Ottimi scrittori, pessimi analisti politici. Con questo lapidario quanto ingeneroso giudizio avete di recente liquidato alcune figure di intellettuali e, appunto, scrittori attivi in Israele. Mi permetto, ancora una volta, di dissentire e nella maniera più assoluta. Quelli che voi definite "pessimi analisti politici" sono, secondo me, grandi figure che si inseriscono a pieno titolo, onorandola, nella grande tradizione dell'ebraismo con suoi valori di giustizia, rispetto degli altri, partecipazione alle umane sofferenze, contributo alla costruzione di un mondo migliore. Sono critici verso le attuali politiche del governo di Israele? E' questa, a mio avviso, la loro grandezza e la migliore risposta a quanti (parecchi) sostengono che gli ebrei, quando si tratta di Israele, sono tutti duri e intransigenti sionisti. Non è così, per fortuna, grazie a questi nobili rappresentanti del lato migliore dell'ebraismo.
Alessandro Bortolami
Gentile signor Bortolami,
Permetta anche a me di dissentire da lei. Gli intellettuali israeliani non sono stati liquidati ma criticati e, nonostante siano grandi figure come scrittori o professori universitari, non possono e non devono essere intoccabili. Non vivono in una torre di avorio come spesso credono, sono parte dello stesso popolo che soffre a causa di una lunga storia di guerre e terrorismo mai volute. Ognuno faccia il suo mestiere, si dice, e allora loro facciano il loro. Amos Oz, Grossman, A.B.Yehoshua sono grandi scrittori che danno lustro a Israele, esprimano pure le loro idee spesso di forte critica a (tutti) i governi di Israele, ne hanno il diritto come chiunque, ma anche chi non è d'accordo con loro ha il diritto di contrastarli. E' la democrazia, signore!
Saluti