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Italia Oggi Rassegna Stampa
28.06.2017 Chi era Hitler?
Recensione di Roberto Giardina

Testata: Italia Oggi
Data: 28 giugno 2017
Pagina: 12
Autore: Roberto Giardina
Titolo: «Un film di 7 ore e 40' sul Führer»
Riprendiamo da ITALIA OGGI, a pag. 12, con il titolo "Un film di 7 ore e 40' sul Führer ", il commento di Roberto Giardina.

Ecco l'articolo:

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Roberto Giardina

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La locandina del film " Chi era Hitler"

 

C'è un errore nel titolo del film Wer war Hitler (Chi era Hitler), presentato sabato al Filmfest di Monaco. Manca il punto interrogativo. In 460 minuti, cioè sette ore e 40 minuti, il regista Hermann Pölking non ce lo spiega. La pellicola giungerà nelle sale in una versione, ovviamente, molto ridotta, e verrà suddivisa in diversi episodi per la televisione. Sarà comunque un successo perché il tema attrae sempre, forse perché tutti continuano a chiedersi, anche gli storici, «come è stato possibile?». Come è riuscito questo Herr Hitler a sedurre milioni di tedeschi e di suoi connazionali austriaci, a conquistare il potere, sfidare il mondo, ridurre la Germania in rovina, e causare milioni di morti?

Il film, in realtà, doveva essere intitolato «Come eravamo noi», o come erano loro, quelli che hanno permesso questa storica tragedia. Pölking, scrive la Welt am Sonntag, il domenicale della Welt, è un abile cane da tartufi, un maestro nell'esplorare gli archivi, mettere insieme materiali noti, e filmati inediti. Il film è un gigantesco collage di un'era, di eventi storici, e di minuti fatti quotidiani, di cronaca e di storie familiari. Rivediamo un Hitler privato, che ama i dolci e gli spaghetti al pomodoro, si imbottisce di pillole, e il Führer che trascina le folle. Tutto già visto, ma assistere a queste sequenze per ore non ci fa capire, ma ci fa sentire il peso di un'ossessione. Peccato che ciò andrà perduto tagliando l'opera o presentandola in tanti episodi di meno di un'ora. Ci vengono mostrati filmati delle strade di Vienna quando Hitler vi giunse da giovane nell'illusione di diventare un artista famoso, e un incontro con il suo amico di allora August Kubizek. Oppure spezzoni a colori di Eva Braun che compie esercizi di ginnastica. Incontriamo anche un «Helmut Kohl schüler», cioè scolaro. Il Cancelliere appena scomparso era nato nel 1930, e, come ricordava, «suo padre Walter aveva partecipato alla Grande Guerra, suo fratello Walter era caduto nell'ultima guerra, suo figlio Walter non aveva conosciuto una guerra».

Il film, in realtà, doveva essere intitolato «Come eravamo noi», o come erano loro, quelli che hanno permesso questa storica tragedia. Pölking, scrive la , il domenicale della , è un abile cane da tartufi, un maestro nell'esplorare gli archivi, mettere insieme materiali noti, e filmati inediti. Il film è un gigantesco collage di un'era, di eventi storici, e di minuti fatti quotidiani, di cronaca e di storie familiari. Rivediamo un Hitler privato, che ama i dolci e gli spaghetti al pomodoro, si imbottisce di pillole, e il Führer che trascina le folle. Tutto già visto, ma assistere a queste sequenze per ore non ci fa capire, ma ci fa sentire il peso di un'ossessione. Peccato che ciò andrà perduto tagliando l'opera o presentandola in tanti episodi di meno di un'ora. Ci vengono mostrati filmati delle strade di Vienna quando Hitler vi giunse da giovane nell'illusione di diventare un artista famoso, e un incontro con il suo amico di allora August Kubizek. Oppure spezzoni a colori di Eva Braun che compie esercizi di ginnastica. Incontriamo anche un «Helmut Kohl schüler», cioè scolaro. Il Cancelliere appena scomparso era nato nel 1930, e, come ricordava, «suo padre Walter aveva partecipato alla Grande Guerra, suo fratello Walter era caduto nell'ultima guerra, suo figlio Walter non aveva conosciuto una guerra».

Questo sembra scontato, superficiale, ma è una chiave per comprendere la storia del XX secolo. Helmut Kohl aggiungeva di aver goduto della «grazia di una nascita tardiva». E fu ingiustamente criticato con asprezza per il suo cinismo. Ma ognuno si dovrebbe chiedere con lui «come ci saremmo comportati se fossimo vissuti in quel tempo?». Avremmo avuto il coraggio di opporci, saremmo rimasti vittime del fascino incomprensibile di Hitler, o lo avremmo seguito per conformismo e vigliaccheria? Nel kolossal di Pölking sono le sequenze della vita quotidiana più che le ricostruzioni di battaglie, vittorie e disfatte, le più importanti: una canzone, una festa popolare, una scena di traffico sulla Potsdamerplatz a Berlino, una corsa in auto, le vacanze sul Baltico, milioni di volti, noti e ignoti, e nessuno comprende che sta per precipitare nel baratro. Per la Welt, la risposta sarebbe che Hitler è la somma dei suoi delitti e orrori. Certamente. Ma Hitler fu anche la somma di tutti noi. Anzi di loro, dei nostri padri e nonni. Noi, per fortuna, siamo nati in ritardo.

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