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Da dieci anni che il regime di Hamas controlla Gaza: nuove prospettive Analisi di Mordechai Kedar (Traduzione dall'ebraico di Rochel Sylwetsky, versione italiana di Yehudit Weisz)
Generalmente gli articoli che compaiono sui giornali tendono ad essere negativi e critici perché i giornalisti devono riferire calamità naturali, guerre, conflitti, problemi e ogni tipo di difficoltà e non invece l’inaugurazione di un asilo o la posa della prima pietra di un nuovo quartiere residenziale: le guerre fanno notizia, mentre una nuova scuola materna non interessa i lettori. Suggerisco una proposta dagli aspetti positivi per Gaza, anche se il mio Paese, lo Stato d’Israele, soffre non poco a causa sua, uno Stato fondato esattamente dieci anni fa, nel giugno del 2007, da Hamas. Considero Gaza uno Stato, perché ciò che è stato istituito negli ultimi dieci anni è, a tutti gli effetti, uno Stato. E’ un’entità governativa con un leader, un dipartimento di polizia, un esercito, un’industria militare, agenzie di sicurezza interna e di intelligence, un sistema giuridico, dei media, un sistema fiscale, una legislazione, dei ministeri dell’istruzione e della sanità, delle infrastrutture e ogni altra istituzione di cui uno Stato ha bisogno. Tuttavia, la creazione di uno Stato non cambia il fatto che Hamas sia un'organizzazione terroristica in tutto e per tutto, non solo a causa dei suoi atti di terrorismo contro Israele e la sua popolazione ebraica, ma a causa dei terribili sistemi che impiega contro i propri cittadini al fine di mantenere il suo totale dominio. Nessun Paese al mondo è riuscito ad ottenere da un altro Stato, di cui invoca continuamente la distruzione, di rifornirlo di ogni tipo di merce. Qualcuno può immaginare che il Regno Unito, la Francia o gli Stati Uniti avrebbero inviato nulla più di una banana marcia, ad un Paese che avesse giurato di distruggerli?. Lo Stato di Israele invece, ogni giorno invia centinaia di tonnellate di banane perfettamente commestibili a Gaza, nonostante il fatto che lo statuto di Hamas – il documento della sua fondazione – inneggi, in termini inequivocabili, alla distruzione di Israele. Quando c’erano ancora i tunnel per il contrabbando tra Gaza e l’Egitto, Hamas aveva gestito quest’industria, finché poi l'Egitto non li ha distrutti. Era consentito solo ai suoi militanti di scavare le gallerie, era vietato a chiunque fosse nella sua lista nera, e,come forma di imposta, si doveva consegnare una parte delle merci di contrabbando. Da un punto di vista politico, Hamas è riuscito a raggiungere una posizione dello stesso livello dell'OLP, cioè quello di rappresentare il “popolo palestinese”. Nelle prime elezioni a cui Hamas aveva preso parte - un dato significativo - aveva vinto la maggior parte dei seggi della Legislatura palestinese. Un’altra impresa, altrettanto importante, è il fatto che i capi di Hamas sono riusciti ad avere dalla loro parte il Qatar, con tutta la massiccia capacità economica di quell’ emirato ricco di gas. L’Emiro del Qatar è il primo governante arabo, e finora l’unico, che ha visitato lo Stato di Gaza mentre è sotto il dominio di Hamas e lo ha fatto senza chiedere all’Autorità palestinese il permesso di farlo. Di recente lo Stato di Gaza sta affrontando tempi duri: dapprima, a causa della divisione tra Qatar e gli altri Emirati. Poi Trump,nel suo discorso a Riad, aveva incluso Gaza nella lista delle organizzazioni terroristiche. L’AP si rifiuta oggi di continuare a pagare l'energia elettrica fornita da Israele allo Stato di Hamas, il cui intero costo annuale è di circa un decimo della quantità di denaro che Hamas riceve e investe nell’industria militare e nella costruzione dei tunnel, comportandosi con un cinismo assoluto: la popolazione di Gaza può continuare a soffrire nel buio e senza refrigerazione nella torrida stagione estiva, mentre i leader vivono una vita confortevole. La popolazione di Gaza non ha detto una parola. Tutti sanno cosa succede a chi critica Hamas - prima viene arrestato, poi viene portato nelle camere di tortura nelle segrete di Hamas, e poi non se ne sa più nulla. Chiunque sia sospettato di collaborazione con Israele viene giustiziato sommariamente e questo è accaduto solo poche settimane fa. Lo stesso Sinwar, il nuovo leader di Hamas, è accusato di uccidere chi sospettava di tradimento. In casi estremi, uomini mascherati compaiono nelle case dei sospetti nel cuore della notte e umiliano le loro famiglie in tutti i modi possibili. Inoltre la più grande realizzazione dello Stato di Hamas è la situazione di stallo che ha raggiunto con Israele. Approfittando della sensibilità di Israele per la vita umana, Hamas pone i suoi lanciarazzi nel bel mezzo di aree civili in modo che i suoi cittadini formino degli scudi umani. In caso di emergenza, i leader di Hamas si nascondono nei bunker costruiti sotto gli ospedali, sapendo che Israele non li bombarderà. Il regime di Hamas scava i suoi tunnel d’attacco sotto le scuole dell'UNWRA perché le Nazioni Unite non permetteranno ad Israele di colpirle. E' quanto è successo nelle ultime tre guerre. Il Ministro dei Trasporti israeliano, Yisrael Katz, ha proposto la costruzione di un porto marittimo per Gaza e forse anche un aeroporto su un’isola artificiale di fronte alla Striscia, in modo che tutto ciò che arriva a Gaza debba passare con il controllo di Israele prima di raggiungere la costa. V’è una logica in questo progetto, ma è difficile credere che il governo di Hamas lo accetterà. Il regime terroristico non si preoccupa del benessere dei propri cittadini ed è solo interessato a gestire un proprio porto, non uno costruito nel mare, dove non può importare armi e razzi perché è sotto il controllo di Israele. La domanda ovvia è quale dovrebbe essere la posizione che Israele nei confronti dello Stato di Hamas. Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi. |
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