I media tedeschi e la demonizzazione di Israele
Analisi di Manfred Gerstenfeld
(Traduzione di Angelo Pezzana)
Il canale TV ARTE, finanziato dalla UE, aveva commissionato un documentario sull’antisemitismo europeo a ARD, il più importante network statale tedesco, dal titolo "Eletti e Esclusi: l’odio verso gli ebrei d’Europa", realizzato da Joachim Schröder e Sophie Hafner, affidando l’incarico a WDR, che fa parte del gruppo ARD.
Inizialmente WDR non aveva avanzato obiezioni sul documentario prima che venisse consegnato a ARTE. Che però lo ha respinto, affermando che mancava di professionalità e non rispettava i termini contrattuali.
È stata la BILD, il quotidiano più venduto in Germania, a mettere online il documentario per un intero giorno, dato che non vi era copyright, caricandolo poi su Youtube.
Grazie alla enorme pubblicità che ne scaturì, ARD decise di proiettarlo in tarda serata il 21 giugno. Il documentario è stato però manipolato da WDR in un modo che non ha precedenti.
Una introduzione che condizionava il giudizio dei telespettatori, inserendo anche frequentemente degli interventi che ne mettevano in dubbio la veridicità.
In più, il giorno prima della proiezione, WDR ha mandato in onda un commento sulla ‘’verifica dei fatti’’ elencando 30 errori e menzogne.
NGO Monitor inviò subito una lettera a WDR accusando il canale Tv di diffamazione, chiedendo l’immediata cancellazione di quei commenti.
ARD aggiunse un’altra maniolazione. Dopo la proiezione del documentario fece seguire un dibattito diretto da famosa presentatrice, Sandra Maischberger.
Gli autori del documentario non vennero invitati, rendendo la discussione sbilanciata. Erano presenti tre contro israele e due a favore. Partecipava anche il direttore di WDR Jorg Schonenborn.
Un quotidiano serio come Die Welt ha scritto che soltanto i due invitati pro-Israele potevano essere considerati esperti: lo storico Michael Wolfsshon e l’arabo.israeliano Ahmad Mansour, che ora vive a Berlino. L’articolo definiva Mansour “è difficile che ci sia qualcuno che conosca meglio di lui l’antisemitismo islamico in Europa”.
Sugli altri ha scritto “ Rolf Verleger –un professore di psicologia- poteva essere qualificato solo in quanto ebreo, che però criticava Israele”.
C’era anche la giornalista tedesca Gemma Porzgen, “una esperta della politica di apartheid in Sud Africa e nell’Europa dell’est”, che ha fortemente criticato il documentario su Facebook.
L’altro ospite anti-Israele era l’ex ministro cristiano democratico Norbert Blum.
Die Welt ha scritto: “ C’era perchè è sempre presente e perchè si è auto presentato come uno critico verso Israele”. Blum è anche un manipolatore indiretto della Shoah, nel 2009 ha collegato lo sterminio nazista degli ebrei alle atrocità contro i palestinesi.
Anche nel 2002 aveva dichiarato che lo Stato ebraico stava conducendo contro i palestinesi una “Vernchtungskrieg”, la parola tedesca per guerra di sterminio.
Molti decenni prima della invasione dell’ Unione sovietica nella seconda guerra mondiale, questa parola era stata usata per il genocidio tedesco della tribù degli Herero nell’Africa sud ovest.
L’odio e le menzogne di Blum su Israele rappresentavano una forte maggioranza dei tedeschi in quegli anni. Nel 2004, l’Università di Bielefeld condusse un sondaggio in Germania chiedendo agli intervistati se erano d’accordo con chi sosteneva che Israele stava conducendo una guerra di sterminio contro i palestinesi.
Il 68% degli intervistati disse di sì. Altri due sondaggi vennero tenuti dalla stessa università nel 2011 e nel 2014. I tedeschi che prima erano d’accordo erano scesi tra il 40 e il 48 per cento.
Una indagine della Fondazione Bertelsmann e dell’Università di Bielefeld, pose la domanda se Israele agiva con i palestinesi come i nazisti avevano fatto con gli ebrei.
Il numero dei tedeschi che risposero affermativamente era variegato. Nel 2004, il 51% concordava, mentre nel 2007 scese al 30%. Nel 2014, il 27% era d’accordo, mentre l’anno successivo, il 2015, salì al 41%. Se Blum e tutti quei molti tedeschi avessero ragione sulla inventata guerra di sterminio, gli autori del documentario non avrebbero potuto riprendere neanche un palestinese mentre veniva curato all’Ospedale Hadassah di Gerusalemme.
Durante la Seconda Guerra Mondiale i tedeschi impiegarono solo due anni a uccidere 2 milioni di persone, in gran parte ebrei, nei tre campi di sterminio: Treblinka, Sobibor e Belzec. La Germania nazista aveva demonizzato gli ebrei definendoli una razza inferiore, Decine di milioni di tedeschi oggi demonizzano Israele paragonandolo ai nazisti.
La stessa demonizzazione avviene in molti altri paesi europei. A creare la medesima atmosfera sono complici sia i media che i politici. In Germania, la maggior parte dei politici, tranne alcuni fra quelli più noti - come Blum o Sigmar Gabriel, Ministro degli Esteri socialista e alcuni del Partito della Sinistra- sono riluttanti dall’usare un linguaggio estremamente violento o istigazione contro Israele.
Dato che nessuno nasce diffamatore di Israele, è evidente che la Germania è un paese dove la forte demonizzazione di Israele ha origine in una parte dei media, scritti e visivi. Con la mutilazione che non ha precedenti del documentario sull’antisemitismo, ARD ha fortemente danneggiato un importante tentativo di contrastare questa demonizzazione.
Manfred Gerstenfeld è stato insignito del “Lifetime Achievement Award” dal Journal for the Study of Antisemitism, e dall’ International Leadership Award dal Simon Wiesenthal Center. Ha diretto per 12 anni il Jerusalem Center for Public Affairs.
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