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Ugo Volli
Cartoline
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Legge ius soli: no! 18/06/2017

Legge ius soli: no!
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

Cari amici,

è arrivata l’ora di parlare della legge sullo ius soli, soprattutto per chi nutre una posizione liberale e democratica, senza le ambiguità (e peggio) dei grillini che hanno iniziato a parlare della legge solo per approfittare dell’occasione di polemizzare col PD per distogliere l’attenzione dalla loro clamorosa sconfitta elettorale.

E’ una legge, come certamente sapere, che intende concedere la cittadinanza a chi sia nato in territorio italiano, anche figlio di clandestini. Per farlo la legge prevede due strade: da un lato la concessione alla nascita della cittadinanza per chi sia figlio di almeno un genitore che abbia da 5 anni il permesso di soggiorno nel nostro paese (E l’altro? Vi immaginate le truffe e il traffico di madri?).
Dall’altro c’è quello che gli ignoranti che ci governano chiamano “ius culturae”, senza sapere che quest’espressione significa diritto dei campi, dato che “cultura” in latino significa in primo luogo agricoltura, e solo in via metaforica e raramente, educazione o culto religioso.

Lasciamo perdere la proprietà di linguaggio, che è pretendere troppo da chi definisce i sistemi elettorali in latino maccheronico “Italicum” “Porcellum””Consultellum”e perfino “Mattarellum”.
Questa seconda strada accorda la cittadinanza a chiunque abbia compiuto un ciclo scolastico, cioè a qualunque ragazzo dai dieci anni in su (anche venti o trenta o quaranta) che abbia frequentato una nostra scuola magari anche privata e diciamo generosa per cinque anni, si sia o meno integrato, abbia o meno imparato qualcosa dell’Italia.
Anche qui, vi figurate i traffici e le truffe? Badate bene, in Italia c’è già una larga possibilità di diventare cittadini. Come scrive un comunicato stampa dell’ Ismu (istituto di studi sulla multietnicità) “In Italia sono sempre più numerosi i cittadini stranieri che acquisiscono la cittadinanza italiana.

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In base ai dati del bilancio demografico nazionale recentemente diffusi da Istat, sono 178mila i cittadini stranieri che nel corso del 2015 hanno acquisito la cittadinanza italiana, il 37% in più rispetto all’anno precedente (oltre 35 stranieri ogni mille residenti). Dal 2013 i dati sulle acquisizioni di cittadinanza italiana hanno registrato un forte aumento: si è passati da 100mila nel 2013 a 130mila nel 2014, sino alla punta di ben 178 mila nel 2015 [che sono diventati 250 mila nel 2016, UV]. Sono diventati italiani soprattutto molti di coloro che appartengono a comunità di antico insediamento e che hanno dunque maturato i requisiti di acquisizione per residenza o naturalizzazione: albanesi e marocchini in testa. Molto significativo anche il dato relativo ai minorenni: il 37% dei nuovi italiani del 2015 ha meno di 18 anni […] L’Italia è il Paese UE che ha dato il maggior contributo per numero di acquisizioni di cittadinanza: un nuovo cittadino europeo su 5 è divenuto italiano. L’Italia è così salita al primo posto nella graduatoria europea per numero di acquisizioni di cittadinanza (21% del totale).

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Mentre nel nostro Paese le acquisizioni di cittadinanza aumentano, nel resto dell’Europa diminuiscono: secondo i dati Eurostat nel 2015 sono 840mila i cittadini stranieri che hanno ottenuto la cittadinanza di uno degli Stati Membri, il 6% in meno rispetto al 2014 e il 14% in meno rispetto al 2013.” (http://www.ismu.org/2017/06/festa-della-repubblica-aumento-nuovi-cittadini/ ). Già oggi dunque si può acquistare la cittadinanza perché si è risieduti in Italia per un certo numero di anni, per matrimonio, per “attribuzione o elezione” (trovate i dettagli qui : http://www.esteri.it/mae/it/italiani_nel_mondo/serviziconsolari/cittadinanza.html ).

Quel che vuol fare la legge è rendere più facile e automatica l’acquisizione della cittadinanza. Perché quest’idea è sbagliata e pericolosa?
Bisogna pensare innanzitutto che essa verrebbe emessa nel pieno di un’ondata migratoria senza precedenti, che -semmai ci fossero stati dei dubbi – non è più affatto motivato da emergenze umanitarie: la guerra in Siria è meno intensa di un tempo, comunque i siriani non sono affatto fra i gruppi etnici di immigrati più numerosi, la maggior parre viene dal Centro Africa e dal Pakistan, dove non c’è guerra né carestia.

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L’Europa e in particolare l’Italia hanno fatto capire continuamente con le parole e soprattutto con i fatti che sono ben lieti di “accogliere” i profughi.
Naturalmente, trattandosi di una migrazione economica e non di emergenza, l’offerta di una cittadinanza facile per i figli rende più attraente il tentativo di trasferirsi in Europa, incrementando un fenomeno che si dovrebbe invece scoraggiare, cioè l’immigrazione non pianificata e non autorizzata.
Vale la pena di dire che questa immigrazione non può aiutare i paesi d’origine, per una semplice questione di numeri: l’aumento della popolazione africana, per esempio, è così grande che la perdita di popolazione per emigrazione non incide.

Invece l’aumento di 800 mila “cittadini” che si prevede subito dopo l’approvazione della legge, e poi di 80 mila persone l’anno in crescita con l’immigrazione, più la possibilità di ottenere ricongiungimenti familiari, mettono seriamente in pericolo il nostro stato sociale, il sistema delle pensioni, il bilancio pubblico.
Basta dare un’occhiata per le strade dove gli immigrati stanno a chiedere l’elemosina (nel migliore dei casi) per capire che non è vera la teoria di chi dice che i nuovi arrivati pagheranno i contributi sociali che serviranno anche alle pensioni dei “vecchi cittadini”: semplicemente non c’è più bisogno di manodopera non specializzata e ce ne sarà sempre meno.
L’industria e anche l’agricoltura e il commercio si meccanizzano sempre di più, la disoccupazione investe progressivamente il nostro paese, figuratevi il senso economico di richiamare milioni di persona non qualificate e soprattutto difficilmente integrabili.

Il punto fondamentale è però quello della sicurezza. Le esperienze francesi, tedesche, belghe, nordiche ci dicono che gli immigrati che vengono dal mondo islamico non hanno la minima intenzione di integrarsi, che non accettano la nostra cultura e i nostri diritti, in particolare la libertà delle donne, che importano con la forza antisemitismo, omofobia, violenza sulle donne. Soprattutto che nei loro ambienti, anche dopo la prima generazione, continua a trovare base il terrorismo.
Una delle ragioni per cui l’Italia finora è stata esente dall’ultima ondata terrorista era proprio il fatto di avere poche enclaves o zone proibite e di poter espellere abbastanza facilmente coloro che si accostavano al terrorismo, proprio perché non erano cittadini. Una volta che ai filoterroristi sia stata concessa la cittadinanza - frenarli, isolarli, espellerli diventa molto più difficile.

Questa legge rende dunque molto più insicura non solo la nostra vita, ma anche quella delle generazioni future. E naturalmente, dando il voto a centinaia di migliaia di persone accorda loro un’influenza politica certamente pericolosa.
Ma come si può fare per coloro che non c’entrano con il terrorismo e lavorano onestamente?
lo chiedono in molti. I meccanismi ci sono già, almeno per gli immigrati regolari.
E’ essenziale che si possa mantenere una discrezionalità, cioè un controllo di sicurezza. Rendere automatica l’accettazione dell’”accoglienza” e insieme assicurare la cittadinanza automaticamente a facili condizioni è veramente pericoloso.

Vi invito a protestare, a esprimere il vostro dissenso sui social media, a firmare la richiesta di referendum che mi auguro qualcuno organizzerà se davvero questa legge disgraziata sarà approvata.

PS:
per aver scritto queste cose sui social media sono stato da qualcuno accusato di razzismo. Naturalmente il razzismo non c’entra nulla, perché ammesso e non concesso che esiste qualcosa come la “razza” non questa è in gioco qui, bensì lo stato giuridico di immigrato clandestino e l’appartenenza a una certa forma di vita (o se volete religione, non certo “razza”), quella islamica.
Che persone impegnate a far politica, com’è (per fortuna senza alcun successo) il burocratello che mi ha insultato in questo modo, si rifugino nelle invettive, dicano di essere i soli rappresentanti della civiltà eccetera eccetera, senza neppure provare a discutere dei problemi concreti che saranno creati dalla legge che sostengono, rientra in quel fenomeno - la sostituzione nella mente della sinistra dei ceti popolari con gli immigrati - che ha analizzato in un bel libro recente il sociologo Luca Ricolfi (“Sinistra e popolo http://www.unilibro.it/libro/ricolfi-luca/sinistra-popolo-conflitto-politico-nell-era-populismi/9788830447851)

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Luca Ricolfi

.E soprattutto deriva dall’ideologia, dal disprezzo moralista per chi non la pensa come loro, immediatamente qualificato come razzista, fascista e magari come ladro e assassino. Per fortuna gli italiani non si fanno intimidire dai loro politici e pensano con la loro testa. Che il Pd si sia lanciato con pertinacia in questa avventura a meno di un anno di elezioni politiche molto difficili, testimonia delle verità del vecchio detto Quos perdere vult, dei amentant, gli dei istupidiscono quelli che vogliono rovinare.

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