Una immagine del Gay Pride a tel Aviv
Nel variegato mondo LGBT non poteva mancare una corrente anti-Israele, per quanto assurdo è spregevole possa apparire di fronte a un paese fra i più liberal per quanto riguarda la sessualità. L'arma inventata è quella denominata "Pink Washing", ovvero l'accusa di voler nascondere da parte di Israele la condizione della minoranza arabo-israeliana e del conflitto israelo-arabo sotto l'immagine progressista della comunità gay, giudicata in tutto il mondo civile la più avanzata in quanto a diritti.
Per demistificare questa accusa, segnaliamo due importanti iniziative che si terranno a Roma (domani domenica) e a Milano ( dopodomani lunedì), organizzate dall'Associazione Radicale "Certi Diritti", con la collaborazione da Israele di Sharon Nizza, a Milano dalla Associazione Milanese pro-Israele aderente all'UDAI.
Seguono i programmi, identici in entrambe le città, più un commento di Alessandro Litta Modignani, presidente della asssociazione milanese pro-Israele, e Yuri Guaiana, associazione radicale "Certi Diritti"
ROMA: Domenica 18 giugno 2017, Sala Da Feltre, Via Benedetto Musolino 7, ore 19:00
MILANO: Lunedì 19 giugno 2017, Teatro Franco Parenti, Via Pier Lombardo 14, ore 19:00
Intervengono:
Yaniv Waizman, consigliere municipale con delega alla comunità LGBTI del Comune di Tel Aviv, fondatore di IGY (Israeli Gay Youth Organization) “La comunità LGBTI israeliana: overview e rapporti istituzionali”
Jonathan Elkhoury, attivista diritti umani “Io libanese, cristiano, gay in Israele: la mia storia”
Yael Doron, direttice della casa rifugio per minorenni LGBTI “Beit Dror” “Beit Dror: un esempio di best practice nell’assistenza a minorenni LGBTI in difficoltà”
Giovanni Quer, ricercatore "L'agenda politica del Pinkwashing: diritti LGBT o antisionismo?"
Ecco un link utile per capire le menzogne del PinkWashing: http://www.jpost.com/Israel-News/Israeli-Arab-transgender-beauty-queen-opens-up-about-her-story-496994= ce l'ha inviato Fiamma Nirenstein.
Arab-Israeli wins second place at ‘Miss Trans’ international pageant
Da citare la dichiarazione di una transgender araba-israeliana: “I’m lucky to be an Israeli,” she said. “Being an Israeli means being truly free.” "Sono fortunata a essere israeliana, essere israeliana vuol dire essere veramente libera"
Le persone LGBT nel mondo arabo-musulmano: una tragica realtà tenuta nascosta
di Alessandro Litta Modignani, Yuri Guaiana
Yuri Guaiana Alessandro Litta Modignani
La condizione dolorosa e drammatica – spesso anche tragica – delle persone omosessuali nel mondo arabo-musulmano, è ben nota a tutti. In quei paesi gli omosessuali sono perseguitati, incarcerati, condannati a lunghe detenzioni e persino alla pena di morte.
In tutto il Medio Oriente allargato la situazione è la stessa, con un’unica, vistosa eccezione: lo Stato di Israele.
Da decenni, l’unica democrazia del Medio Oriente accoglie cittadini arabi, anche palestinesi, che fuggono dalle discriminazioni, dalle violenze e dalle violazioni dei diritti civili e umani. In Israele non solo l’omosessualità non è considerata reato, ma anzi è caratterizzata da una vivace vita associativa, con la presenza di forti comunità LGBT a Tel Aviv e in altre città.
Eppure, la realtà del movimento LGBT israeliano è poco conosciuta e anzi le sue associazioni soffrono un forte isolamento internazionale. L’esempio più recente è il ritiro di alcuni titoli già in programma dal film festival LGBT di quest’anno. Nei prossimi giorni - domenica 18 a Roma presso la sala “Da Feltre” (via Benedetto Musolino 7, ore 19), lunedì 19 a Milano al teatro “Franco Parenti” (via Pierlombardo 14, ore 19) - si terranno due importanti convegni internazionali, nei quali i responsabili delle associazioni israeliane di accoglienza e assistenza agli omosessuali, racconteranno e documenteranno la loro esperienza sociale e professionale.
Avremo modo di ascoltare la testimonianza di un ragazzo gay, cristiano libanese, che vive in Israele; della direttrice di una casa rifugio per minorenni LGBTI; del responsabile per le tematiche LGBT al Comune di Tel Aviv, che parlerà del rapporto tra le associazioni LGBT israeliane e le istituzioni di quel paese.
Ci auguriamo che questi due appuntamenti possano servire ad aprire gli occhi all’opinione pubblica, dando di Israele un’immagine veritiera, diversa e opposta a quella diffusa dalla odiosa propaganda anti-israeliana, fondata sulla disinformazione e sul pregiudizio.
Infine il sabato successivo, 24 giugno, alcuni di noi parteciperanno alla sfilata milanese del Gay Pride con le bandiere del “Magen David Keshet” (Stella di Davide Arcobaleno) per sottolineare ancora una volta la realtà democratica di Israele e la sua radicale diversità rispetto a tutte le forme di integralismo e fondamentalismo religioso.
Yuri Guaiana (Associazione radicale “Certi Diritti”)
Alessandro Litta Modignani (Associazione Milanese Pro Israele)