Riprendiamo dalla STAMPA - TORINO di oggi, 09/06/2017, a pag. 55, con il titolo "Nel nome dell’agritech Israele rafforza l’intesa 4.0 con Torino", la cronaca di Fabrizio Assandri.
Fabrizio Assandri
Sono l’agritech, la tecnologia applicata all’agricoltura, e l’industria portuale i due settori più promettenti di interscambio tra Italia e Israele. Lo sostiene un rapporto della Fondazione Studi Ricerche sul Mezzogiorno, presentato ieri al 32° piano del grattacielo di Intesa Sanpaolo, nell’Innovation center della banca. Il commercio tra i due Paesi vale 3,7 miliardi di dollari, il 73 per cento riguarda esportazioni dall’Italia, che quindi è decisamente favorita in questo scambio. E, secondo le previsioni, le esportazioni italiane in Israele aumenteranno del 12 per cento nel 2018.
Economia e tecnologia
Quello dei rapporti tra i due Paesi è un tema che vede Torino molto attiva. E non è un caso se all’incontro, al quale era presente Ofer Sachs, ambasciatore d’Israele in Italia, accolto dal responsabile dell’Innovation center Maurizio Montagnese e dal presidente di Intesa Gian Maria Gros-Pietro, ci fossero anche esponenti del Politecnico, della Camera di Commercio, della Compagnia di Sanpaolo. Proprio al grattacielo, in questi anni, Intesa ha siglato importanti accordi, con la Camera di Commercio israeliana, con la banca Leumi, con il centro di innovazione The Flor di Tel Aviv. Scambi economici, ma anche di tecnologie. D’altra parte Israele è una sorta di Silicon Valley per le startup: Torino arranca, le sue startup sono ancora poche e la rete è poco sviluppata nonostante gli incubatori.
I due prototipi
E ieri, all’incontro, sono stati presentati due prototipi messi a punto da startup israeliane in collaborazione con l’Innovation Center. Si tratta di Secur touch, che sta sviluppando un sistema di riconoscimento facciale e con l’impronta digitale per accedere ai servizi bancari: il Pin diventerà archeologia? L’altro prototipo è della startup Dove, e si occupa di effettuare pagamenti con gli ultrasuoni, usati per far passare la comunicazione da un apparecchio elettronico come ad esempio uno smartphone all’altro.
L’agricoltura e il cibo
L’innovazione a tutti i livelli passa anche dall’agricoltura e dal cibo: settori chiave per l’Italia e tanto più per la nostra regione con le sue eccellenze di prodotti. Ebbene, per la ricerca in questo particolare settore, Israele ha speso l’anno scorso 100 milioni di dollari, il 13 per cento del totale dei suoi investimenti totali in ricerca. Nell’incontro è stato presentato anche un caso-studio di collaborazione «virtuosa», quella tra un’azienda del vicentino e una multinazionale israeliana che ha portato a mettere a punto un sistema per mantenere fresco l’hummus fuori dal frigo. L’altro tema di collegamento tra i due Paesi e l’economia portuale, dal traffico dei container ai grandi operatori del settore, che comprende anche la logistica.
Gli altri settori
Il rapporto Fondazione Studi Ricerche sul Mezzogiorno segnala anche alcuni settori meno forti, ora, ma di sicuro promettenti di collaborazione tra Italia e Israele, in cui anche la nostra regione può fare la sua parte. Si tratta dei dispositivi medici, della tecnologia cyber e finanziaria, e della manifattura cosiddetta smart, intelligente, dotata di sensori e intelligenza artificiale.
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