Nel leggere su I.C. l'articolo di A. Yehoshua, vorrei fare alcune considerazioni preliminari. Rappresentare Abramo come un modello di immoralità e di ingiustizia non corrisponde al vero. Analizziamo il testo biblico. D-o dice ad Abramo:'' Va nella terra di Morjà, salite sul monte dove avverrà un sacrificio''. Non si parla affatto di Isacco, ma di un generico sacrificio. Cosa dunque andavano a fare sul monte padre e figlio? Secondo il mio punto di vista Abramo andava a ''benedire'' suo figlio non a sacrificarlo. Il testo dice:''Il tuo amato figlio!'' per distinguerlo da Ismaele, figlio dell'egiziana Agar e padre dell'Islam. La benedizione consisteva nel ricevere il soffio vitale (ruah Elohim) come era stato dato ad Adamo, a Noè, ad Abramo che continuerà fino a Giacobbe. Era la benedizione di iniziazione al monoteismo. Difatti Isacco entra in questo sacrifico(akedà) come figlio di Abramo e ne esce come padre di Giacobbe. Bisogna saper leggere tra le righe della Tradizione.
Fulvio Canetti, Gerusalemme
Gentile Fulvio,
A.B. Yehoshua ammette di proporre, nel suo articolo, una personale e trasgressiva interpretazione della Bibbia e del sacrificio di Isacco. E' vero che, a una prima lettura, D-0 può sembrare crudele e Abramo eccessivamente obbediente ai suoi ordini, anche i più esagerati, ma è anche vero che poi si capisce chiaramente che quel sacrificio voleva essere solo una prova di fedeltà. La Bibbia, come altri libri sacri, dà adito a molte interpretazioni e parlare, oggi, di un Abramo immorale non ha alcun senso. Sono avvenimenti di migliaia di anni fa quando i valori di vita erano diversi, quando la Fede in un unico D-o stava nascendo e Abramo, come tutti i neofiti, era addirittura accecato d'amore per quella Divinità che gli si era rivelata. Isacco, per fortuna, visse a lungo, e divenne il padre di Giacobbe/Israele.
Un cordiale Shalom