Il viaggio del Presidente americano raccontato ai bambini
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione di Giorgio Berruto)
http://www.jpost.com/Edition-Francaise/International/La-visite-du-pr%C3%A9sident-am%C3%A9ricain-racont%C3%A9e-aux-enfants-494299
Donald Trump al Muro occidentale
Cari bambini, voi conoscete la storia di Gerusalemme, il luogo in cui sorge il monte Moriah, luogo dove, secondo la Bibbia, il patriarca Abramo stava per sacrificare il figlio Isacco. Della città il re Davide ha fatto la propria capitale e suo figlio Salomone vi ha edificato un magnifico tempio. E’ la città più santa per l’ebraismo e nel corso di 2000 anni di esilio gli ebrei non hanno smesso di sognarla, ripetendo « l’anno prossimo a Gerusalemme ». Questa città più che millenaria ha appena vissuto due giornate storiche con la visita di Donald Trump, il Presidente degli Stati Uniti. In primo luogo è arrivato in Israele. Sì, perché per lui Gerusalemme non è in Israele. E’ complicato da spiegare. Ecco, nel 1967 Israele ha conquistato la città ma la comunità internazionale non ha riconosciuto il suo diritto sulla parte orientale.
Vi chiedete a chi apparteneva la parte orientale ? E’ complicato da spiegare. I giordani l’hanno occupata nel 1948 ma la comunità internazionale, anche in questo caso, non ha riconosciuto il loro diritto. A chi apparteneva prima ? E’ complicato da spiegare. Fino al 1917 faceva parte dell’Impero Ottomano, che l’aveva sottratta ai mamelucchi nel 1517. I mamelucchi a loro volta… no, è troppo complicato. Dunque, nel 1917, durante la Prima guerra mondiale, le forze britanniche ha cacciato i turchi e occupato Gerusalemme. E nel 1948, quando gli inglesi se ne sono andati ed è nato lo Stato ebraico, gli eserciti di cinque Paesi arabi volevano distruggerlo. Non ci sono riusciti, ma i giordani hanno occupato la parte orientale di Gerusalemme, mentre il giovane Stato d’Israele faceva della parte occidentale la propria capitale. Adesso è chiaro ? Bene. Torniamo alla visita del Presidente americano.
Volete sapere perché è venuto a Gerusalemme ? E’ venuto per incontrare il Presidente dello Stato d’Israele e il Primo Ministro, che vi risiedono perché è la capitale d’Israele. O almeno, è la capitale per gli israeliani. Gli americani non sono affatto d’accordo. Eppure il loro Presidente ci è venuto. Voleva anche recarsi nella Città vecchia di Gerusalemme, a vedere il Muro occidentale, venerato dagli ebrei di tutto il mondo. Ma anche a vedere la chiesa del Santo Sepolcro perché lui è cristiano. Ma ha insistito per andarci senza i suoi ospiti israeliani, perché la Città vecchia è un territorio conquistato da Israele. In realtà senza i suoi ospiti israeliani, fatta eccezione per diverse migliaia di poliziotti e soldati, perché bisognava pure che qualcuno gli garantisse sicurezza. In seguito è tornato nei quartieri occidentali e ha detto ai suoi ospiti quanto la visita l’avesse emozionato.
Mi dite che tutto ciò è illogico? Beh, la logica la lasciamo a voi, bambini. Non per uomini politici e soprattutto non per i presidenti. D'altronde prima che Donald Trump fosse eletto si era impegnato a trasferire a Gerusalemme l’ambasciata degli Stati Uniti, che si trova a Tel Aviv, cosa che avrebbe significato, per il suo Paese, il riconoscimento di Gerusalemme come capitale d’Israele. Ma tutto questo, prima di essere eletto.
Michelle Mazel è una scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron”. Le sue recensioni sono pubblicate sull’edizione settimanale in lingua francese del Jerusalem Post