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Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli A destra: dal Corano al fucile, ecco il percorso del terrorista islamico Il suo compagno di partito e concorrente sindaco di Londra, dopo aver dichiarato in settembre che il terrorismo è 'part and parcel of life in a big city', cioè una parte naturale della vita di una grande città (https://twitter.com/V_of_Europe/status/871246537506029572/photo/1, La verità è che, come ha ammesso Theresa May, leader dei conservatori, la Gran Bretagna “è stata troppo tollerante nei confronti dell’estremismo, adesso basta” (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/230516) e anche noi lo siamo stati. Il rifiuto di nominare l’Islam in relazione agli attentati commessi dai musulmani (praticamente tutti), di parlare di “terrorismo islamico” sono state politiche ufficiali dell’amministrazione Obama e informalmente si sono diffuse in tutt’Europa. La bizzarra teoria per cui l’”islamofobia”, che vuol dire letteralmente “paura dell’Islam” sia un crimine, che gli stati e gli intellettuali islamici e i loro sostenitori rilanciano continuamente, completa il quadro. Fosse pure non “paura” ma “opposizione” e perfino “inimicizia”, perché l’islamofobia dovrebbe essere diversa e più grave dell’antifascismo, dell’anticomunismo, della lotta contro ideologie oppressive? Il problema non è come fermare questa ondata. Probabilmente è impossibile. E’ passata appena una settimana da quando i servizi segreti hanno dichiarato che in Gran Bretagna si contano qualcosa come 23 mila terroristi (https://www.rt.com/uk/389945-thousands-potential-terrorists-britain/); il livello d’allarme era il più alto. Del resto in una civiltà tecnologica come la nostra, anche usando i messi primitivi a disposizione di tutti (automobili, furgoni, coltelli) i luoghi in cui gli attentatori possono colpire facendo gravi danni sono infiniti. Se poi pensiamo ad armi vere ed esplosivi la possibilità di perpetrare grandi stragi è terrorizzante. Certo, c’è una responsabilità dei servizi segreti: ogni volta che c’è un attentato viene fuori che i terroristi erano vecchie conoscenze: è accaduto così a Manchester, a Nizza, a Bruxelles, a Tolosa… E senza dubbio si può parlare di un loro sostanziale fallimento (http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/strong-voto-zero-007-intelligence-europee-finiscono-mirino-148679.htm). Anche perché la loro azione è sistematicamente frenata dalla magistratura e dalle istituzioni “di garanzia", almeno in Italia: lo dimostra il caso clamoroso di Khadiga Shabbi, la donna espulsa per attività terroristica, che si è vista riconoscere il diritto di un visto biennale (http://palermo.repubblica.it/cronaca/2017/05/26/news/palermo_libica_condannata_ Il problema però non va visto solo a questo livello per così dire tattico. E’ chiaro che tutti gli strumenti possibili vanno attuati per disarmare gli attentatori e prevenire gli attacchi. Certamente molti ne sono stati evitati. Ma bisogna rendersi conto che questi attentati provengono da un serbatoio assai preciso, quello degli immigrati islamici e dei loro discendenti. Bisogna cercare di controllarlo e nei limiti del possibile di svuotarlo, non certo di ampliarlo e renderlo permanente. Purtroppo le politiche dominanti dell’”accoglienza” vanno esattamente nella direzione opposta, mirano a moltiplicare gli islamici e portarli anche nei paesi dove non c’erano e di stabilizzarli offrendo loro incentivi economici e legali. La polizia italiana ha prevenuto molti attacchi espellendo gli stranieri che apparivano pericolosi. Questo non sarà più possibile per le nuove generazioni se passasse quello ius soli, o concessione automatica della cittadinanza per le seconde generazioni delle famiglie degli immigrati che molti a sinistra e anche nel governo vogliono. L’attentatore di Manchester era per l’appunto un “britannico di origini algerine”, naturalizzato grazie a leggi generose e quindi non soggetto a espulsione. Forse nel saggio “enough is enough”, quel che è troppo è troppo, di Theresa May, dovrebbe entrare innanzitutto il rovesciamento delle politiche suicide di “accoglienza”. La Gran Bretagna potrà farlo, grazie alla scelta della Brexit. Ci riuscirà l’Italia?
http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90 |
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