rapporto Opac potrebbe dar man forte ai pruriti bellici trumpiani Eppure quel rapporto, visionato dall Afp, non accusa Damasco: «Sulla base del suo lavoro, la missione è in grado di affermare che un ampio numero di persone, alcune delle quali decedute, è stato esposto a gas satin o ad una sostanza simile». All'epoca — e ancora oggi — il governo siriano e il suo principale alleato, la Russia, hanno negato l'uso di armi chimiche a Khan Sheikhun e spiegato la fuoriuscita di gas con il bombardamento (questo confermato da Damasco) che avrebbe colpito un magazzino di armi e diserbanti delle opposizioni, poi rivelatosi un luogo di stoccaggio di armi chimiche. A riprova di questa tesi Mosca ha portato le immagini girate nel villaggio che mostrano — secondo la Russia —l'assenza di crateri, tipici di bombardamenti aerei. SOLO UN'INDAGINE immediata, sul posto, avrebbe potuto dare qualche certezza in più. In simili condizioni resta solo la logica: numerosi analisti e osservatori giudicano quanto meno strano che Damasco, in chiara posizione di forza rispetto ad un fronte delle opposizioni sempre più diviso, ricorra all'uso di gas per un'operazione che avrebbe potuto condurre con armi «convenzionali», sapendo di scatenare l'indignazione a comando della comunità internazionale.
AD ACCUSARE TRUMP di aver palesemente mentito (come prima di lui George W. Bush e Tony Blair sul caso Iraq) è uno dei più noti e accreditati giornalisti d'inchiesta al mondo, il reporter che per primo ha svelato la vergogna di Abu Ghraib e il massacro di My Lay in Vietnam, Seymour Hersh. In un articolo saito per il giornale tedesco Die Welt, Hersh rivela che Trump «era stato avvertito dall'intelligence Usa che non era stata trovata alcuna prova di utilizzo di gas da parte dei siriani». «L'intelligence aveva riferito chiaramente che il 4 aprile — scrive Hersh — i siriani avevano colpito un sito in cui si stava tenendo una riunione jihadista, usando una bomba russa equipaggiata con esplosivi convenzionali. Í...] "Non abbiamo nessuna prova che la Siria abbia *** avuto sarin - mi ha detto il consigliere-informatore - La Cia ha detto inoltre che non esisteva alcun residuo di satin nella base di Shayrat».
HERSH PARLA DI PROVE girategli da fonti Usa e che spiegano come Washington fosse stato messo al corrente dalla Russia dell'attacco del 4 aprile, diretto a eliminare leader dell'ex al-Nusra, di cui si sospettava la presenza nel magazzino, noto anche agli americani come deposito di armi, ma anche di disinfettanti e fertilizzanti rivenduti alla popolazione.
«UNA VALUTAZIONE delle forze armate Usa ha stabilito che il calore e la forza della bomba siriana — scrive Hersh sulla base delle informazioni ricevute — ha causato una serie di esplosioni secondarie che avrebbero generato un'enorme nuvola tossica sulla città, provocata dal rilascio dei fertilizzanti e dei disinfettanti immagazzinati nel seminterrato». I sintomi riscontrati da Medici Senza Frontiere sui feriti erano tanto diversi da indicare fiche ci sia stato più di un prodotto chimico», non solo sarin.
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